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Schede del vino. Chateauneuf-du-Pape Croix de Bois 2006

Una bottiglia di Chateauneuf-du-Pape Croix de Bois del 2006. Un naso serrato, di superba eleganza. Con una persistenza lunga e delicata.
venerdì, 02 Marzo 2012 di

Oggi vi racconterò un ottimo vino francese prodotto in una regione bellissima e legato ad essa in maniera indissolubile.

Stiamo parlando dello Châteauneuf-du-Pape Croix de Bois 2006 di M. Chapoutier prodotto nei pressi dell’omonimo castello, ormai in rovina, costruito dal Papa Giovanni XXII nel XIV secolo ma ancora oggi sede della Echansonnerie des Papes, una confraternita che porta alto il nome dello Châteauneuf du Pape in giro per il mondo. Lo stesso Papa Giovanni XXII fece “elevare” questo vino a rango di vino ufficiale delle Santa Sede.

Pare che già i Galli piantarono viti in questa zona ma lo sviluppo si deve certamente ai Romani e al Vescovo di Avignone, Geoffrey, che diede un forte impulso alla qualità, gestendo personalmente il patrimonio della Chiesa e favorendo il commercio con la Gran Bretagna e l’Italia.

Il panorama è romantico con piante di lavanda e timo a far da cornice al vigneto che è situato nei dintorni dell’omonimo Comune nella regione della Provenza, ha un estensione di circa 3000 ettari e la vigna affonda le radici su un terreno rossastro di origine alluvionale coperto da ciottoli e sassi che riflettendo i raggi solari, donano allo Chàteauneuf la più alta gradazione alcolica riscontrabile nei vini francesi: a volte superiore ai 14 gradi.

Ma la particolarità è nell’uvaggio: è possibile produrre Châteauneuf con ben 13 vitigni diversi; questo “blend” così unico può essere formato da uve a bacca bianca e nera.

Nello specifico: per i vitigni rossi possiamoi troviare il Grenache Noir, Syrah, Cinsault, Cournoise, Mounvedre, Muscardin, Piquepoul Noir, Terrent Noir, Vaccarese. Per i bianchi troviamo: Bourboulenc, Clairette Blanche e Rosè, Grenache Blanche e Gris, Picardan, Piquepoul Blanche e Gris, Rousanne. In realtà i più grandi Châteauneuf hanno il 95% di Grenache Noir e Syrah, aggiungendo dosi minime di altri vitigni come da tradizione della Maison.

Chiudo i cenni storici citando un verso che il poeta-produttore Frédéric Mistral scriveva nell’ etichetta del suo vino: ” Lou vin de nou castou, souno la voio, emai lou cant, emai l’amour, emai la Joio” (il vino di Châteauneuf porta il coraggio, la melodia, l’amore e la gioia).

Fu proprio Mistral, assieme ad altri artisti francesi, tra i quali Alexandre Dumas, a portare fuori dalla Provenza questo stupendo vino.

Un 2006 che si svela poco alla volta. Sarà per la particolare “chiusura” che da questa annata sarà sempre presente, ovvero una colata di cera lacca giallo ocre che copre il tappo e quindi evita lo scambio aria-vino. In questo stato di ossidoriduzione il vino tarda a “concedersi” … Ma noi siamo tipi pazienti…

Si presenta con un bel rubino scarico, brillante con unghia lievemente aranciata. Uno Châteauneuf pregiato che ha naso serrato, integro, di suberba eleganza e finezza. Di qualità molto fine, apre a riconoscimenti di more, lamponi, ciliegia susina e liquirizia. Sfumature floreali arricchiscono un entusiasmante olfatto uniti e dolci effluvi di tartufi neri e cioccolato. Finale piacevolmente balsamico.

Al palato fanno breccia la solida struttura non potente ma elegante con trama tannica fine e setosa, una vena minerale che “accompagna” un girotondo di violette, lavanda, rosmarino, frutti di bosco neri e umidità terrose. Termina l’esaltante degustazione una persistenza lunga e delicata con ritorni speziati fusi a note cioccolatose e tabacco da pipa.

Lo accompagnamo al piatto forte della mia regione: l’agnello del Gran Sasso mollicato con erbe aromatiche che trova il suo maggior interprete nelle sapienti mani dello Chef Marcello Spadone del ristorante La Bandiera di Civitella Casanova. Una stella Michelin ben meritata.

(Luca Panunzio)