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Porca cozza. La festa con Liberati, Cedroni, Chiaromonte, Romito

martedì, 01 Febbraio 2011 di

svinando

Porca cozza. Non non è stata un’imprecazione per qualcosa andato storto. Anzi. È stata l’ultima portata della cena un po’ folle che si è tenuta nella sede di Longino&Cardenal, una decina di chilometri da Milano. L’ha preparata Carmelo Chiaromonte con praticamente quello che si trovava in casa dell’azienda che seleziona cibi preziosi, come recita lo slogan, per gli chef. Un rito che ha coinvolto anche altri illustri chef: Moreno Cedroni, Niko Romito, Nicola Fossaceca.

Porca zozza, invece, è stata l’espressione che molti hanno utilizzato alla visione della sala con cucina prossima a sembrare il palcoscenico dell’assalto al forno delle grucce.


E se non bastasse c’è anche il Carapina Nazionale, alias Simone Bonini, che gesticola all’indirizzo della categoria rete-scrivente. L’ascetico e gaudente Roberto Liberati annusa l’aria alla ricerca di sangue bovino o suino. Insomma, abbiamo tutti una gran fame e l’organizzazione probabilmente ha lasciato un po’ larghe le maglie degli inviti. Gorgonzola e parmigiano vengono allegramente aspirati dalle truppe in assetto di guerra. Non si salvano nemmeno gli affettati.

È solo questione di qualche giro di champagne prima che i fornelli inizino a girare a pieno ritmo.

Apre le danze Moreno che a fronte della lista della spesa si inventa un risotto all inclusive di tutto quello che trova a giro, compreso un paio di bottiglie di cdhampagne. Full optional.


Non si fa in tempo ad ubriacarsi (oppure sì?) con il brodo di cottura che Niko Romito decide di provare a vedere se girando il riso a secco per tostarlo con le mani ci si brucia. L’esperimento è negativo e gli arti di uno degli chef più in forma del momento sono salvi (e con essi i capellini ai porri). Nicola Fossaceca da una mano risolutiva grattando parmigiano a più non posso. Risultato un risotto profondo realizzato solo con riso, parmigiano e … acqua. Esistenzialista.


Ma il popolo degli affamati è incontenibile e incontentabile. Ed eccolo il coup de theatre: l’ascetico Liberati in forma quasi etilica che prende il controllo della piastra e della carne. Gesti misurati dall’esperienza (altrimenti sarebbe andato a fuoco) e la carne del Montana (forse, non ci giurerei) passa a miglior forma. La frase della sera è la sua: CARNE È SESSO, SESSO È CARNE (c’è testimonianza video, ma causa ricatto in corso) ci asteniamo dal pubblicarlo. Vinciamo il panico da carne alla griglia assistiti dal solito Bonini/Carapina che fa parte del triangolo della paura fiorentina e la carne feinisce in un battibaleno. Ricostituente.



Perso il conto dei beverini gin tonic a circolazione continua, eccolo Carmelo Chiaromonte che trasporta una movenza portoghese e mette insieme culatello e cozza. E prima che qualcuno mi freghi la primogenitura confermo che il nome me lo sono inventato io: Porca cozza. Porca quanto è buona. Finisce subito sotto l’assalto dei lanzichenecchi scesi alla Longino. Erotico.

Porca che bravi questi di Longino cui è mancato solo l’organizzazione di un transfer bus (non è che Pogliano Milanese sia centralissima per i fruitori dei bus-taxi-ferrovie-aerei!). Saluti, abbracci e via a Milano. C’è ancora Identità Golose e gli ultimi fuochi d’artificio!

Di Vincenzo Pagano

Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.