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Cortona. Sono stato da Stefano Amerighi e ho capito cosa vuol dire vino biodinamico

martedì, 18 Ottobre 2016 di

svinando

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“Lo faccio perché sono pigro”.

Scherza Stefano Amerighi alla nostra domanda sul perché tutto il suo lavoro si concentri sulla produzione di un’unica etichetta.

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Ogni vino deve avere la sua identità, niente seconde scelte quindi dati da scarti della cuvée.

Stiamo parlando del suo Syrah, prodotto dall’omonimo vitigno che secondo Amerighi offre innumerevoli sfaccettature.

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La sua passione per questo vino nasce dai vari assaggi de Il Bosco, Syrah prodotto da Tenimenti D’Alessandro, di cui le annate ’93 e ’94 sono stati dei veri e propri fari nella gioventù di Stefano.

Poi il viaggio in Francia nella zona del Rodano dove ha potuto conoscere le note di pepe nero del syrah di Ampuis e Côte Rôtie e di violetta di Saint Joseph, per passare a sentori più olivastri e mediterranei di Cornas o fruttati di Châteauneuf-du-Pape.

È proprio su queste numerose sfumature offerte dal vitigno che Amerighi ha deciso di concentrarsi.

Circa 7 ettari di terreno a Poggiobello di Farneta, tra Cotona e Montepulciano, quasi completamente occupati da Syrah (4000 mq2 di Sangiovese), coltivato secondo i dettami dell’agricoltura biodinamica.

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Una sola uva ma ben 17 vinificazioni differenti, ciascuna con una propria dinamica e lavorazione. Grappolo intero, 30%, pigiato rigorosamente con i piedi o tenuto integro, legno o cemento a seconda delle caratteristiche di ciascun vigneto. Troppo piccola per tutto questo la cantina della nonna dalla quale si è dovuto spostare nel 2009.

La fermentazione delle uve è rigorosamente spontanea senza quindi l’aggiunta di lieviti e solforosa. Il contatto con le bucce varia dai 18 ai 35 giorni e si avrà solo fino a quando risulterà un vantaggio per il prodotto.   

L’affinamento avviene per circa il 40% della produzione nel cemento. La restante parte nel legno in botti del 2005/6 che ormai hanno perso la loro parte aromatica.

Dal 2014 l’utilizzo della ceramica che, anche se meno naturale rispetto alle giare in terracotta prodotte con la tecnica a colombino, offre garanzie sull’assenza di residui di metalli pesanti, respira di meno ed è più neutra.

Anche il controllo della temperatura delle stanze è completamente naturale e Stefano non ha problemi a farla arrivare anche fino a 19 gradi in estate. “Il vino deve capire il ritmo delle stagioni” ci spiega.

Trascorsi 14 mesi le varie vinificazioni sono miscelate secondo proporzioni ogni anno diverse.

Il prodotto è quindi imbottigliato (circa 10mila bottiglie) senza filtrazione o stabilizzazione ed affinato per un altro anno (2 anni e mezzo l’Apice, solo in annate eccezionali).

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Costo della bottiglia in cantina 19 €.

Voi lo avete già assaggiato? Diteci quali sono le vostre opinioni e se dopo tutto questo sia possibile consideralo un Pigro.

Amerighi Stefano. Poggiobello di Farneta – Cortona (Arezzo). Tel. +39 0575 648340

[Testo e foto: Matteo Bizzari]