mulino caputo farine per pizza, pane e dolci

Gdo, dacci oggi il nostro pane buono. A lievitazione naturale

Un pane buonissimo alla Gdo, croccante e morbido, neanche troppo costoso. E' amore a prima vista e per averlo torni a spendere alla Sma.
giovedì, 23 Febbraio 2012 di

Il supermercato è come un amore adolescente. Ti prendi, ti lasci, ti riprendi. E ogni volta, con rinnovato ardore, pensi che sarà per sempre. Un giorno è Conad, l’altro è Coop. Poi ti capita il periodo Sma e la cotta per Carrefour.

Nel tempo me ne sono passati tra le mani parecchi. C’è stato il carrello colmo negli anni della prima casa da sola, la crisi economica ancora sullo sfondo, insieme alla luce mistica del km 0. C’è stato, per tante estati, l’intermezzo della Coop, nella Toscana sempre un palmo più alta degli altri, anche nello shopping quotidiano. Prodotti locali ante litteram, cassiere e commessi autorevoli come ingegneri, quell’idea di paese e di mondo a convivere nello stesso spazio. Ma poi lasci anche la Coop, delusa da uno spuntino disgraziato.

Poi una sera arriva lui. Il più bello di tutti, croccante e colorito. Indovini una mollica di panna, dentro una scorza di polso. Te lo porgono senza enfasi, eccezionale tra l’ordinario. Te lo incartano come fosse uguale agli altri, una pagnotta qualsiasi a due passi dalla baguette dell’Est.

Lo porti a casa, lo affetti, lo assaggi e ti senti fortunata. Da allora torni ogni sera alla Sma, all’appuntamento con la sfornata del pomeriggio. Per quel filone riprendi a spendere nel supermercato che hai abbandonato un lustro fa, messa in fuga da qualche commessa musona, da un bio chimera e da un assortimento sovietico. Già che ti trovi compri anche il resto: arance, cereali, detersivi, latte e croccantini, l’imprescindibile spesa al super.

Per questo amore abbandoni (per sempre?) il Carrefour: salumi tagliati a mano, pollo biologico che compete con i migliori e tanto pescato locale con tutte le etichette (apparentemente) a posto.

Se questa è una piccola storia da manuale, qualcuno può spiegare ai Soloni del marketing che lo sconto (e il volantino) non è l’unico specchietto per le allodole? Qualcuno glielo dice ai supermercati che nella battaglia del buono (e dell’educazione alimentare) saremmo in molti al loro fianco?

Intanto aspetto l’inevitabile addio. Perché delle due l’una: o smetteranno di portarlo (nessuno lo piglia) o diventerà meno buono (in troppi lo vogliono). Nel frattempo non mi do troppo pensiero e me lo godo. E lo mangio tutte le sere.