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Sierra Nevada Ruthless Rye Pale Ale. La stelle e strisce che convince

sabato, 28 Luglio 2012 di

svinando

Oggi parliamo di un birrificio americano. Americano non perché sta a Viale Washington, al 23; ma proprio perché parliamo di una brewery born in the USA, nello stato più libertino stars and stripes, in Nevada. Mi è capitato di assaggiare la creazione 2012 di Sierra Nevada, la Ruthless Rye IPA, una pale ale alla segale, antico cereale proveniente dall’Asia minore, apprezzato per il suo sapore unico e coriaceo alle intemperie nella coltivazione, nacque nelle erbacce… A questo cereale eccezionale e al malto pale, vengono uniti il luppolo Chinook e uno sperimentale, con un Dry Hopping finale di questi assieme all’ormai modaiolo Citra.

Questa segale spietata (ruthless rye, ndr) si presenta di colore  rosso rame/marrone chiaro luminoso con un cappello di schiuma mediamente persistente con un tono di nocciola chiarissimo che riprende il sotto. I profumi sono un complesso mix di caramello, malti biscottati e lo speziato che rilascia la segale, unito ad un agrumato pompelmoso tipico delle IPA e una punta di resina di pino, bisogna perderci un po’ di tempo sopra col naso ma è una bella sensazione, la voglia di appoggiare le labbra sul bicchiere va un attimo tenuta a freno.  Ma poi iniziamo pure a berla, non facciamo i teorici e basta; l’imbocco è dolce di malto leggermente caramellato, arriva subito dopo l’agrumato e lo speziato della segale, a metà sorso arriva l’amaricante del luppolo; chiude in un tripudio di tutti i suoi sapori, malto biscottato, amaricante resinoso e pompelmoso, friccicorio piccantino della segale e poi tac! Chiude secca, solo un retrogusto amaricante non troppo lungo.Corpo non leggero, ma neanche troppo pieno, che non svanisce come un fantasma, molto godevole e beverina, 6.6° già abbastanza importanti.

Non c’è nulla da fare, gli ammerregani la birra la sanno fare, sempre se come birra stelle e strisce non abbiate in mente quella a cui Carlo Pedersoli si è ispirato per il suo nome d’arte per fare coppia con Terence Hill: in questo caso, fidatevi, avete una percezione errata delle birre americane.