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Prosecco vs Prosek, Croazia alla guerra del vino e delle bollicine

lunedì, 06 Maggio 2013 di

svinando

prosek vino da dessert della Croazia

In Italia abbiamo dovuto rinunciare a una denominazione storica: Tocai che fino al 2007 indicava il vitigno ora chiamato Friulano causa decisione della UE. Ora la storia si ripete, ma a parti invertite. Dal 1 luglio entra a far parte dell’Unione Europea la Croazia che diventa il ventottesimo stato membro. E porta con se il Prosek che ha un nome molto simile al Prosecco (proprio come il Tocai con il Tocaj ungherese) anche se è completamente differente.

Il Prosek è un vino dolce da dessert e non ha nulla da condividere con il suo quasi omonimo italiano. Solo che a termini di normativa, il Prosecco è un prodotto a Denominazione di origine controllata e in Europa può individuare solo il vino prodotto con viti coltivate in Veneto e in Friuli Venezia-Giulia. Insomma, si ripropone lo stesso problema del Tocai vs Tocaj. I Croati dovrebbero abbandonare il nome che come spiega Andro Tomić, tra i principali produttori con il suo Hectorovich, fa parte di una storia lunga 2.000 anni. Ben prima che esistesse lo Stato italiano. E, tanto per gettare un po’ di benzina sul fuoco, scandisce “E’ come se ci dicessero che vogliono una parte del nostro mare”.

Non si è fatta attendere la risposta italiana. Presidente della Regione Veneto, quella che subirebbe dalla confusione del nome danni ben più gravi dei maldipancia nostrani per i prosecchini e i de prosecchibus dei baretti soprattutto in tenuta estiva, è l’ex ministro dell’agricoltura Luca Zaia che si è sentito invitato a nozze ed è deciso a non seguire la strada del Tocai.

“La Croazia a luglio vuole entrare in Europa e se vuole entrarci deve farlo con le regole europee. Noi vogliamo la Croazia in Europa, vogliamo che gli istriani che sono nostri fratelli di sangue continuino nella sfida dell’Euroregione con Carinzia, Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Veneto; però la Croazia deve rinunciare all’utilizzo del nome «Prosek», perché altrimenti saremo noi a fare ricorso contro questa cosa”.

Di certo alla fine di questa diatriba i tappi non salteranno per festeggiare vittorie. Al massimo si tireranno sospiri di sollievo.

[Corriere]