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Panino Gran Piemontese. McDonald’s vuole cambiare identità al fast food?

lunedì, 09 Dicembre 2013 di

panino Gran Piemontese

Dopo la chianina (e l’inciampo del mancato credit dei cipressi della Val d’Orcia), Mc Donald’s ha festeggiato i risultati del panino Gran Piemontese che nei 6 giorni dal lancio ha piazzato nei suoi ristoranti 250 mila pezzi con un rotondo + 20% sulle stime di previsione. Facendo felici un bel po’ di persone.

Ai 300 capi “provenienti da 52 allevamenti distribuiti nelle province di Cuneo, Asti, Alessandria e Torino” –  ha specificato Carlo Gabetti, presidente di Coalvi, Consorzio di Tutela della Razza Piemontese – se ne sono aggiunti altri 30 per arrivare alla fine del periodo di commercializzazione previsto.

“McDonald’s ci dà non solo un’importante opportunità di business, ma soprattutto la possibilità di far conoscere e assaggiare questa carne di altissima qualità, oltre i confini della nostra regione”, ha ribadito Marcello Gatto di Coldiretti.

“Il successo di Gran Piemontese è stato preceduto da quello di Gran Chianina’: questo ci spinge a continuare nel nostro percorso di valorizzazione e diffusione dei prodotti italiani, iniziato nel 2008”, ha annunciato Emanuela Rovere, direttore marketing McDonald’s Italia.

Non siamo ancora alle 160 tonnellate di Parmigiano Reggiano che raggiunsero i punti vendita in Portogallo, Germania e Francia o le 34 tonnellate di Pancetta di Val Venosta di qualche anno fa, ma la strada sembra tracciata.

Ai consumatori italiani piace la possibilità di mangiare un prodotto Dop o Igp a un prezzo basso o percepito come tale. A McDonald’s questo interesse permette di abbandonare i panni diventati scomodi di una ristorazione troppo veloce e non certo associata al benessere a tavola.

Una scommessa che punta a un nuovo target, quello degli adulti o comunque di età più elevata rispetto ai clienti abituali che comunque riescono ancora a sostenere una spesa per un hamburger “speciale” a 5,90 €  e 8,95 € per il menu grande con bibita e patatine che è sotto la soglia psicologica dei 10 €). Uno spostamento trainato dalla moda dell’hamburger e dello street food che ha contagiato gli appassionati di gastronomia e che inevitabilmente ha creato un circuito di interesse.

Ham Holy Burger Roma 13

Allo stato attuale non sembra, però, che le clientele si incrocino e che in qualche modo le hamburgerie di qualità, comprese quelle a marchio nazionale come Eataly o Ham Holy Burger, possano vedere in McDonald’s un competitore.

Ma sembra difficile ritenere che per McDonald’s questa sarà una rivoluzione copernicana che seguirebbe dei veri e propri test. Troppo alti i costi al consumatore finale e quante possibilità di approvvigionare continuamente i circa 500 punti vendita italiani?

[Link: Torino Today]