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Piazza di Spagna: 4 coni gelato a 64 € sono più di una beffa a Roma

lunedì, 06 Maggio 2013 di
cono cioccolato e panna

Arrivederci e grazie. Il saluto sotto lo scontrino del gelato suona beffardo: 1 cono 16 €, 4 coni si fa facile, 64 €. “E quando abbiamo pagato non ci hanno detto neanche grazie”, ha spiegato rabbrividito dal conto monstre Rogger Bannister, il turista inglese che insieme al fratello e alle rispettive consorti hanno avuto l’idea di mangiare un gelato vicino Piazza di Spagna, a Roma.

A Birmingham un gelato così se solo sognano. E per fortuna. I 4 non si sono seduti ma hanno preso 4 coni “a cartoccio” con due cialde e tre gusti a prezzo da gioielleria in un bar di Via della Vite. Per loro è incredibile. “Non è una cosa giusta, vero?”. Invece si può spendere fino a 20 V-E-N-T-I € per un gelato (in piedi o seduti fa poca differenza) e anche un paio di spagnoli hanno deglutito rumorosamente al momento del conto la scorsa settimana.

Ma cosa c’è in questo cono? Secondo la Cardesi srl che ha emesso lo scontrino, cioè la società di Alfiero Tredicine, che gestisce i camion bar del centro storico, in quel cono entrerebbero fino a 700 grammi di gelato. Prezzo non stellare, quindi, senza entrare nel merito della bontà (ma se fosse il migliore artigianale del mondo, lo comprereste a 16 €?)

A me 16 € per un cono sembrano una enormità al pari dei famosi 695 € pagati nel 2010 al Passetto o i 370 € per tre zuppe di pesce e poco altro dei XII Apostoli.

“Mi trovavo a passare, seguo ciò che accade, non è la prima volta che mi segnalano episodi simili. È uno scandalo che vengano trattati così, se diventerò presidente istituirò un numero verde”, ha dichiarato il candidato al Primo Municipio, Matteo Costantino. Si, vabbè, ci sono le elezioni amministrative e anche un gelato fa brodo (Tredicine – Giordano – è consigliere comunale per il Pdl e hanno costruito un impero con le caldarroste). Ma qui non è questione di destra o sinistra. Qui è questione di rispetto per la capacità dei turisti di sopportare simili vessazioni in un Paese che vorrebbe dirsi turistico.

[Corriere della Sera]