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Frolla vegan. Come farla con basilico e uva al tempo della vendemmia

mercoledì, 19 Settembre 2012 di

La ricetta di oggi mi coinvolge particolarmente perché, oltre a contenere la magia dell’uva, ha una base buona e controversa, che faccio da molto tempo e non mi delude mai, anzi mi fa fare certe belle figure! Le vecchie e, se portate forzatamente su un livello serio e polemico, controproducenti discussioni sui nomi da usare, sull’etica dei vegetariani e vegani, escono fuori di continuo. Usare il nome frolla o no? Questo è un dilemma apparentemente stupido o comunque leggero e dilettevole; per alcuni invece rappresenta una vera prova di veganità interiore. Cercando di non prendermi troppo sul serio e anzi sorridendo e giocando con le parole, continuo a chiamare questa preparazione frolla per diversi motivi: mi fa pensare alla vera frolla, quella classica con l’uovo e il burro; la uso per le medesime preparazioni; è veloce da dire; è immediatamente comprensibile quale sia il suo ruolo all’interno di un dolce. Dicevo, quindi, di non saper resistere ai giochi con le parole, come ho fatto qui; ma credo che, senza alzare la voce e inventare corrispondenze psico- qualcosa, i vegani possano chiamarla come vogliono (e ci manca solo che ci si mette a discutere anche internamente!!!) e i non vegani saranno ben disposti a provare questa cosa che frolla non è

Settembre rappresenta a suo modo una rinascita: finisce il sogno estivo, il caldo si attenua, la vita ricomincia a scorrere riprendendo i ritmi che in inverno, poi, ci sembrerà di non aver abbandonato mai. A proposito di vita, il vino è uno dei prodotti “artificiali” più vivi, insieme al pane: fermenta, cambia, respira, trasuda, cresce e si trasforma, ha bisogno di cure ed attenzioni. E il processo di vita del vino inizia dalla base, dall’uva. Un frutto magico, appunto, esteticamente bello. Partecipare alla vendemmia è un’esperienza indimenticabile: ci si rende parte di qualcosa di grande e lento, si vivono momenti di convivialità. Raccogliere i grappoli e adagiarli nel cestino di vimini è un’azione in netto contrasto con la velocità e il grigiore, con l’assenza di poesia che spesso ci circonda.

Crostatine Vegan al Basilico con l’Uva

125 g di farina 0
50 g di zucchero di Canna
30 g di olio di mais
40 g di acqua fredda
½ cucchiaino di lievito per dolci
Un mazzetto di basilico fresco
Uva a piacere (per me un paio di grappoli piccoli, qualità Italia e Regina)
Pangrattato e pepe bianco

Preparate l’uva: sedute tranquille, magari ascoltando un bel cd di musica soul o i Beatles, tagliate a metà gli acini d’uva già lavata e togliete il semino interno. Ci vorrà del tempo, sporcherete la maglia e il telecomando dello stereo, ma poi ne varrà la pena, promesso! Riponete gli acini una ciotola; i più piccoli li ho lasciati interi. Insaporite l’uva con mezzo cucchiaio di zucchero di canna e del succo di limone. Lasciate in disparte.

La frolla: lei sì che vi farà rilassare!!! Sulla spianatoia (ma giuro che anche in ciotola andrà benissimo) fate una fontana con la farina, lo zucchero, il lievito; versate al centro l’olio e l’acqua. Tagliate il basilico ben lavato a pezzettini e aggiungete anche quello. Iniziate a impastare. L’acqua aggiungetela in modo graduale, così da non rischiare di eccedere. Impastate velocemente e formate una bella palla. Dovrete ottenre un qualcosa di non troppo liscio, di morbido e delicato, lavorabile ed elastico. Accendete il forno a 180°. Prendete il vostro amico matterello e stendete questo bell’impasto profumato in un foglio sottile un paio di centimetri; formate con un coltello o un taglia pizza, dei rettangoli di dimensioni simili. Riprendete la vostra uva e distribuitela sulle crostatine in ordine sparso (come ho fatto io) o in ordine ordinato. Sperimentando e giocando ho notato come, a causa della quantità di succo che l’uva rilascia in cottura, le crostatine tendano ad ammorbidirsi; se ciò vi disturba potete fare degli strati più spessi di frolla o mettere un cuscinetto protettivo tra l’impasto e il frutto. Il mio cuscinetto protettivo preferito è il pangrattato: con la frutta sta bene (provatelo in una torta di mele…), è anche bello a vedersi ed è molto versatile; potrete infatti condirlo come meglio credete. Alcune crostatine le ho quindi cosparse con pangrattato mescolato a una generosa macinata di pepe bianco; mentre le altre le ho lasciate al naturale per ottenere l’effetto di un dolce quasi al cucchiaio.

Infornate per circa 13 o 14 minuti, facendo attenzione a non farle scurire troppo. Per la merenda sono ottime: divertenti, sane, non troppo dolci e leggere. A colazione, poi, per chi ama il rustico sapore del fatto in casa, sono imperdibili.

Con il succo che gli acini hanno rilasciato, mescolato al succo di limone e allo zucchero, ho fatto una salsina veloce quanto semplice: ho aggiunto a questo succo un altro mezzo cucchiaio scarso di zucchero di canna e mezzo cucchiaino di fecola di patate. L’ho fatta sciogliere bene nel liquido mescolando con forza, ho posto sul fuoco, ho portato a ebollizione; da lì, passati due minuti, avrete pronta una salsina rosa, trasparente, dolce. Chi trovasse le vostre crostatine poco dolci, potrà annegarle in questo nettare!

Il filo conduttore l’ho trovato nel nostro clima, nei nostri frutti: il basilico, in questo periodo, è rigoglioso e bello. Camminando sempre con gli occhi per aria, vedo balconi invasi dal basilico, dal suo intenso verde e dal suo inestimabile profumo. Con l’uva crea un’interessante armonia, un matrimonio felice tra conterranei. Per l’olio, invece, avevo inizialmente deciso di usare un olio d’oliva delicato, ligure o umbro, ma ho optato poi per un insapore olio di mais: non ho voluto sovraccaricare di sapore un dolce che ha come grande protagonista l’uva. Provate, comunque, a usare questa frolla con l’olio extra vergine di oliva (prediligendo, comunque, quello delicato) e a creare abbinamenti con frutta fresca e di stagione. Con le pesche, ad esempio, il nostro denso oro si accompagna  benissimo!

Con qualsiasi frutto, ogni sorta di marmellata e tutte le creme che vi vengono in mente, questa  folla non vi deluderà e vi salverà dalla necessità di un dolce veloce e sicuro o dal bisogno di un dessert senza colesterolo e leggero. Se poi la doveste provare solo per il gusto di assaggiare qualcosa senza crudeltà e che vi garantisco essere buonissimo, beh, ancora meglio!

Da ultimo, poi, un piccolo consiglio: visto che siamo nel suo periodo, provate ad usare l’uva anche come cosmetico; liberata dalla buccia, resa poltiglia, rimescolata alla buccia stessa e all’olio d’oliva e applicata sul viso, vi regalerà un vero momento di relax. La pelle ringrazierà senza troppi complimenti, sarà più fresca e pulita, idratata ed elastica. È solo un piccolo trattamento casalingo, certo, ma la vostra pelle sarà più luminosa; non ha lo stesso effetto del lifting né delle varie creme che ci promettono di far tornare la nostra pelle com’era a vent’anni, ma nutre e idrata realmente. In fondo la pelle ha bisogno, come lo spirito, di esser coccolata per mantenersi bella e liscia, naturalmente elastica.

Buona Uva a tutti!