mulino caputo farine per pizza, pane e dolci

Bagno Piero di Forte dei Marmi a Milano si chiama Basement

giovedì, 28 Febbraio 2013 di

Basement Milano

Aperto da novembre, ma solo da qualche settimana anche alla sera (mi sembra non nel weekend: non credo abbiano un sito – l’indirizzo indicato sul biglietto da visita è inattivo, e su Facebook non è precisato), dall’ora di colazione, il Basement nasce da un’idea di Roberto Santini, il patron del famoso Bagno Piero di Forte dei Marmi, con lo chef Umberto Vezzoli: toscanità (Versilia in primo luogo) come parola d’ordine ma non come unico tema, cucina semplice e sana, territorio, stagionalità, passione per la buona tavola.

Ambiente spazioso, semplice e curato, seminterrato appunto – fa parte del complesso Camperio House, un ex-convento convertito in palazzo nobiliare e ora in casa di charme con appartamenti, sotto la supervisione della Sovrintendenza alle Belle Arti; cucina al piano soprastante, personale gentile e sollecito.

Ho scelto Variazioni di baccalà con polenta bianca: mantecato croccante e affumicato (14€): molto buono il croccante, ok l’affumicato, niente di che il mantecato – deposto su una sottile fetta di polenta bianca alla griglia. Altri antipasti: Mosaico di polpo con crema di ceci (15€), Insalatina tiepida di gamberi, finocchi e mela verde (14€).

Primo piatto, un riso ai carciofi con robiola (14€), servito con un carciofo appoggiato a mo’ di fiore. Discreto, ma non particolarmente saporito, un attimo di cottura di troppo forse, ma io amo il riso con qualsiasi consistenza. Il carciofo sopra non aggiungeva molto.

Indeciso tra un filetto di rombo al vapore con lamelle di patate viola e salsa allo champagne (19€) e un Trancio di tonnetto marinato al tè verde con spinacino novello (18€), tentato peraltro dalla Costoletta alla milanese cotta in solo burro chiarificato e servita con patate al forno (23€) – ma tutti i secondi mi tentavano – ho optato poi per un omaggio alla tradizione: Sua Maestà l’ossobuco di vitello alla vecchia maniera (16€ in carta, 17 sul conto). Deposto su un risotto al salto col “buco” in mezzo, con la sua salsa, cottura a posto, sapore forse non eccessivo – non mi ha entusiasmato. Quando è da un po’ che uno non mangia un certo piatto, probabilmente si crea delle attese a livello psico-papillare per cui rimane una specie di vaga delusione, un “ma era proprio così che me lo ricordavo?”.

Niente dolce – porzioni abbondanti, e una serie di vaghi tentativi di non dico mettermi a dieta ma perlomeno di rientrare in un paio di giacche che ora porto a mo’ di coprispalla – ma sono arrivati quattro meravigliosi biscottini con il caffè.

Niente vino – non mi è stata proposta una carta dei vini, ma un bicchiere di benvenuto con un vino rosato emiliano (gentilmente replicato a metà pasto), molto buono (non chiedetemi il nome, non lo ricordo). Dubbio: hanno capito che era meglio se non bevevo? Il vino viene servito solo a bottiglia? (ma me la potevo anche portare via, nel caso…)

Basement Camperio. Bistro & Cafe. Via Giorgio Giulini 6. Milano. Tel. +39 02 3032 2850

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.