mulino caputo farine per pizza, pane e dolci

Bologna. Puoi mangiare la pizza in un centro commerciale se vai da Berberè

Andare a mangiare in un centro commerciale e scoprire un locale attento alla qualità delle materie e alla preparazione di piatti leggeri
giovedì, 28 Giugno 2012 di

svinando

Berberè è un luogo dove l’esperienza del food coinvolge i sensi, tutti quanti. E lo fa in maniera armonica, trasmettendo una precisa filosofia di vita. Il buon cibo, oltre a essere un fattore a estremo giudizio del palato, diventa elemento centrale di un percorso visivo e tattile, dove le forme e i colori guidano il cliente all’interno di un mondo dominato dai principi dello slow food.

Berberè offre una una cucina semplice, creativa ed etica, all’insegna dei sapori veri e dell’esaltazione dei nutrienti alla base di ogni piatto. Nasce dall’incontro tra Matteo Aloe, giovane foodblogger creativo e Beniamino Biliali, uno dei più conosciuti maestri pizzaioli d’Italia.

Il locale si trova all’interno del centro commerciale Le Piazze, appena fuori Bologna e all’ingresso di Castelmaggiore. L’innovazione è insita già nella location. Crolla un falso mito, quello del centro commerciale come luogo del tocca e fuggi, anzi, il non-luogo costruito come un’isola felice, extraurbana, dove rifugiarsi per un po’ di svago che, una volta arrivati lì si esprime in termini di acquisti compulsivi, fast&junk food.

Berberè è lontano da tutto questo. Accoglie le persone. E’ fatto apposta per restare e vivere un’esperienza completa e raffinata all’interno di un locale all’insegna della permanenza e della memorabilità.

Ciò che Berberè offre di nuovo e di diverso è, anzitutto la pizza. Quindi, avendo già letto alcuni articoli che hanno recensito il locale, sono andata lì con la curiosità di provare quella light pizza preparata con un impasto ad hoc, speciale che si riassume in: farine macinate in pietra, maturazione naturale fino a 48 ore utilizzando solo lievito madre, fiordilatte, topping ricco e originale fatto solo di ingredienti esclusivamente stagionali e dai presidi Slow Food.

Beh, già dall’elenco delle caratteristiche si evince, pur non avendola ancora assaggiata, che si tratta di qualocosa di nuovo e di eccezionale. Io, prima di trovarmi lì a ordinarne una mi sono resa conto di non aver mai prestato sufficiente attenzione al modo di preparazione di una vera pizza genuina. Probabilmente perchè mai prima d’ora mi ero trovata così tanta trasparenza e comunicazione di un tipo di cucina che vuole, anzitutto, educare il cliente prima di saziarlo, guindandolo verso una scelta consapevole dei piatti.

La pizza è gustosa, leggera e digeribile grazie a un processo di fermentazione basato sull’idrolisi dell’amido. Ne ordino una pizza con pomodoro San Marzano dop, mozzarella di bufala artigianale, basilico e olio. La pasta è soffice, con un bel cornicione e guarnizioni al dettaglio, dalla singola fetta di mozzarella al pezzetto di basilico lì, su ogni fetta tagliata a spicchio. non c’è che dire, sapore favoloso, consistenza e colore eccezionali.

La mia amica ordina come antipasto un filetto di baccalà mantecato a crudo con crema vellutata di patate. Da berberé i piatti si accompagnano rigorosamente con vini biodinamici e birre artigianali. Quindi, ci orientiamo verso un Pignoletto Corte D’Aibo ottenuto da uve di agricoltura biologica, vino deciso dal gusto e profumo intensi.

Completiamo il pasto con delle fragole con panna spruzzate di coriandolo, e per finire in bellezza, ordiniamo l’ultima specialità dello chef: semifreddo al pistacchio di Bronte con cioccolato Guanaya 70%.

E intanto che gustiamo i nostri piatti, le nostre vite discorrono liete in quel luogo dove il senso del bello, il design e l’armonia tra le parti creano un piccolo microcosmo culturale di gusto e piacere. Un luogo in cui il consumo è un atto culturale e civile, tradotto nell’impegno e nella passione per la diffusione dei principi sani di trattamento delle materie prime alla base di una cucina innovativa.

La creatività si riflette nell’arredo vintage, nelle poltrone e sedie colorate, nelle forme morbide dai toni leggeri, rilassanti. Berberè libera oltre che i sensi, l’immaginazione.
Nel locale sono presenti diverse opere d’arte. Mi colpisce a prima vista un’enorme tastiera di query in porcellana e Gres che gli artisti Pastore e Bovina hanno realizzato come installastione per Berberè. Si legge nella spiegazione: “Le pietre sono parole, un sasso la prima arma. Le parole sono pietre, usiamo armi intelligenti, non serve avvicinarci per colpire”.

E quelle parole, così chiare e forti che Berberè espone all’ingresso, sono come pietre, mattoni che messi assieme danno vita a un progetto originale. Singoli sassi curati pezzo per pezzo, ciascuno a comunicare un unico senso e ad accogliere il cliente all’interno di un ecosistema, un habitat naturale dove l’uomo riscopre di essere un’essere migliore.

Berberè. Le Piazze -Lifestyle Shopping Centre, via Pio la Torre n. 4/b, Castelmaggiore 40013, Bologna.

[Enza Maria Saladino]