mulino caputo farine per pizza, pane e dolci

La cipolla di Wislawa Szymborska. E di Salvatore Tassa

domenica, 05 Febbraio 2012 di

svinando

Non sono il tipo che legge poesie. La mia generazione è ancora di quelli costretti a impararle a memoria alle elementari. Sarà per quello che non c’è tanto feeling?

Eppure un pomeriggio di alcuni anni fa mi imbattei per caso nella strana opera di una poetessa dell’Est che non avevo mai sentito nominare.

E in effetti, prima del meritatissimo Nobel del 1996, il nome di Wislawa Szymborska era pressoché sconosciuto, salvo che agli specialisti in letteratura polacca, mentre oggi non pochi appassionati ne piangono la scomparsa, avvenuta pochi giorni fa a Cracovia all’età di 88 anni.

La poesia che mi colpì tanto si intitolava “Scrivere il curriculum“. E’ una delle più note e delle più citate, e il fascino minimale di quei versi liberi, splendidamente resi in italiano da Pietro Marchesani, mi conquistò immediatamente, spingendomi a ricercare altre piccole gioie. Così scovai le raccolte pubblicate da Vanni Scheiwiller e poi da Adelphi, che recentemente ha mandato in stampa l’integrale dell’opera poetica.
Ma che c’entra con Scatti di Gusto, si staranno domandando i miei 23 lettori (uno in meno di Bocchetti)?

Salvatore Tassa festeggia 25 anni di Colline Ciociare, motivo in più per andare ad Acuto

Beh, a parte che la cucina e il vino spesso sono poesia, a me, prosaico e materialista, leggendo “La cipolla” è subito venuto in mente Salvatore Tassa.

La cipolla è un’altra cosa.

Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi dentro
senza provare timore.
In noi ignoto e selve
di pelle appena coperti,
interni d’inferno,
violenta anatomia,
ma nella cipolla – cipolla,
non visceri ritorti.
Lei più e più volte nuda,
fin nel fondo e così via.
Coerente è la cipolla,
riuscita è la cipolla.
Nell’una ecco sta l’altra,
nella maggiore la minore,
nella seguente la successiva,
cioè la terza e la quarta.
Una centripeta fuga.
Un’eco in coro composta.
La cipolla, d’accordo:
il più bel ventre del mondo.
A propria lode di aureole
da sé si avvolge in tondo.
In noi – grasso, nervi, vene,
muchi e secrezioni.
E a noi resta negata
l’idiozia della perfezione.

Colline Ciociare | L’anima di Salvatore Tassa in 15 piatti