mulino caputo farine per pizza, pane e dolci

Il deputato M5S Zaccagnini fotografato da Chi alla buvette è segno di nuova casta?

giovedì, 21 Marzo 2013 di

svinando

Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo è al centro dell’attenzione dei media che segnalano ogni possibile discrepanza tra le dichiarazioni di intenti della campagna elettorale e gli effettivi comportamenti. Secondo la logica del chi si dichiara puro troverà sulla sua strada uno più puro che lo epura, il cahier de doléances si allunga di giorno in giorno. Dopo i meritori bicchieri di plastica vergati con i pennarelli per risparmiare soldi e ambienti e le collette per l’acqua minerale e i ristoranti, si cambia sponda con uno dei simboli più odiati dal popolo italiano: la buvette dei Palazzi del Potere. Che poi più correttamente sarebbero quelli delle istituzioni parlamentari, Camera e Senato.

I deputati grillini sono stati fotografati dal settimanale Chi al ristorante di Montecitorio intenti a consumare il loro pasto per cui pagheranno solo 15 € a fronte degli 80-90 € necessari. Il pensiero di molti commentatori è che la differenza verrà rimborsata dal solito zio Paperone, cioè i contribuenti italiani che da poco hanno imparato a comprendere la differenza tra chi spera di avere in futuro un certo status con tutti i privilegi per sè o i figli e chi effettivamente lo ha già al presente. Nulla di illecito, chiaro, ma c’è un po’ di dissonanza tra la pubblicazione dello scontrino del Bar del Fico e gli anatemi contro i vecchi politici attovagliati alla buvette del Parlamento lanciati da Beppe Grillo e le regole della nuova Gastrocrazia.

“In quel ristorante di lusso la quota a carico del deputato è di 15 euro e il resto del conto, probabilmente 80-90 euro, è a carico dei contribuenti”, ha chiarito il deputato Adriano Zaccagnini che ammette di essere stato alla buvette già tre volte. “Ammetto il mio errore e sono pronto a restituire la parte eccedente del conto, che non ho pagato – ha continuato l’onorevole pentastellato – pensavo che in quel ristorante si risparmiasse in confronto a un locale del centro di Roma”.

Apriti cielo. Se il leader Beppe Grillo spara a zero sulle foglie di fico del PD, alias i Presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini se ne va a piedi fino al Quirinale dal Presidente della Repubblica e, come se non bastasse il taglio del 30% degli emolumenti insieme al collega del Senato Piero Grasso, fa anche la fila alla mensa della Camera come una qualsiasi travet. Uno smacco per la decrescita (felice) della politica chiesta a gran voce dai grillini.

A Grillo le scuse del trentunenne deputato eletto nella circoscrizione Lazio 1 non sono bastate. L’argomento è stato affrontato anche nella riunione alla Camera. “Ti giuro, io non lo so neanche, dove sta la buvette” si è sentito dire da qualcuno degli onorevoli che si sentono braccati. L’indicazione che ne è uscita è chiara: devono seguire i comportamenti di Vito Crimi e Roberta Lombardi che mangiano al bar dei dipendenti di Senato e Camera. Insomma, come la Presidente Boldrini.

Su Facebook intanto si fa strada la battuta Boldrini-grillini 1-0. Il presidente alla mensa dei dipendenti, i deputati grillini al ristorante della Camera. Ma vedremo se si tratta di inciampi per gli eletti del Movimento 5 Stelle o di trovate pubblicitarie per la Presidente della Camera.

Per ora a Roma si bisbiglia che di vero francescano sulle cui abitudini alimentari si può scommettere c’è ne uno solo. Ma alberga in tutto altro palazzo.

[Crediti: Repubblica, Corriere, il Giornale, Chi]