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Foodblogger, strappati le vesti: non sei tra i 50 top Fornelli in rete

lunedì, 06 Agosto 2012 di

svinando

Un po’ di commenti risentiti sulla piattaforma di web marketing Comunikafood gestita da Daniele Vinci hanno ri-aperto la finestra sul “chi accredita chi”.

Chiara Brandi ha presentato il libro di Francesca Martinengo, Fornelli in rete, edito da Malvarosa in cui l’autrice ha scritto di 50 foodblog.

Criterio di selezione, una campionatura, si suppone, poiché 50 foodblogger potranno essere esemplificativi ma non esaustivi di un mondo molto vasto con circa 1500 indirizzi. La lista dello Spazio di Staximo ferma al 2011 è molto lunga, ad esempio, mentre ebuzzing include nella Top Blog Gastronomia 200 indirizzi.

In chiusura della presentazione, una frase ha sollevato il vespaio.

Il libro di Francesca Martinengo, giornalista con una lunga esperienza nel settore food, è istantanea su i 50 food-blogger italiani più significativi. Una guida per non perdersi nella rete ed orientarsi al meglio tra questi diari di bordo che contribuiscono a diffondere nella rete la cultura della nostra cucina, le tradizioni e la storia culinaria italiana e non solo.

E fin qui il “più significativi” un po’ le poteva far girare. Ma la frase che ha scatenato lo sconcerto è ben più forte.

Tutto il resto, è solo spazzatura che se ne andrà via con la prossima marea, così com’è arrivata.

Apriti cielo, sembra di leggere che oltre ai 50 fortunatissimi c’è il vuoto assoluto. La risposta non si fa attendere da molti gestori di foodblog e Daniele Vinci deve entrare in mood crisis management mettendo e chiedendo una pezza. Che arriva in forma di update dall’autrice del post:

UPDATE del 26/07, ore 15:00: desidero chiarire che la frase finale del post non si riferisce affatto a tutti quei blog, numerosissimi e in continuo aumento, che non sono recensiti nel libro in questione. Si riferisce altresì al concetto espresso qualche paragrafo sopra ed agli altrettanti numerosi siti che nascono scopiazzando ricette e foto, che si definiscono foodblog ma che con questi non hanno niente a che vedere.

La specifica è a un passaggio forse un po’ generalizzante

Insomma, il panorama è davvero ampio e variegato ed è veramente difficile perdersi nel web. Come in tutti i fenomeni che vivono una rapida e incontrollata ascesa, nella “rete” finisce un po’ di tutto: accanto a chi può vantare delle effettive competenze, sia nella lingua scritta che nella capacità grafica e fotografica, oltre che in una buona dose di fantasia e conoscenza culinaria, troviamo una marea di “dilettanti allo sbaraglio” che si improvvisano scrittori in cinque minuti, che usano ricette copiate a giro nella rete, corredandole da fotografie inguardabili, oppure prese in prestito dai numerosi database on-line. Complice la facilità di creare una comunità virtuale comprando contatti anche con budget ridottissimi, riescono poi a spacciarsi per esperti del settore con migliaia di follower al seguito.

La classica pezza peggiore del buco almeno per i dilettanti allo sbaraglio, cioè per quelli che hanno iniziato a dare voce alla propria passione non mercificabile con post sudati in notturna mentre il resto del mondo dorme e passati dalla macchinetta a pile alla reflex e ai soft box. Un universo più grande dei fortunati 50 recensiti.

Tant’è che, per esempio, Rebecca si incavola e Malvarosa chiede il link al comunicato stampa con Carlo Vischi e Francesca Martinengo che si dissociano da quanto accaduto e Daniele Vinci che sembra il capo dei pompieri nel tentativo di spegnere il fuoco.

Il dubbio, però, al di là delle critiche e delle prese di posizione degli esclusi e del possibile inciampo che tutti possiamo commettere, resta un altro: per contare qualcosa sul web hai bisogno della carta, del libro proprio o della citazione in un libro altrui? Altrimenti sarai meno credibile anche se sei talebano/a nel proporre ingredienti e nel verificare che i passaggi della ricetta siano proprio quelli giusti?

Di Vincenzo Pagano

Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.