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Roma. Che pesce mangiate da Iodio che ha aperto a Ostiense

venerdì, 26 Febbraio 2016 di

svinando

Dopo tutte le nuove aperture a Roma che abbiamo seguito negli ultimi mesi, fa più notizia un locale che apre senza dire niente a nessuno.

E’ proprio il caso di Iodio, aperto in sordina sulla via Ostiense qualche giorno fa.

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Il titolare, Patrizio Alunni Tullini, in passato proprietario di una nota catena delle paninerie oTBReD, è volutamente andato controtendenza, sicuro di fare la scelta giusta, puntando sulla qualità che deve fare la differenza, e non sull’inaugurazione “in pompa magna”.

iodio-patrizio-alunni-tullini

Sono andata ad assaggiare la cucina di Iodio, e ora vi racconto dove mangiare bene il pesce senza uscire da Roma, ma avendo l’impressione di stare da qualche parte sul mare, in darsena.

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Il locale si trova proprio sulla strada, a due passi dall’inizio di viale Marconi. Era una sorta di deposito abbandonato che ora ha completamente cambiato l’aspetto, grazie anche a Diamond, nome noto della Street Art romana che ha firmato il design del ristorante.

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La sala interna è piuttosto piccola, può ospitare fino a 34 posti seduti, ma non dà l’impressione di essere affollata grazie ai soffitti alti, il gioco dei fili delle lampadine e la cucina a vista. Con l’arrivo della bella stagione, saranno disponibili altri 70 posti all’esterno.

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Il menù non è ampio, ma ben strutturato, con tanti crudi, 4 primi e 4 secondi. Il pesce arriva tutti i giorni da Terracina, da Carpignoli, garanzia di freschezza e di qualità (lo stesso fornitore di Assunta Madre).

Qui troviamo ostriche (4,50 € l’una), mix di tartare  (18 €), gran crudo (30 €), percorso di antipasti caldi (20 € 5 portate).

I primi costano tra 15 e 18 €, i secondi come baccalà “allo Iodio” o calamari sulla piastra (16 €), guazzetto di pesce (20 €) o pescato del giorno (60 € al kg)

La carta di vini non è il solito “romanzo a più capitoli”, è abbastanza piccola, ma i vini giusti ci sono: bianchi, rossi, bollicine (anche rosa!) e, inaspettatamente, Gaia (sarà il vizio del titolare?)

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Iniziamo con il baccalà scottato con burrata e scorze di limone candito, gradevole.

iodio-oyster

Ostriche Fin de Claire e oyster leaves (erba ostrica, il fantastico equivalente vegetale del mollusco), freschissime.

iodio-tartare-2

Tris di tartare: salmone, riso nero, avocado e uova di salmone, calamaro e melagrana, tonno, mango e semi di sesamo tostati. Tutti buoni, anche il calamaro (un po’ inusuale).

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Tris di crostacei: scampi, gamberi bianchi e gamberi rossi. Notevoli.

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Bocconcini di gambero bianco, burrata, scorze di limone candito e caviale. Saporito, squisito, abbinamento indovinato.

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Passiamo ai primi: pacchero artigianale cacio, pepe e coda di rospo. Una cacio e pepe al sapore di mare.

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Raviolone con ripieno di spigola con sauté di pomodorini datterini (pasta fatta in casa, e lo si sente!)

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Spaghetto artigianale alle vongole. Saporito, vongole abbondanti. L’unica cosa che che cambierei è la pasta. Preferisco uno spaghetto classico, magari di Gragnano.

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Con il mio grande dispiacere, non riesco nemmeno a pensare di mangiare altro, e passiamo direttamente al dolce: cheesecake di formaggi freschi con briciole di biscotto e salsa al passion fruit. Un dessert delle meraviglie: sapiente mix tra caprino, creme fraiche, panna e philadelphia e frutti tropicali, davvero ottimo!

Non riesco a non fare i complimenti allo chef Marco Neri (che prima di approdare a Roma, ha lavorato in giro per l’Italia, Don Alfonso compreso): cucina fresca, pulita, molto equilibrata, nessuna esagerazione.

Spendete a persona circa 60 €.

Io tornerò per i secondi. Voi che assaggereste?

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Iodio. Via Ostiense 503, Roma. Tel. +39 06 5415034

Di Giulia Nekorkina

Moscovita di nascita, romana da 25 anni, Rossa di Sera da 10 anni, innamorata della vita, appassionata di bollicine, adora cucinare e mangiare. Il miglior museo è un mercato, il miglior regalo è un viaggio.