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Roma. Conviene mangiare senza limiti al mega ristorante cinese La Dogana?

sabato, 01 Febbraio 2014 di

ristorante orientale self service La Dogana Roma

A Roma apre un ristorante cinese che non è cinese. Nel senso che non sembra un classico ristorante cinese. E non solo perché propone cucina thailandese, giapponese, sudamericana. Orientale mi dicono presentando lo spazio. Quasi sterminato con 1.500 metri quadri a Via Porto Fluviale in asse con altri due “mostri” della ristorazione: Eataly Roma e Porto Fluviale.

Il gigantismo sembra aver preso piede in quest’area di Roma e la selva di tavoli in grado di ospitare oltre 500 coperti è stata ricondotta a unità architettonica dal giovane Nicodemo Albanese di RPM Proget. Lo studio di architettura che ha un lungo elenco di lavori esclusivamente nel settore ristorazione ha compiuto un miracolo. Evitare la proposizione del cliché tutto legno e cineserie con una sistemazione da spazio post industriale e mantenere asciutto il layout in un ristorante che si affida al self service. Quindi caotico per definizione. Gli arredi sono disegnati e realizzati in Cina. Un buon compromesso tra risparmio e personalizzazione.

La Dogana Roma pubblicità

La parola d’ordine è low cost. A Roma sono apparsi i cartelloni 6×3 per pubblicizzare l’apertura. Il menu pranzo costa 12, 90 € a persona. Il menu cena costa 18,90 € a persona. Piatto unico a 5,90 € e Happy hour a 7,90 €.

Il buffet è senza limiti ed è self service. Include tutto tranne le bevande e gli sprechi: per ogni piatto non consumato verrà applicata una maggiorazione dai 5 ai 20 €.

Oggi c’è l’inaugurazione. Dalle 19 alle 21 è a inviti. Dalle 21,30 accesso libero a tutti nei limiti della capienza del locale.

Che, come detto, è molto grande anche se quasi celato dalla strada dall’ingresso che immette in un cortile interno.

self-service-La-Dogana

Ambientazione minimale per un intervento di bonifica e di ristrutturazione impegnativo che ha lasciato pochi elementi decorativi “classici” come le lampade rosse, alcuni vasi, una porta rossa. E una parete-lavagna che ospiterà graffiti. Un locale che, insomma, tende a mimetizzarsi con il paesaggio urbano preesistente.

Ma come si mangia? Un test, sotto l’occhio attento e accogliente della signora Chiuchien, di Valentina (che sovrintende la cucina) e di You Feng (che compongono una delle tre famiglie cinesi proprietari della Dogana) ha messo subito in chiaro il target di riferimento. Che non è quello dei foodie dell’eccellenza che sveniranno nell’apprendere che buona parte delle derrate alimentari sono di provenienza Metro.

ravioli con gamberiravioli vapore

Eppure i ravioli al vapore ripieni di verdure sono buoni come gli Xiaolongbao ripieni di gamberi. Li fanno a mano (sic!) nelle cucine. Preparano a volte anche gli involtini, ma questa sera di rodaggio sono fatti con la pasta pronta e non spiccano il volo.

I gamberi sono buoni nelle molte salse presentate, meno il tonno, mentre si risale con il riso nero e la zuppa piccante con il tofu, i funghi neri e le carote.

Il lato sudamericano è una carne grigliata su un letto di rucola molto casalinga.

riso con pollo spuntature maiale

Molto meglio il riso con il pollo e le spuntature di maiale.

Ecco, questo in breve il nuovo locale di Roma che potrebbe entrare nella rubrica di qualche appassionato in vena di piluccare qui è lì dai banchi invogliato, perché no, da un prezzo molto competitivo (e senza fare confronti con il migliore ristorante cinese di Roma, cioè, Green T.)

Il primo giro stasera lo offrono gratis. L’occasione per dare un’occhiata a questo ex deposito di pesce così ben riutilizzato.

Il giovane You Feng è convinto di avere più frecce al suo arco. “Siamo nati per fare numeri ma senza abbassare la qualità: noi vogliamo che le persone stiano bene e ritornino”, sintetizza.

Fateci sapere la vostra opinione se andate.

La Dogana. Via del Porto Fluviale, 67b. Roma. Tel. +39 06.5740260

Di Vincenzo Pagano

Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.