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Miracolo a Milano/25. Per una mappa ragionata di 10 gelaterie da Grom in poi

Quali sono le gelaterie migliori a Milano? Scatti di Gusto vi offre una guida ragionata con i gusti da preferire per il gelato che vi piace
martedì, 03 Luglio 2012 di

“Ma lo hai fatto?”
Sì sì l’ho fatto.
“Ma davvero? No, non l’avrai fatto davvero, dai…”
Ma se ti dico che l’ho fatto!!
“Ma era grosso? Tanto”
Beh, non so come si possa misurare in termini di grandez…
“Hai sempre voglia di scherzare, tu… su… no, non ci credo: vuoi dire che te lo sei infilato tutto in bocca così senza fare una piega e…”
Totò! Ti sto dicendo che l’ho fatto: in un momento di particolare tristezza, non avevo nemmeno voglia di un gelato – ma c’era questo barattolino di Amarena Fabbri, in questa gelateria, e insomma… L’ho preso, l’ho aperto, le ho mangiate.
“Tutte?”
Tutte.

***

Così inizia il nostro breve viaggio fra le gelaterie milanesi. Breve non certo per mancanza di materiale: sembra che aprire una gelateria sia una specie di moda, come lo sono state le crocs, o le clic-clac negli anni Settanta. E neanche tanto stagionale…

In questi giorni, settimane anzi, di gran caldo, ne abbiamo girate diverse: una coppetta e via. E ve le proponiamo così, senza classifiche (anche se poi una graduatoria verrà fuori…).

1. “Posso parlare subito di Grom? Allora: che cos’ha Grom che non va? Si leggono molti commenti in giro che ne parlano male malissimo (altrettanti ne parlano bene, ovvio): secondo me, le critiche sono dovute più che altro al fatto che sono giovani, di successo, fortunati, stanno facendo i soldi (corollari: forse li avevano anche già, piove sul bagnato, figli di papà…), sono anche carini, hanno in giro le foto in camicia bianca che danno un po’ l’aria di chi non ha mai lavorato in vita sua, bocconiano manageriale per dire… Ma il loro gelato è buono, alcuni gusti sono molto buoni, come la Crema di una volta, certe frutte, la loro panna montata è ottima, alcuni accostamenti magari meno, ma altri di più…” In effetti, anch’io ritengo che siano dei buoni produttori, decisamente sopra la media; preferisco probabilmente le gelaterie artigianali medio-piccole, ma sicuramente vale la pena di fermarsi da Grom…

2. “Siamo d’accordo – e allora passiamo a un’altra ‘catena’, Vasa Vasa. Certo che come nome di gelateria in italiano non suonerebbe un gran che – ‘bacini bacini’… mah.” Bacia-bacia, semmai. Siamo stati sia in Canonica che in via Cadore (la sede originale, se non sbaglio): qui abbiamo mangiato una coppa Crema e noci, Crema siciliana, Fiordilatte. Buone Crema e noci e Fiordilatte; una meraviglia la Crema siciliana, ovvero ricotta di pecora pasta di mandorle panna agrumi: delicatissima, leggera al gusto (magari leggermente calorica? “Ne vale la pena…”). Buoni gli altri gusti.

3. Da Amorino in Ripa di Porta Ticinese (ma la catena conta negozi in tutto il mondo) abbiamo preso un gelato Fiordilatte e Fragola Camarosa. “La fragola è quasi sfacciata, sembra che esageri nel voler essere fragola, per cui forse diventa un po’ meno fragola di quanto non ci si aspetti o sia possibile sperabile che sia…” Non ti seguo: diciamo che è sì leggermente esagerata, mentre il Fiordilatte è abbastanza anonimo, sembra che sia una specie di contorno da accompagnare a un gusto più forte – non so se è schiacciato dalla Canarosa.

