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Che piacere, la vera prima volta con l’eno-appassionato

martedì, 29 Novembre 2011 di

Trascorri una lunga fase della tua vita, dall’adolescenza ai 20-22 anni associando alla parola vino il liquido-rossastro-buono-l’ha-fatto-il-contadino, rigorosamente servito nel bicchiere di plastica; quel liquido rossastro che gli amici insistono per farti bere a braciate/pic-nic/pasquette et vigiliae varie.
E tu lo bevi, tuo malgrado, perché, diamine, sei un adulto ormai, DEVE piacerti.
Fai difficoltà però a spiegarti cosa ci sia di gratificante e piacevole nel bere qualcosa che ha la capacità di anestetizzarti palato-lingua-labbra in modo così completo e apparentemente irreversibile.

Alla fine, a forza di dure prove sensoriali, abbandoni sconfitto la fase “Sono adulto, devo bere”, e ti tuffi in quella “No grazie, sono astemio”.

Fino a che non arriva lui, l’amico brillante della comitiva, quello “avanti”; quello che per primo ha mangiato sushi con le bacchette; quello che per primo è andato a cena in un ristorante stellato; insomma, quello che per primo si è sentito appellare con “Caro enoappassionato” dalla newsletter di una gastro-rivista.

Lui, il tuo Virgilio; la tua chiave di accesso all’eno-conoscenza.

Una sera, tra i 20 e 30 anni, ti invita a cena a casa sua. Una cena vera. Segnaposto, calice di vetro e nessuna traccia di ciotole di patatine. Ti accomodi sorpresa e disorientata. Arriva in salotto con in mano una bottiglia di vino seducente (nessun boccettone risparmio da 5 lt) e inizia a parlare di quanto non possa fare più a meno del Côte du Rhone dell ’83 – che nemmeno eri nata – da quando l’ha scoperto.
Tu allora lo fissi perplessa – Co…che?-, e ti prepari a dire il solito “No grazie, sono astemio”.
Ma l’entusiasmo di Mr mondano ti coinvolge. Afferri maldestramente il calice e fai un bel sorso.

E finalmente: eccolo. Il piacere.
Intenso, pieno, armonico.
In quel sorso assapori la scoperta di esserti sempre violentata, di non essere astemia, di non poter fare a meno del vino.
Ben presto ti ritrovi a frequentare enoteche, a usare il termine degustazione e a sentire “il vino lo porti tu?” quando ti invitano a cena!

Che piacere vedere i tuoi gusti maturare insieme a te, capire la differenza tra il vino e Il Vino, scoprirti consapevole di non voler mai più tornare indietro.

Caro enoappassionato,
grazie dell’attenzione.

(Federica Bernardo)