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Gastro-cool. Venite a vedere cosa vuol dire Caffè Propaganda

Cercate un gastro-bistrot in Italia? Il posto che fa per voi si chiama Caffè Propaganda, a Roma. Con lo chef Arcangelo Dandini e il pasticciere Stéphane Betmon
giovedì, 10 Novembre 2011 di

svinando

Volevate i gastro-bistrot alla parigina? Sognavate la bistronomia? Cercavate lo Chateaubriand in salsa capitolina (o meneghina)? Bene, dal 17 novembre il posto che fa per voi si trova a Via Claudia a Roma. In pratica di fronte al Colosseo. E’ il mondo della musica e dell’intrattenimento giovanile che prova a forzare il recinto dei gastrofighetti con un locale che farà parlare. E molto.

Il dj Giancarlino (inventore del Goa, del Ketumbar e del Magick Bar), il pubblicitario Richard Ercolani (titolare de Il Baretto al Gianicolo e del River Bar) e il trendyssimo Maurizio Bistocchi (ha lanciato Replay Store e Replay Caffè) si sono associati in questa operazione che vuole unire bello e buono con una nota di leggerezza ed eleganza.

Già vedo storcere qualche naso. E partiamo proprio dal nome del locale, Caffè Propaganda, che a molti appassionati di gastronomia potrebbe far venire in mente musica a tutto spiano, chilometri di tacchi a spillo, abbigliamento modaiolo e fighetterie di vario genere. Sbagliato. Il gusto estetico ci sta nelle due ampie sale, ma basta guardare il logo e ascoltare Maurizio Bistocchi per traghettarsi su altri lidi.

La rievocazione vintage dei primi del ‘900 in un connubio tra il café parigino e il caffè letterato italiano balza evidente. La propaganda è riferita al cibo: “L’intenzione è propagandare un’alimentazione e quindi una ristorazione legata al territorio”, scandisce Bistocchi. Touché, lo confesso. Ma come, il pubblico trasversale, la moda, i numeri da macinare per mettere in pareggio un’operazione poderosa, molti sono scettici. “Ci riusciremo? Abbiamo consapevolezza della difficoltà, ma siamo convinti che questa sia la strada”, sottolinea Bistocchi.

Ok, mettiamo da parte il fioretto e operiamo di sciabola. Maurizio Bistocchi, scusi, ma di enogastronomia quanto se ne intende? “Sono da sempre appassionato e tanto per dirne una sono totalmente convertito al biodinamico e la carta dei vini del Caffè Propaganda rispecchierà questo orientamento con etichette del Lazio e delle regioni circostanti cui aggiungiamo il Piemonte”. Sento il rotolare di bicchieri sul parquet transalpino nemmeno se stessimo in un film di Sergio Leone. Scorre la lista: Le Coste di Gradoli, Pepe, La Distesa e poi le bollicine di Le Marchesine e il Piemonte di Stefano Bellotti.

Va bene, ma il cibo? “L’idea è semplice: si può mangiare bene senza spendere cifre pazzesche”. E farlo no stop da mezzogiorno all’una di notte. A muovere questa macchina da guerra ci sono Arcangelo Dandini e Stéphane Betmon. Ovvero la garanzia di questo matrimonio tra territorio romano e nouvelle vague parigina. Cucina romana e pasticceria francese si incontrano al Caffé Propaganda e sulla qualità dei due conducenti è inutile spendere parole.

A guardare la carta (segnatevi questa, il menu sarà un vero e proprio giornale mensile da portare via con interviste e articoli e una serie di inserti “pubblicitari” in stile vintage per i diversi menu) si comprende che la qualità e a volte l’eccellenza non sono un fatto di propaganda populista.

