mulino caputo farine per pizza, pane e dolci

Transformers. La (french) pizza si dà alla crème fraîche

giovedì, 18 Novembre 2010 di

La passione degli Americani per la pizza è cosa nota. La società di ricerche NPD si è preoccupata di contare quelle mangiate nel 2007 nei ristoranti degli Usa: 5,5 miliardi, una cifra superiore a qualsiasi altra pietanza, compresi gli hamburger.

Dopo Gennaro Lombardi, napoletano trapiantato a New York che apre nel 1905, a Manhattan, la prima pizzeria americana, generazioni di pizzaioli hanno fatto fortuna e trovato lavoro Oltreoceano preparando la più semplice delle pietanze, economica e declinabile in infinite farciture. Ultima in ordine di tempo la pizzeria di Donatella Arpaia, la ristoratrice di origini italiane iniziata all’arte della pizza dall’italianissimo Enzo Coccia.

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Solo che sulla scia dell’entusiasmo per la tricolore pietanza può capitare di sentir dire, ad un ristoratore newyorkese che ha appena aperto una gastronomia a base di prodotti francesi al n.1136 di First Avenue (lui chiama Anthony Raggiri, intuibili origini italiane e un cognome che mette un po’ in allarme) che “la gente ama la pizza, quindi perché no una versione francese?

E così, accanto a croissant, couscous, condimenti, minestre, formaggi e salumi made in France, l’avventore del Marché du Sud potrà trovare l’Alsatian pizza, versione riveduta e corretta della più francese Tarte flambée (realizzata con impasto di pane e farcita con crème fraîche, lardo e cipolla) arricchita, per somigliare di più alla pizza, con frutti di mare, funghi e verdure (alla nizzarda, però!) Nostalgia per le origini italiane o solo Italian sounding?

[Fonte: Nytimes]

Foto: Florence Fabricant/ NyTimes