mulino caputo farine per pizza, pane e dolci

Un marziano a Roma/21 Sogno o son desto? Giovedì, Gnocchi!!!!

mercoledì, 23 Febbraio 2011 di

svinando

Ridi, ridi che mamma ha fatto i gnocchi (proverbio popolare romano)

Oramai non si contiene Qwerty, è arrivato alla fase finale della dipendenza da romanitudine. Arriva sul suo disco argenteo, quando meno te l’aspetti e a qualsiasi ora incurante del fuso intergalattico.

L’altro giorno eravamo a casa, con Vincenzo, dovevamo limare gli ultimi dettagli di un nuovo format che stiamo elaborando e che ci piace molto (stay tuned), quando sentiamo bussare alla portafinestra del salone. Accidenti, riconosco subito l’omino verde e Vinc mi fa “ma che vole mo”. Io lo so che vole, vole magnà! È in crisi d’astinenza da matriciana o carbonara, rido tra me e me…

Infatti come lo faccio accomodare mi chiede di andare a mangiare. E siccome da contratto siamo obbligati a sfamarlo, se no è competente il foro di Rigil Kentaurus e pare sia uno dei peggiori dell’universo,  non ho dubbi: a sto giro lo stendo… E’ giovedì, e la novità è Giovedì, Gnocchi!

Non che sia una novità, a Roma si è sempre detto. Ma la differenza è che l’ostedercentrostorico, dopo mille pressioni e incertezze ha deciso di proporre questa antica tradizione secondo il suo stile. Ci lanciamo in direzione piazza Cavour, questa volta senza incertezze o rimpianti. Solo all’idea di quel boccone succulento lo stomaco brontola rumorosamente di trepidazione e attesa.

La notizia è questa: appuntatevela  e ricordatevela, perché è di quelle grosse. L’Arcangelo ha lanciato per il giovedì gnocchi omaggio alla sora Lella. Noi li avevamo assaggiati in anteprima assoluta per il mitico Armageddon, e sono semplicemente da urlo. Lo gnocco è suntuoso, morbido e saporoso di patata. Il sugo è divino, lunghissimo e persistente. Sa di casa e di mamma, di attenzione e cura. Profuma di tradizione rinfrescata e di omaggio alla Sora Lella, un pezzo di storia giusta di questa nostra città.

Ne mangeremmo un secchio! E la quantità mangiata in tre era più o meno di un paio di secchi. Solo quello, fatta eccezione per qualche supplì a testa prima, ma si sa quelli non contano. Qwerty, godeva come un matto. Gli occhietti tondi strabuzzati e le antenne che fremevano. Vincenzo non parlava ed io non riuscivo a levarmi un sorrisetto ebete dalla faccia. Non vedo l’ora che sia giovedì a mezzogiorno… Si replica, diventerà una nuova tradizione romana.

Bravo Arcangelo, hai capito tutto della modernità!

(Alessandro Bocchetti & Vincenzo Pagano)

L’Arcangelo. Via Gioacchino Belli, 53 – 00193 Roma. Tel. +39 06.3210992