Arcangelo porta qui il suo Supplizio (supplì di riso, crocchette di patate e mozzarella, crostino di burro e alici Rizzoli) e I carciofi in tre tempi: giudia, romana, crudi per gli antipasti. Per i primi piatti, la scelta della pasta è caduta sui superspaghettoni Benedetto Cavalieri (pomodoro e basilico) e sulla web 2.0 Garofalo (Emidio Mansi con la sua Gente del Fud ha aperto molte brecce) che dovrebbe assicurare un food cost in linea con l’obiettivo enunciato da Bistocchi (una cacio e pepe, con il pecorino romano, il pepe di Sarawak e i paccheri è prezzata 10 €, per fare un esempio). La lista delle materie prime comprende le selezioni di Parma&Co della famiglia Carmignani (negozio a Milano e, segnate anche questo, prossime aperture a Londra e New York ) che qui di fatto avranno un corner. A memoria cito un 60 mesi di Branchi (prosciutto cotto) e il 24 di Vescovi (crudo). Per i gastrofighetti, uova dell’immancabile Paolo Parisi (che Bistocchi conosce da quando aveva l’idea di fare una cascina) e frittate con mentuccia e pecorino o al pomodoro biologico della campagna romana. Tra i secondi, adocchiati i saltimbocca alla romana su galletta di patate, le polpette di vitello fassona e resto curioso di assaggiare l’Hamburger “Propaganda”. Prezzo medio di un pranzo, 35/40 €.

E veniamo alla carta bar, curata da Betmon, che sposa dolce e salato. I sandwich sono da Macellaio (pan brioche alle noci, insalata, pomodoro, cipolla bianca cruda, roastbeef, salsa pomodoro e rosmarino, servito con patatine fritte) o da Pescatore (pancarrè, insalata, zucca, cetriolo, peperone verde, carpaccio di baccalà, maionese al limone e coriandolo servito con patatine fritte) e prezzi a 12 € con pani fatti in casa e montaggio espresso. La “lavagna” con i piatti del giorno e deviazioni dalla carta permetterà di coprire le richieste da pranzo rapido a osteria new age con portate della tradizione romana (minestra di broccoli e arzilla, coda alla vaccinara, zuppa di cicerchie e baccalà, trippa).

I dolci manderanno in visibilio gli appassionati del genere. Si parte dai macarons classici (crema pasticcera alla vaniglia, crema pasticcera al cioccolato, pan di spagna inzuppato nel Alchermes) e aspettando quelli al gusto italiano che Stéphane sta studiando si arriva al maritozzo, ai giglietti e all’Amaretto di Guarcino. Un altro incrocio tra capitali e una riscoperta delle tradizioni.

E ora che siete convinti che il Caffè Propaganda non è propaganda populista, beccatevi il contesto ambientale dei 280 metri quadrati per complessivi 70 coperti, con soffitti a volta alti 5 metri sorretti da antiche colonne e quattro grandi vetrate. Il bar (non vi avevo detto del bar con i cocktail preparati da Dan, bartender australiano che arriva direttamente – atterrato ieri a Roma a ore 12:00 – dal Corinthia di Londra?) ha uno spettacolare bancone in zinco realizzato dall’Atelier Nectoux specializzato in bistrot 1900-1930. Tanto per dire, dovete andare al Bar Magenta a Milano per vederne uno d’epoca. Resterà impressa anche la vetrina e lo scaffale per i dolci. Per contenuto e per contenitori.

Le piastrelle Almond alle pareti sono di Etruria Design di Modena che ha riproposto la piastrella diamantata che rivestiva le stazioni del Métro parisien. I lampadari a goccia arrivano da un hotel dismesso della Provenza e le sedie sono di Chaises Nicolle (modello del 1933, ça va sans dire).

Non siete convinti? E allora dopo il fighissimo party di inaugurazione giovedì 17 novembre dalle ore 19, non resterà che sederci ai tavoli del Caffè Propaganda e verificare che l’allegra brigata di sei giovani diretta da Betmon e Dandini sarà in grado di farvi respirare l’aria di Montmartre e i sapori della campagna romana.

Caffè Propaganda. Via Claudia, 16. Roma

(ha collaborato Mario Sansone)

 

(Big Picture: le foto possono essere ingrandite cliccando sull’immagine preferita. Si attiva anche la galleria con le freccette)

 

Di Vincenzo Pagano

Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.