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Dall’Alto Adige alla Mosella per produrre il Riesling migliore

lunedì, 10 Novembre 2014 di

svinando

Martin Foradori Hofstätter e Nik Weis

Preparatevi a incontrare tanta acidità. Martin Foradori Hoffstätter lancia l’avvertimento al tavolo di degustazione allestito dalla sua azienda al ristorante Romeo di Cristina Bowerman.

E preparatevi ad assaggiare la migliore espressione del Riesling che non può essere italiano. Nonostante abbia la sua azienda in Alto Adige, Foradori Hoffstätter è convinto che il vitigno a bacca bianca cresca bene solo lungo i ripidi pendii delle vallate che circondano il fiume Saar. Il territorio di elezione per il Riesling è quello che conosciamo come Mosella, l’altro fiume che riceve acque dalla Saar.

Foradori Hoffstätter lo ripete mentre versa il Troken, il “base” del Riesling se consideriamo la scala del residuo zuccherino che via via si fa più alto nelle diverse denominazioni che prende il vino, al suo socio Nik Weis della cantina Weingut St. Urbans-Hof. Animati dalla stessa passione hanno acquistato le quote della storica Weingut Dr. Fischer – Bocksteinhof’, nel paese di Ockfen.

Ecco come la cantina italiana ha iniziato a produrre Riesling lì dove è meglio.

Romeo degustazione Riesling

La Mosella è tutta un Riesling con 9.000 ettari dedicati (l’Alto Adige, fa raffronti Foradori, ha 5.000 ettari di vigneti). I vigneti della Mosella hanno un’insolarizzazione da guinness dei primati e pari a quella dell’equatore. L’altra faccia della medaglia, però, sono le ore necessarie per lavorare i terreni. Mille ore annue contro le 500 – 700 di altri terreni. La pendenza costa.

Si parte dal Troken che è il vino meno dolce e più acido: mi perdoneranno della scarna descrizione le fan del Riesling che al tavolo hanno fatto risuonare più di una volta l’aggettivo onnicomprensivo “elegante”.

Un’eleganza che in Italia sembra prendere una nicchia piccolissima: il Riesling pesa per uno zero virgola qualcosa sulle scelte degli Italiani.

Che forse avranno più interesse ora che la Hoffstätter provvederà a distribuire il Riesling di Dr. Fischer.

La geografia del Riesling è fatta di denominazioni. Secondo l’associazione tedesca dei produttori di qualità, in sigla VDP, Bockstein è classificata Grosse Large che suona come grande e ottima esposizione.

Poi come detto ci sono le variazioni del Riesling e prendo a prestito la tabella di Gusto di Vino e le descrizioni di Reporter Gourmet per sintetizzarle.

  1. Trocken. Vino “secco”. Contiene da 4 a 9 grammi per litro di zucchero residuo. Più è elevata l’acidità più alto può essere il residuo zuccherino.
  2. Kabinett. Vino “da dispensa” (dagli armadi in legno Kabinett). Prodotto da uve surmature, contiene fino a 60 grammi per litro di zucchero residuo.
  3. Spatlese. Vino da “vendemmia tardiva” che contiene fino a 80 grammi per litro di zucchero residuo.
  4. Auslese. Vino da “vendemmia da grappoli selezionati”che contiene fino a 100 grammi per litro di zucchero residuo.
  5. Beerenauslese. Qui la “vendemmia è da acini selezionati”. Il vino contiene fino a 200 grammi per litro di zucchero residuo.
  6. Trockenbeerenauslese. Il vino che contiene fino a 270 grammi per litro di zucchero residuo arriva da una “vendemmia da acini appassiti selezionati”.

La sensazione finale è che il Troken sarà l’arma di conquista di massa dei palati italiani più per minore dolcezza che per apporto di acidità. L’area vendite dell’azienda si fa forte anche di un prezzo che non dovrebbe superare i 14 € a scaffale.

Nell’incontro con stracciatella e alici del Cantabrico, un classico del ristorante Romeo, il Riesling si è fatto valere accompagnando e rinfrescando la bocca.

Riesling Mehringer linguine ricci di mare caffè

Poi siamo saliti di intensità andando a cercare abbinamenti con le linguine ai ricci e caffè, altro cavallo di battaglia della chef Bowerman.

porchetta di vitella Dr Fischer Riesling Kabinett

Un bianco che sta bene anche con la carne, in questo caso Porchetta di vitella, salsa di albicocche, verza e zucca.

Dr Fischer Riesling spatlese tiramisù Riesling Beerenauslese

Per arrivare alla variante Spätlese, forse la più conosciuta in Italia, e alla dolcissima Beerenauslese che è andata oltre il tiramisù in versione sferica.

Vino elegante e di nicchia, dunque. Due caratteristiche che potrebbero conquistare una fetta di consumatori italiani in una sorta di ritorno al futuro e agli anni Trenta quando al Ritz di Parigi il Riesling era più quotato di champagne e vini che oggi sono leggenda.

Riuscirà Martin Foradori a convincere l’Alto Adige e il resto d’Italia che il Riesling è da riscoprire e il migliore arriva dalla Mosella?

[Link: gustodivino. Immagini: Vincenzo Pagano]

 

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