4. Così abbiamo provato lì vicino, all’inizio del Naviglio Grande, la Rinomata gelateria artigiana con prodotti di pasticceria – così recita l’insegna (Ripa di Porta Ticinese, 1. Tel. +39 02 58113877). Mirtillo Fiordilatte Pera e cioccolato. “Pera e cioccolato è un gelato alla pera, abbastanza normale, con delle ‘macchie’ di cioccolato, ma il tutto non dà l’idea del ‘gelato-di-pera-e-cioccolato’. Fiordilatte discreto. Mirtillo: anche questo diciamo ‘sfacciato’, ma giusto, più gradevole, buono, con il corretto sapore di mirtillo. Gli ingredienti sono sempre dappertutto curati selezionati naturali e simili: sono queste le basi minime del gelato artigianale. “Hai visto? Il colore del mirtillo è un rosso carico diciamo: ma se lo mescoli bene al fiordilatte diventa proprio del colore del mirtillo, quel violaceo dalle sfumature…” Va bene, va bene…

5. Gelati Italiani Vanilla in via Pattari (Tel +39 02.89092297): Fior di panna niente di che, se uno legge panna si aspetta pannosità panniche… no. Mandorla e fico caramellato niente di che, era buono il fico caramellato, ne avevo dei gran spezzoni, molto buoni – ma il buono era tutto lì nel fico.

6. Cioccolati Italiani, via San Raffaele dietro il Duomo? “Niente di particolare. Buono, ma nella norma – a parte il gusto Meringata, di difficile definizione: piuttosto allappante, non aveva nulla della freschezza della meringata intesa come dolce…”

E cosa consiglieresti d’altro?

7. Attimi di Gusto, via Vigevano e Cesare Correnti: i gelati di Enrico Rizzi non deludono, per gusto, ingredienti, cura artigianale (fra l’altro ho seguito una sua serata in cui spiegava con la tua amica Patrizia Frisoli l’arte del gelato a un gruppo di persone SlowFood): una menzione speciale per il Sesamo nero, una passione, e il Sorbetto al Crodino, piacevolissimo, come quelli all’albicocca e al melone. E poi…”

8. “E poi? Un’altra nuova nuova: Giova in corso Indipendenza 20.” Vero: piccolissima, il (piccolo) banco dei gelati è praticamente sul marciapiede, la qualità è alta. Non moltissimi gusti, viste anche le dimensioni… ma… “…un Pistacchio di Brontë fra i migliori mai assaggiati, ottima la Nocciola delle Langhe, Fragola…”

9. E poi Paganelli, in via Adda angolo Fara: mi piacciono i loro gelati alla frutta, le creme, i cioccolati… “Su dillo!” E va bene: amo moltissimo i loro sorbetti al vino, anzi di più. Buoni buonissimi insuperabili. Attivi da anni e anni, li ho scoperti colpevolmente tardi, grazie a Christian Sarti – e una delle buone intenzioni delle prossime settimane è studiare un percorso che mi porti, al ritorno a casa, a passare da lì. E poi sono carini, simpatici – e i gelati, sono buonissimi (l’ho già detto?), con il giusto sapore, zucchero, gusto… e il sorbetto al vino…

10. E finiscila! Anzi finiamola, con l’ultima della nostra rassegna: Gelato Giusto, in via San Gregorio 17. Ultima perché dulcis in fundo, perché Vittoria (Bortolazzo) è una nostra cara amica e quindi la mettiamo fuori classifica, perché il suo sorbetto al cioccolato è probabilmente insuperabile, perché i gusti classici hanno qualcosa in più del classico (vogliamo parlare della Noce di Sorrento?), perché alcuni gusti sono delle poesie – senti qua: Gelato alla Ricotta con Fico Candito del Cilento e Nocciola Tonda Gentile IgP…”

Potrei aggiungere un elenco di gusti – Tè Earl Grey… – e alcuni accostamenti inaspettati spericolati azzeccati – Timo e Limone, Riassunto di Primavera, e devo provare Pistacchio di Brontë e Amarena… e che lo prepara tutti i giorni, partendo all’alba per trovarsi in negozio e iniziare a sbucciare mantecare pesare misurare; e che ha studiato da Cordon Bleu a Londra, da Lenotre a Parigi… e che è carina e simpatica, se proprio vogliamo dichiarare l’evidente parzialità…

Insomma, queste sono solo alcune delle gelaterie che qui a Milano spuntano come funghi, aprono, chiudono, cambiano: quasi quasi ne apro una anch’io.

“Totò Gelato… Il GelaTotò… No, ci vuole un nome allusivo e insinuante, che resti nella memoria, che richiami ancesrtali sensazioni: VasaVasaTotò… Totròm… Totò di gusto… Totò Giusto!!”

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.