Anche quest’anno, all’Italian Beer Festival di Milano, una commissione di esperti degustatori ha premiato le migliori birre artigianali italiane prodotte nel 2013.
Hanno premiato le migliori tre in assoluto e le prime di ogni categoria (leggi, stile birraio). Al momento, è la classifica definitiva in attesa che qualcuno o qualcosa ne stenda un’altra. Quindi parto da questa.
Sul podio sono salite:
1. Malalingua – Birrificio Retorto – Barley Wine
2. Verdi Imperial Stout – Birrificio del Ducato – Imperial Stout
3. B Space Invader – Birrificio Toccalmatto – Black American Pale Ale
Che sono tre birre mica da ridere. Sono tre capolavori nel loro stile birraio. E per valorizzarle cosa ci mangiamo su? (prima di rispondere “Nessun cibo, le tracanno così a stomaco vuoto” date un occhio alla gradazione alcolica delle prime due).
Ecco tre possibili abbinamenti che vi faranno andare oltre bevo e basta.
1. La Malalingua è una birra in stile Barley Wine, del Birrificio Retorto di Podenzano (Pc). Bere questa birra è come entrare nel salotto di una nobil donna del 1861, raffinata e un po’ severa. Alle pareti, quadri di nature morte e su un tavolino basso in mogano, davanti al caminetto, un cestino di confetti bianchi. L’odore di questa stanza è forte, sa di nocciola e di miele caldo. In un calice a tulipano basso, questa birra ad alta fermentazione rilascia sentori di caramello e di prugna.
Ciò che desideri accompagnare a questi 12 gradi, in un momento di solenne oziosità, è una torta Sacher.
2. La Verdi Imperial Stout, prodotta dal Birrificio del Ducato di Roncole Verdi di Busseto (Pr), è anche questa una birra ad alta fermentazione, rifermentata in bottiglia.
Ha un colore estremamente denso, scuro e un cappello di schiuma invidiabile. L’aroma che sprigiona sa di un amore cubano, nato da un gioco di sguardi in una tienda a L’Avana, dove si vendono caffè, cioccolato e Partagas. Ha una forte venatura torrefatta e una sfumatura liquorosa, che nasconde una piccola sorpresa: il peperoncino.
E proprio per via di questo sentore piccante, che ti stuzzica la gola, nonché per la sua gradazione alcolica (8,2%), si abbina benissimo a un formaggio erborinato, sia italiano sia straniero (un bel Queso de Cabrales per dare fuoco, o un più mite Roquefort).
3. Al terzo posto, la Black APA B Space Invader del Birrificio Toccalmatto di Fidenza (Pr). Una birra che è già di per sé molto evocativa, sia perché sull’etichetta riporta una citazione tratta da Blade Runner “e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser” – sia per il suo nome “ruffiano”, che già prima dell’assaggio fa proseliti.
La degustazione di questa “intergalactic black cascadian incredible pale ale“ (come sta scritto sull’etichetta, e poi la smettiamo con le citazioni) ti fa tornare lì, nel salotto di casa tua, mentre in giardino qualcuno si sta occupando di arrostire le costolette di agnello, e tu sei incollato al Game Boy. Una voce ti chiama “È pronto!” ma non puoi lasciare la Terra al suo destino e permettere un’invasione aliena. Ma, l’odore della carne alla brace è così invitante.
Mentre dai un’occhiata alle ultime costolette, che hanno già una bella crosticina data dalla marinatura, stappi la prima B Space Invader e la versi: ha un colore bruno intenso, con una soffice e fine schiuma beige, abbastanza persistente. Il naso viene colpito dagli agrumi, dal pompelmo e da altri frutti esotici. In bocca, ha una punta di sapidità con note di tostatura e di frutta sciroppata. E mentre ti godi l’agrumato e la luppolatura australiana, data dal Galaxy, arriva l’amaro vigoroso e persistente, che ti lascia la bocca fresca e pronta a un altro boccone di agnello. Best time ever (questa non ve l’aspettavate dopo l’agnello abbinato al vino, confessate).
Ora, se siete convinti che è possibile andare oltre l’abbinamento birra – hamburger (anche buonissimi), birra – pizza (ovviamente spettacolari) potreste applicarvi e dirci su queste birre cosa ci mangereste?
[Immagine: Birreria Paninoteca Felix]