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Spagna. La mafia è un marchio e può sedersi al ristorante

venerdì, 20 Febbraio 2015 di

mafia ristorante

I cliché sono duri a morire. E la mafia è un marchio forte, fortissimo, checché negativo. Difficile resistere.

E infatti non hanno resistito in Spagna, dove una catena di ristoranti l’hanno battezzata proprio così: “La mafia se sienta a la mesa” (La mafia si siede a tavola).

L’affaire è diventato un piccolo, quanto inutile, incidente diplomatico, con il deputato Claudio Fava di Sel che porta il dossier in Parlamento e chiede al governo, con un’interrogazione parlamentare, un intervento perché le autorità iberiche chiudano la catena o impongano la modifica del nome scelto.

Non c’è stato niente da fare. Il termine mafia non rimanda necessariamente all’Italia, si sono giustificati gli Spagnoli, indica genericamente un’organizzazione criminale e compare in vari marchi registrati in Spagna e nell’Unione europea. Perciò, come ha spiegato il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova rispondendo all’interrogazione, le richieste del governo italiano per ora non hanno prodotto alcun risultato.

E infatti i ristoranti dalla losca denominazione sono lì, numerosi (sono 36) e con le loro fotografie di mafiosi, i loro piatti di pizza e pasta a 20 euro. “Sarebbe come se in Italia aprisse un ristorante il cui nome recasse riferimenti all’Eta”, si scalda Fava.

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La via crucis delle autorità italiane la spiega Della Vedova: “La presenza nella Penisola iberica di una catena di ristoranti dal nome ‘La mafia se sienta a la mesa’ è nota a questo ministero che, anche per il tramite dell’ambasciata d’Italia a Madrid, ha provveduto più volte e con modalità diverse a sensibilizzare le diverse competenti autorità spagnole al fine di ottenere quantomeno una modifica del nome della catena dei ristoranti per l’evidente effetto denigratorio che l’attuale denominazione produce sull’immagine dell’Italia”.

Dietro il politichese, l’impotenza. La normativa spagnola “non consente di intervenire, in quanto non viene ravvisato un collegamento diretto tra il termine ‘mafia’ e la Repubblica italiana”, spiegano le autorità spagnole e pertanto “il nome della catena dei ristoranti non violerebbe la normativa spagnola sui marchi”.

Quindi la beffa. Troppi i precedenti, non è la prima volta, non sarà l’ultima. “In assenza di una normativa internazionale che disciplini la fattispecie, risultano altri marchi contenenti il termine ‘mafia’ registrati non solo presso l’Ufficio marchi e brevetti spagnolo, ma anche presso l’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno dell’Unione europea”.

L’associazione Italia-mafia è cosa antica. Come spaghetti e mandolino. E il Parlamento non è forse la sede giusta per rovesciare il cliché. E se lo gridassimo all’Expo?

[Link: adnkronos]

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