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La ricetta delle polpette di bollito da mangiare con le mani

venerdì, 18 Novembre 2011 di

svinando

Polpette mon amour. E’ proprio così, in quella famosa isola su cui ognuno di noi fantastica di portare i più svariati ed insoliti oggetti, tutto quello di cui io avrei bisogno è di un buon coltello con cui tritare materiale edibile per poi modellarlo in confortevoli e tranquillizzanti sfere leggermente schiacciate sui poli.

Fosse per me, con buona pace del bon ton, le polpette (di qualsiasi tipo) le mangerei solo con le mani, a grandi morsi che riempiono la bocca: estasi, abbondanza ed un pizzico di rusticità che non guasta mai.

Quando arrivo a casa di Alessandro, a metà mattinata, non faccio in tempo a mettere la punta del naso al di là della porta che vengo investito da un profumo suadente ed ammiccante: il mio “compagno di merende”, lungimirante come pochi in quanto a cibo, ha già messo sul fuoco un court boullon deliziosamente odoroso ed aromatico.

Come direbbe Steve Jobs: Let’s talk about Polpette di Bollito, quelle che sanno di Roma e di Venezia, quelle che la mamma mi ha sempre preparato il giorno dopo il bollito, in accoppiata con un buon risotto per riutilizzare il brodo.

Tuffiamo la carne di manzo nel brodo aromatizzato, dovrà cuocere lentamente per almeno un paio d’ore, senza stremarsi ma ammorbidendo le sue fibre mentre si profumano ed insaporiscono.

La cucina di Alessandro è tra le più tecnologicamente fornite tra quelle casalinghe che ho avuto il piacere di visitare: cutter, mixer, robot, non manca niente per tritare, sminuzzare, omogeneizzare; un bel vedere per un appassionato di cucina come me, insomma. Tuttavia oggi non è la giornata adatta per avere come sottofondo lo stridore sintetico di un elettrodomestico da cucina. Prima regola per la polpetta di bollito definitiva: staccare la corrente spegnendo l’interruttore principale, preparatele di giorno quindi.

Per fortuna, dalla scaffalatura dove sono conservati i coltelli, fa capolino un ancestrale coltello da colpo, pesante e lungo: la carne è ormai cotta e va triturata.

Prima fette, poi striscioline, quindi cubetti: è questa la liturgia preparatoria al concerto che sta per tenersi e che culminerà con lo sfrigolio allegro della frittura: il coltello batte ritmico sul tagliere, in un crescendo che rende la carne sempre più fine, senza però distruggerne il nerbo e la texture.

Nella ciotola mescoliamo il lesso di manzo con della mollica di pane ammollata nel brodo, sale e pepe ad insaporire, prezzemolo e buccia di limone per profumare, quindi leghiamo il tutto con un uovo ed una generosa grattata di parmigiano; quindi giù di mano ad impastare, un gesto tanto evocativo quanto intrinsecamente sensuale.

Mentre inizio a dar forma alle polpette, queste più schiacciate di tutte le altre, passandole nel pan grattato grossolano, Alessandro ha riempito una padella profonda con dell’olio extra-vergine d’oliva: questa è una frittura gagliarda ed intensa, già siamo contrari ad altri oli per la frittura ma in questo caso siamo intransigenti.

L’olio ha raggiunto la temperatura ideale, siamo arrivati al rush finale: tuffiamo le polpette nell’olio bollente, le lasciamo dorare su ogni lato lasciandoci sopraffare nello spirito dalla scoppiettante allegria propria di ogni frittura.

Ora le polpette sono sulla carta assorbente per scolare l’olio in eccesso, il tempo non sembra passare, vorrei lanciarmi sulla prima polpetta che esce e mangiarla in un sol boccone. Alessandro, che evidentemente tiene alla salute del mio cavo orale e delle mie papille gustative, mi trattiene dal folle gesto. Aspetto.

Brindiamo facendo tintinnare le polpette e poi godiamo del primo morso di questo autentico monumento della cucina italiana, ci guardiamo soddisfatti e sorridenti… Polpette mon amour!

Ingredienti per 4 persone:

300 g di lesso di manzo
Mollica di pane
1 uovo
Sale e pepe
50 g di Parmigiano
Limone
Prezzemolo
Pan Grattato
Olio evo per la frittura

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