mulino caputo farine per pizza, pane e dolci

Regolamento Ue sull’olio d’oliva. Pesce d’aprile? No, errore di traduzione

giovedì, 14 Aprile 2011 di

svinando

Un errore di traduzione. Questo c’è dietro le maglie troppo larghe del Regolamento europeo 61/2011, in vigore dal 1° aprile, che fissa in 150 mg per kg la percentuale massima di alchil esteri presenti nell’olio extravergine d’oliva. Quella soglia, erroneamente tradotta nella versione italiana del Regolamento, è invece della metà, cioè 75 mg/kg.

Una buona notizia, senza dubbio, visto che una minore presenza di alchil esteri, derivanti dallo schiacciamento delle olive e quindi indicatori di cattiva qualità dell’olio, consente di definire come extravergine un olio ottenuto con olive meno degradate e di escludere dalla categoria quegli oli che, a causa di un elevato contenuto di alchil esteri, viene talvolta sottoposto ad un procedimento di deodorazione per nasconderne difetti e cattivo odore.

Un passo avanti che però non soddisfa completamente gli esperti e non aiuta certo le produzioni italiane di qualità a distinguersi nel mare magnum degli oli extravergine. “L’Unione europea ha fatto una scelta, quella di tenere le maglie larghe affinché nella categoria extravergine ci possa rientrare la massima quantità possibile della produzione del vecchio continente”, ha dichiarato l’oleologo Alberto Grimelli a Repubblica. “Un olio di qualità ottenuto da olive sane spremute subito dopo la raccolta contiene al massimo 10-15 mg/kg,”, scriveva qualche settimana fa Roberto la Pira de Il Fatto Alimentare commentando le disposizioni troppo morbide del Regolamento comunitario in vigore da qualche giorno.

E’ in questo clima e con un settore in crisi, sotto assedio della concorrenza internazionale, che a qualcuno è venuta l’idea di introdurre una categoria merceologica nuova, il succo di olive, da riservare a produzioni di elevatissima qualità.

Fonte: repubblica.it, ilfattoalimentare.it

Foto: conipiediperterra.it, italianfoodnet.com