Dopo Firenze è il turno di Roma. Almeno ci sperano abitanti e turisti che non possono godere della vista dei monumenti più celebri senza che spunti una tenda, una cabina, un’insegna luminosa dei camion bar. Che hanno il pessimo vizio di mettersi in posa e impallare anche le foto. In tempi di condivisione di immagini la peggiore iattura che si possa augurare come ricordo a turisti e città.
D’altronde, i camion bar prediligono i luoghi di maggiore affollamento e con minore offerta di negozi. Proprio come le aree archeologiche e monumentali. Sono a proprio agio davanti al Colosseo e all’Arco di Costantino o alla Bocca della Verità, ma non disdegnano Piazza Venezia che ne conta almeno 4 di cui uno sul cannocchiale di via dei Fori Imperiali. Nemmeno l’annunciata pedonalizzazione ha risolto il problema: dal Museo del Risorgimento, a lato dell’Altare della Patria alla fermata Colosseo della metro B se ne contano almeno altri 5 di camion bar.
A stendere due mappe del “No camion” ci ha pensato il Corriere della Sera che ha avvistato il re della lista degli orrori a 4 ruote, l’ingombrante camion bar che staziona, in sosta vietata, sullo sfondo dell’Ara Pacis e della teca di Richard Meier.
Guido Fabiani, assessore regionale alle Attività Produttive, ha appena dichiarato la volontà di varare un testo unico sul commercio per dare ai Comuni più potere in tema di camion bar. L’obiettivo non è, contrariamente a quanto dichiarato da alcuni proprietari dei bar ambulanti, negare loro la possibilità di lavorare. Ma di mantenere il decoro e restituire dignità ai monumenti e alle aree turistiche.
Un testo unico che dovrebbe arrivare prima di Natale. Dovrebbe liberare piazze e strade suggestive, limitare l’apertura di nuovi centri commerciali, rilanciare il commercio di vicinato e tutelare le botteghe dei locali storici.
Il food e le foto dei turisti sentitamente ringraziano.
[Giulia Caligiuri. Link: Corriere. Immagini: ilmessaggero, Cecilia Fabiano, Benvegnù – Guaitoli – lannutti]