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Vinitaly. Famolo strano ovvero guida ai sentori di sesso sfrenato in un bicchiere di vino

sabato, 22 Marzo 2014 di

svinando

glossario vino al vinitaly

Cosa “sentite” in un bicchiere di vino quando lo agitate, accostate il naso e poi schiacciate, assaporate estraete? Note, sentori, profumi.

Che saranno di stretta attualità tra un mesetto quando aprirà il Vinitaly, il salone internazionale che si svolge ogni anno a Verona (quest’anno dal 6 al 9 aprile).

Operatori del settore, giornalisti, critici, neofiti e appassionati saranno lì a far girare bicchieri alla ricerca della qualità e della descrizione che meglio comunicherà quel vino a chi è rimasto all’asciutto. Difficile compito far assaporare un vino a chi legge delle righe, non siete d’accordo?

Bando ai tecnicismi si chiede da più parti e l’ufficio stampa del Vinitaly ha chiesto a sommelier e critici di rispondere a una domanda: “Sentiamolo strano”, ovvero le descrizioni più lontane dalle attese di note agrumate e sentori di sottobosco o frutti rossi.

Come dire che c’è dell’altro oltre al lessico classico della sommellerie che si fonda su descrittori come pietra focaia, cuoio, punta di matita, sangue, pelliccia bagnata, peperone grigliato.

Ne è uscito un campionario variegato e stimolante: sentore di cipria o sesso sfrenato, di Coccoina e di gambo di ciclamino spezzato, di benzina o di canfora, ma anche di figurine Panini, porro cotto, fiore bulboso e carruba birmana, fino ad un vino che ricorda David Bowie.

Luca-Gardini

Il sentore più curioso avvertito da Luca Gardini, sommelier Campione del mondo nel 2010, è la cipria, in una degustazione di vecchie annate di Barolo: «In una vecchia annata di Barolo di Serralunga – spiega – ho sentito questa nota polverosa e leggermente aromatica che mi ha ricordato la cipria».

Paolo Baracchino, libero appassionato degustatore e assaggiatore del Grand Jury Européen è più audace. Lui pensa al «profumo di sesso sfrenato».  “L’ho sentito in uno Champagne, un Pinot Meunier in purezza. Altre volte ho sentito la colla Vinavil, spessissimo sento la Coccoina, un insieme di latte di cocco e di mandorla, altre volte ancora, il gambo di ciclamino spezzato, al naso, che rende l’idea di un’acidità spiccata”.

La palma al sentore più curioso va a Eleonora Guerini, curatrice della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso. Che ha “trovato” le figurine Panini in un vino campano: “Un odore molto particolare, non la colla generica, è proprio l’odore delle figurine Panini, qualcosa che ha a che fare con la colla, ma in quel modo unico”.

Il sentore peggiore? odore di porro cotto sentenzia  Gigi Brozzoni, alla guida del Seminario Permanente Luigi Veronelli. “In un vino rosso, non giovanissimo, ma neanche troppo vecchio da giustificarlo. Piacevoli, invece, gli aromi di iris, di giacinto, di fiori bulbosi, molto dolci e carezzevoli. Ma una delle cose amo di più nei vini, è quando sento un po’ di tabacco o di cuoio: mi sento a casa, tranquillo, rassicurato”.

Luca Martini sommelier

Se avete avuto qualche dubbio circa la “ricerca” di petrolio come fonte di ricchezza e felicità, ascoltate Luca Martini, miglior sommelier al mondo in carica per la “World Wide Sommelier Association. “La cosa che ti sorprende di più sono i sentori di pregio che si ritrovano nella vita quotidiana, come l’idrocarburo in un Riesling, mi affascina molto, un sentore quasi di petrolio, di benzina, che identifica la territorialità”.

E poi c’è il flashback che ti porta indietro nel tempo “come quel sentore che ho percepito una volta in un Verdicchio»  racconta Fabio Giavedoni, curatore della guida Slow Wine: «Mi ricordava l’odore che sentivo da ragazzino tra i giocatori di una squadra di calcio in cui militava mio zio, un odore fortissimo che mi piaceva tantissimo e non ho mai capito che cosa fosse. L’ho sentito in questo vino, e poi ho capito che era odore di canfora, cioè un prodotto per scaldare i muscoli».

enzo-vizzari-q

E se per il direttore delle Guide de L’Espresso Enzo Vizzari è «il perfido sapore di troppi vini cosiddetti naturali», Franco Ricci, alla guida di Bibenda e della nuova Fondazione Italiana Sommelier, ricorda quella volta che ha sentito un fortissimo sentore di eucalipto, poi ha girato la testa ed il vigneto era accanto proprio ad un enorme bosco di eucalipto: «Questo episodio mi ha fatto riflettere su quanto la terra influisca nel sentore dell’uva, sul territorio che è la vera ricchezza del nostro patrimonio vitivinicolo».

Con il vino, del resto, ci vuole un approccio serio, ma senza farlo diventare noioso: un sentore strano e veramente tipico, percepito dal wine communicator Ian D’Agata  in un vino bianco di Puglia è una nota intensissima di curry: «Sembrava di aver mangiato un piatto speziato, sembrava pollo al curry».

Il sentore “più pazzesco”, avvertito da Luca Maroni, critico e autore dell’Annuario dei migliori Vini Italiani, è il richiamo all’ananas in un vino bianco italiano, l’Idem 1998 di Feudi di San Gregorio:  “Siamo su un altro pianeta, il pianeta del frutto ananasso. Perché in quel momento era un vino anni luce davanti agli altri”.

Adua-Villa

Adua Villa è contro la filosofia dei sentori che allontanano le persone del vino e ricorda di aver sentito un collega parlare di sentore di carruba birmana. “Però sono strana da un altro punto di vista perché mi piace giocare molto sui sillogismi tra musica e vino: David Bowie, eclettico, trasformista, e la sua musica mi fanno ricordare certi vini eclettici, che si trasformano nel bicchiere».

Non resta a questo punto che archiviare il lessico classico tra sentori animali, legnosi, balsamici, chimici, eterei, floreali, fruttati, speziati, vegetali e stilare un primo nuovo glossario del vino Sentiamolo strano. Ed aspettare le vostre, ardite e spericolate descrizioni del vino che più vi ha colpito. Buone degustazioni (anche) al Vinitaly.

Glossario delle Confessioni sensoriali di critici & sommelier al Vinitaly

  1. Cipria: nota polverosa e leggermente aromatica
  2. Sesso sfrenato: lasciato all’immaginazione…
  3. Vinavil: una sensazione di chimico e di plastica
  4. Coccoina: un insieme di latte di cocco e di mandorla
  5. Gambo di ciclamino spezzato: rende l’idea di un’acidità spiccata
  6. Figurine Panini: ha a che fare con la colla, ma in quel modo lì unico
  7. Porro cotto: odore di minestrone
  8. Fiore bulboso: aroma dolce e carezzevole
  9. Tabacco & cuoio: ci si sente a casa, tranquilli, rassicurati
  10. Benzina: un aroma di idrocarburo e petrolio
  11. Canfora: un odore che ricorda il passato
  12. Perfido: sapore di alcuni vini cosiddetti “naturali”
  13. Bosco di eucalipto: la terra che interviene nel sentore dell’uva
  14. Curry: come mangiare un pollo al curry
  15. Ananasso: “siamo su un altro pianeta
  16. Carruba birmana: chiedetelo ad un collega
  17. Vino David Bowie: eclettico, si trasforma nel bicchiere