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Vino naturale non significa difettato. Amarone Monte Dall’Ora, per esempio

sabato, 02 Marzo 2013 di

mani vino monte dall'ora

Vino naturale, ovvero questioni infinite. A partire dalla definizione che oscilla tra biologico, biodinamico, artigianale da un lato e industriale, sofisticato, esecutivo dall’altro. Alla fine in questa sorta di campionato dei “cosiddetti” vini naturali vs Resto del mondo sono più le occasioni per professare ragioni di fede talebana che quelle di ragionare di singoli vini e annate.

La nostra occasione di parlare nuovamente di vini naturali arriva da una degustazione all’Osteria Pistoia di Porta Portese a Roma,  in compagnia di Carlo Venturini dell’azienda Monte dall’Ora nella Valpolicella Classica. Carlo Venturini interpreta la biodinamica come un mezzo e non come un fine ultimo e si adopera per lavorare in vigna in modo da non dover usare sostanze inquinanti o nocive per il terreno, senza però rinunciare ad un utilizzo limitato di solfiti.

Facile il suo approccio: “Ho iniziato ad applicare la biodinamica, perché i miei figli giocano nella vigna davanti casa e non voglio che siano contaminati da elementi tossici. Io invito sempre i visitatori a camminare nella vigna ad occhi chiusi perché possano sfiorare con le mani tutte le essenze (circa 14, dal grano al favino passando per la senape) che vengono seminate nell’interfilare. E’ più importante il tatto che la vista per capire la biodinamica. Noi siamo gli unici nel Valpolicella Classico ad avere un ettaro a ciliegi che convive con la vite, perché per noi è importante la bio-diversità”.

“Vino naturale”, continua Venturini, “non significa produrre vino difettato e poi giustificarsi dicendo che è naturale e va interpretato nella sua categoria. Vino naturale significa lavorare in vigna per evitare di aggiungere elementi non naturali e contemporaneamente puntare ad incrementare la qualità delle uve che si portano in cantina”.

Queste parole metteranno fine alla diatriba Naturali vs Industriali? Sicuramente no, e anzi noi aggiungiamo che a naturali preferiremo la dizione attenti alla natura o ecologici. Nel frattempo, ecco la qualità dei vini della cantina Monte Dall’Ora.

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Valpolicella Classico Saseti 2011: il nome del vino si deve alla presenza di terreni ciottolosi (piccoli sassi-sassetti), ma evoca anche la semplicità. Fermentazione spontanea con lieviti indigeni. Sentori di prugna e ciliegia croccante si uniscono a note speziate. Fresco e profondo. Di ottima bevibilità. 83/100

Valpolicella Classico Superiore Camporenzo 2010:  viene da un vigneto staccato dall’azienda e le uve sono raccolte tardi (10 ottobre) ed interamente destinate a questo vino. La fermentazione è in acciaio e l’affinamento avviene per il 50% in botte grande e per il 50% in barrique di secondo, terzo o quarto passaggio. Pieno ed avvolgente con ricordi di tabacco e cuoio e spezia. Leggermente alcolico, ma polposo e con tanta materia. 84/100

Valpolicella Classico Superiore Ripasso Saustò 2008:  Saustò significa in dialetto San Giusto. Realizzato con il valpolicella base rifermentato sulle bucce del recioto. La rifermentazione avviene spontanea in dei piccoli tini di legno. Spezia, liquirizia e toni balsamici caratterizzano l’olfatto di questo vino, elegante e complesso con finale di cioccolato, tabacco, frutta e fichi secchi. 85/100

Amarone della Valpolicella Classico 2008: note di visciola e pepe nero. Pieno ed avvolgente, fresco e con tanta materia. Tannino ancora vispo, ma di qualità. Chiude con ricordi speziati e di cioccolato. Un amarone che si lascia bere. 89/100

Amarone della Valpolicella Classico  Stropa 2006: stropa in dialetto è il pollone di salice che serve a legare le vigne. Toni di brandy si uniscono  a note minerali, speziate e di frutti di bosco. Pieno, strutturato e sapido. Vino che ha leggermente meno bevibilità del precedente ma tanta materia.  89/100

Recioto della Valpolicella Classico Sant’Ulderico 2008: complesso, elegante, ampio. Sentori di ciliegia, spezia, tabacco con finale di arancia rossa e noce. Fresco, non banale, profondo. Uni dei migliori recioto assaggiati negli ultimi anni. 90/100

[Ha collaborato Stefano Ronconi]