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Milano. Al Tapa come al Central Perk di Friends. E sei subito a casa

giovedì, 25 Ottobre 2012 di

Avete presente il Central Perk, il bar dove s’incontrano i protagonisti del telefilm Friends?
Quella sorta di seconda casa dove la familiarità e l’abitudine diventano tali che si rischia di andarci in pigiama o di sparecchiare la tavola?
A Milano, il locale “dependance” è, per me, il Tapa di Porta Romana, una vera istituzione che vanta diversi tentativi di imitazione ma rimane unico per atmosfera.

Accogliente, caldo, con una patina d’antan sapientemente dosata in modo da integrare lo stile con il comfort, il Tapa è sempre molto frequentato, spesso affollato, ma non si ha mai la percezione di un luogo caotico: quel senso di intimità che dà voce alle confidenze tra amici, agli sfoghi tra colleghi, alle smancerie dei primi appuntamenti coesiste con la vitalità dell’andirivieni e la vicinanza forzata dei tavoli.
E’ il locale dove si può andare da soli o in dieci, da 0 a 99 anni – come per certi giochi in scatola – in occasione dell’aperitivo, della cena o del dopocena

Il Tapa viene aperto, primo nel suo genere, nel 1995 e riscuote un immediato successo, tanto da indurre il titolare a realizzare un circuito di locali spagnoli (AjoBlanco, Llevataps e Tasca, quest’ultimo ora di altra proprietà). Si narra che, occupando il locale una superficie che era circa un terzo di quella attuale, la gente si riversasse nelle strade adiacenti e i camerieri fossero costretti a camminare parecchio per servire gli avventori.

Al di là della passione per i prodotti e la cucina della terra ispanica, è la filosofia della convivialità ad animare il locale: infrangendo le regole del “servizio alla russa” che, a partire dalla metà del XIX secolo, ha imposto la successione delle vivande prestabilita e uguale per tutti i commensali, le tapas vengono servite in tavola simultaneamente, consentendo a ciascuno di scegliere secondo propri modi e tempi e spezzando la rigidità formale che, inevitabilmente, il pasto tradizionale impone.
Tutto ciò, senza scadere nel tristanzuolo dispiegamento di piatti da aperitivo milanese.
Da pochi mesi, il Tapa ha rafforzato ulteriormente questo concetto, scegliendo di limitare i main courses e di concentrarsi sulle varietà di tapas e di prodotti tipici da degustazione.
Tra l’altro, la maggior parte delle cibarie viene importata direttamente dalla Spagna ed è anche offerta ai clienti la possibilità di fare acquisti.

Le tapas proposte sono stuzzicanti, dalle pastose croquetas de jamon (con jamon serrano e besciamella), ai saporiti tronquitos de buy (straccetti di manzo speziati e scottati alla piastra), dagli espinacas alla catalana (con pinoli e uvetta), ricetta di origine araba, alla novità del pollo en salsa de almendras (con un trito di mandorle particolarmente appetitoso).

Ovviamente, al Tapa non poteva mancare la figura ancestrale del barista, quello che diventa un’istituzione al punto di – non me ne voglia il proprietario – legare indissolubilmente la sua persona al locale, venendo identificato, alternativamente, come titolare, gestore, toponimo; quello che, quando inizia a salutarti, ti fa sentire un habitué; se poi si ricorda anche il tuo nome, è breve il passo ad autodefinirsi figo e a sperare che mettano la tua foto dietro al bancone tra i clienti preferiti.

Nel caso di specie, il nostro uomo si chiama Beppe e con i beveraggi ci sa proprio fare: non solo i consueti cocktail, ma anche mix più variegati; il mio preferito è il mallorquino con miele di tiglio, arancia frullata e gin.
Fatta come si deve anche la sangria, sia di vino tinto che di vino blanco, e la mitica clara, un toccasana per menti esauste.

I prezzi sono leggermente aumentati negli ultimi mesi (non venivano modificati da tempo immemore), comunque mantenendo un buon equilibrio con qualità e servizio. Spendendo intorno a € 20, si può mangiare e bere in maniera del tutto soddisfacente.

Il Tapa è, per me, una comfort zone e, in una città come Milano, questa caratteristica non ha prezzo. Per tutto il resto, effettivamente, è sufficiente una carta di credito.

Tapa. Via Burlamacchi, 7. Milano. Tel. +39 02 5462621

[Paola Caravaggio]