mulino caputo farine per pizza, pane e dolci

Se conosci la grattachecca Sora Maria entri all’università

venerdì, 09 Settembre 2011 di

Il test per accedere all’università La Sapienza può essere difficile. Soprattutto se non ami la granita o meglio la grattachecca della Sora Maria a Roma.

Se a Londra hanno da fare i conti con la crescita del consumo di sushi e giapponese causa sponsorizzazione involontaria di Pippa Middleton che è riuscita a controbilanciare con due ancheggiamenti la paura nucleare della centrale di Fukushima spodestando addirittura da snack preferito Lord Sandwich, all’università di Roma La Sapienza diventa quesito di cultura generale il seguente: “Nei pressi del noto Liceo Tacito di Roma si trova la “grattachecca di Sora Maria”, molto nota tra i giovani romani. Sapresti indicare quali sono i gusti tipici serviti? Menta, limone, amarena, cioccolato…”

Domanda aperta che ha lasciato allibiti non poche matricole che cercavano l’accesso al corso di laurea in professioni sanitarie e che avevano già i loro grattacapi con Dan Brown e il Codice Da Vinci, Vasco Rossi e le sue canzoni, Mussolini prigioniero sull’isola di Ponza, Clinton e lo scandalo Lewinsky, La Gioconda e Peter Pan come elenca repubblica.it.

Difficile per i non romani o anche per quelli che non hanno messo piede dalle parti della circonvallazione Trionfale sapere che nel chiosco della Sora Maria (attivo dagli anni ’30) si miscelano più gusti e si mette anche un po’ di frutta a pezzetti.

E ora che abbiamo capito che non servono i pocket coffe per superare l’esame, il consiglio per i giovani aspiranti matricole è di fare qualche bel ripasso della gastronomia tipica romanesca studiando il libro di Arcangelo Dandini che potrebbe essere finito dalla parti della Minerva. E di andare al Pizzarium di Gabriele Bonci per annotare gli ingredienti delle pizze. Sento già le proteste “ci vuoi mettere dentro per forza la pizza”, ma chi ha messo la Sora Maria deve conoscere anche Sor Bonci visto che il chiosco e il Pizzarium sono poco distanti e il professore gastronomo potrebbe transitare da quelle parti.

Invece, per tutti quelli che l’università l’hanno terminata un po’ di amarcord. E’ come se avessero chiesto le specialità di Remy Gelo o la lista delle pizze nei locali di Napoli per entrare all’Orientale o l’elenco dei dolci Pantaleone a Salerno per aspirare a un posto a Comunicazione oppure le tre tipologie di Ricciarelli da Nannini a Siena per affrontare scienze bancarie di un tempo. O le misure dei tortellini della Marisa e di Tamburini.

E per quelli che non hanno sostenuto prove di accesso, chissà cosa avete mangiato alla mensa dell’Università prima, durante e dopo lezioni e corsi per superare il fatidico esame che proprio non riuscivate a digerire o per festeggiare il voto. Il gelato da Matteo a Lancusi, la pizza al Trianon di Napoli,  i filetti di baccalà al Ghetto di Roma, le tagliatelle della Gigina a Bologna, uno dei 500 risotti alla Temperanza a Milano, il pesce fritto di Irina Freguia ancor prima che aprisse il Vecio Fritolin?

Link: repubblica.it

Di Vincenzo Pagano

Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.