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Natale. I vini a partire da 8 € per cenone e pranzo

Una selezione di vini per il menu di Natale, cenone della Vigilia e pranzo del 25, con piccoli prezzi e grande qualità per sconfiggere la crisi con tanto gusto
lunedì, 19 Dicembre 2011 di

Ci siamo, siamo entrati nella settimana clou. In punta dei piedi il Natale è arrivato anche quest’anno. Cogliendoci tutti di sorpresa. Non è che in giro l’aria natalizia sia così tangibile. Sarà la crisi, sarà il nuovo governo che ci ha catapultato in un nanosecondo dal bunga bunga alla minestrina serale, dal “i ristoranti sono tutti pieni” alla manovra di tagli e lacrime per tutti. Quindi, se non mancheranno sotto l’albero di noi golosi i soliti manicaretti cinque stelle, preferiremo magari l’acciuga al caviale, il panettone giusto ai macaron da 5 euro a botta.

Sui vini però la faccenda si complica: come accompagnare le nostre leccornie con beveraggi adeguati, senza svenarsi? Ecco un diario minimo di sopravvivenza a nostro gusto.

La cena della Vigilia di Natale

Iniziamo con la cena della Vigilia, a tutto pesce, come vuole la tradizione. Io quest’anno prevedo di cominciare con un carpaccio di cefalo, con pomodoro, peperoncino e timo. Sopra, non ho dubbi, ci bevo Collestefano 2010, un Verdicchio di Matelica affilato e profumato, con note fruttate di pompelmo suadenti, da berne a fiumi ad un prezzo interessantissimo: intorno agli 8 €.

Poi per primo un grande classico, neopauperistico: spaghettone Cavalieri aglio, olio e acciughe, un primo gagliardo, di grande soddisfazione. Mi serve un vino che lo regga e lo aiuti, non è semplice. Un bianco di corpo e acidità che lenisca il palato. Ce l’ho! Il Pecorino 2010 di Tiberio, la giovane cantina sui colli pescaresi che ha sfornato un Pecorino elegante e ricchissimo, dalla struttura mai stanca ma perennemente confortata dalle note fruttate e minerali tipiche della montagna abruzzese, il prezzo sotto i 10 € allo scaffale.

Per il secondo vado sul classico: un bel brodetto di pesce, ricco, vario e allegro, con il peperone a rischiarare e tanto pane bruscato a confortare. Qui non ho dubbi e mi sparo un colpo da maestro: un Rossese di Dolce Acqua 2010 di Maccario Dringenberg. Lo sapete, abbiamo un debole per questo vino, questa semplice edizione vola con profumi di erbe mediterranee e un frutto vivo e pimpante. Rinfrescatelo un poco, per far esprimere al meglio la sua acidità complessa e vedrete come starà sul pesce, da urlo. Come il prezzo: € 13,85.

La Vigilia è andata, si chiude con la solita tombolata, grandi e piccini, panettone e un goccio di di vino dolce. Mi piace l’Apianae di Majo Norante, fine e fruttato, mai eccessivo e dal prezzo piccolissimo di 14 €.

Il pranzo di Natale

Ora il gioco si fa difficile. C’è il grasso, ricco e opulento pranzo di Natale e qui trovare vini adeguati senza svenarsi è difficile. Cominciamo con un misto di salumi, il culatello che mi sono riportato da Spigaroli, con lo strolghino. Un poco di salame di Gregorio Rotolo, un cojone di mulo di Berardi e un po’ di ventricina. Non ho dubbi, sopra ci bevo quella magnum di Radici che ho serbato da parte. Un Lambrusco di Sorbara, nervoso ed elegantissimo, lo fa Paltrinieri e oggi ha la sihouette di uno Champagne rosé, ma il costo di 6 € per la bottiglia classica è da Lambrusco.

Per il primo un classico, tortellini in brodo di cappone. Dopo anni in cui li ho cucinati io, sbattendomi in impasti e ripieni, oggi non ho più dubbi: li compro direttamente da Chiari a Bologna, tanto sono più buoni dei miei, non c’è niente da fare. Il brodo invece lo faccio io con i miei capponi ed è fenomenale, ci vuole un rosso profumato e piacevole, mi faccio il primo regalo di Natale, Pinot Nero Bourgogne 2009 di Coche Dury, 84 € non sono pochi, ma neanche troppi per un mito. Se invece volete tenervi più parchi, vi dò una dritta: l’Aglianico del Vulture Serra del Prete 2009, un vino contadino affascinante e sfaccettato, dalle emozionanti sensazioni al palato, nervoso e tannico, ad un prezzo sotto i 15 €.

Il secondo invece è un altro classico di casa mia, la galantina di pollo. Il pollo è quello che ho visto pulcino, svuotato e disossato e farcito con un impasto di famiglia che viaggia di bocca in bocca, dalla salciccia alle interiora, dai funghi ai tartufi. Un primo opulento e ricchissimo, ci bevo un vino impreciso ma elegantissimo e succoso: il Montepulciano di Pepe 2008, al naso profumi tipici di Montepulciano, dalla visciola al sapido del mare, in bocca una festa di frutto. Un grande vino da agricoltura biodinamica sotto i 25 €.

Il capitolo dolci è parco, prevede i soliti classici e la cicirchiata. Si, lo so, gli struffoli sono di Carnevale, ma a casa mia si sono sempre fatti a Natale, non so perché. Risultato: per me non è festa se non ci sono e sopra ci bevo un Moscato che aiuta a mandarlo giù. Utimamente mi piace molto quello di una cantina dal nome impronunciabile: Ca’ D’ Gal, il Lumine, per 11 € , il più piacevole che c’è in giro.

Così questo Natale è passato e per il brindisi rituale non si può sbagliare due grandi classici: il Franciacorta Nature di Enrico Gatti, una piccola azienda orgogliosamente contadina dalla bollicina elegante e non dosata e dal prezzo correttissimo di 25 €. Se invece siete inguaribili francofili, il consiglio migliore è un altro classico dei piccoli produttori di Champagne, Pierre Moncuit. La cuvée Hugues de Coulmet viene via intorno ai 30 €, ma è secondo me uno dei migliori blanc de blancs in giro, affilato e nervoso come si conviene.

Anche quest’anno è andato e ce l’abbiamo fatta. Malgrado tutto, il peggio è passato… speriamo!

(Alessandro Bocchetti e Paolo Trimani)

[Foto: mister-x.itwinebuzz.hk, vinopr.it]