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Fiumicino. Il ristorante Incannucciata che vi fa pagare 30 € per il pesce del proprio peschereccio

lunedì, 17 Aprile 2017 di

svinando

A Fiumicino, che non è solo l’aeroporto di Roma, i ristoranti di pesce non si contano, a iniziare dai due stellati (Pascucci al Porticciolo e Il Tino), passando per L’Osteria dell’Orologio e finire con semplici trattorie come La Murena o La Paranza.

Ma la mia scoperta della stagione 2017 si chiama Incannucciata.

La storia dell’Incannucciata è molto simile a quella di Al Molo 312, riaperto a luglio 2016 con la gestione nuova e Dario Tornatore ai fornelli.

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Anche L’Incannucciata era uno dei ristoranti storici di Fiumicino, aperto dal 1930, che negli ultimi anni aveva perso il lustro per poi chiudere definitivamente i battenti. Invece di restare un triste monumento della propria gloria passata, il ristorante è stato rilevato da Andrea Lara, appassionato di locali e titolare del Giardino del tango a Roma.

Lui e Daniele Mari, il manager che ha curato i locali come il Ristorante La Regola, Enoteca Costantini e Tiberino, hanno ristrutturato completamente il locale, creando al piano di sopra il Bistrot 360°, il volto casual dell’Incannucciata, perfetto per un aperitivo o per una cena easy a base di prodotti selezionati.

La cucina dell’Incannucciata, curata da uno giovane chef Daniele Satta, è tutta a base di pesce che arriva quotidianamente dai banchi di Fiumicino e dal peschereccio di proprietà del ristorante. Daniele è timido, parla poco, ma mi avevano detto che si esprime molto meglio in cucina. Dopo aver assaggiato i piatti direi che la sua cucina è “sussurrata”.

Incuriosita dalla rinascita di un’altro locale storico (sarà una nuova tendenza?) e convinta da un aperitivo sorseggiato qualche giorno prima, ho provato la cucina.

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La sala non è molto grande ma luminosa ed accogliente. La compilation della musica lounge di sottofondo è un piacevole dettaglio che noto subito.

Daniele Mari, appassionato di vini francesi, promette di farmi assaggiare qualcosa di interessante. Mi fido.

Inizio con le ostriche Papillion (5 pezzi, 15 €). Un vero sapore di mare (che non andrebbe mai rovinato con il limone) abbinato ad un vino insolito, un Riesling tedesco del 2008. E’ dolce ma non troppo e con la sua spiccata acidità contrasta il salmastro delle ostriche e rende estremamente piacevole il connubio agro-dolce-salato.

Carpaccio di gallinella, arancia e chips di finocchietto. C’è poco da dire quando il pesce è freschissimo.

Gambero rosso di Mazara, frutto della passione, fave di  cacao. Inusuale il cioccolato con i crostacei, ma la nota amarognola e il croccante in bocca mi sono piaciuti (15 €)

Sarde fritte impanate nella farina di ceci, salsa di stracciatella, scarola ripassata, olive taggiasche (13 €). Personalmente uso la farina di ceci per friggere il baccalà in pastella e devo dire che anche con le sarde funziona bene.

Polpo arrosto, crema di zucca, cicoria saltata, pomodoro secco ( 18 €). Crema di zucca equilibrata e non dolciastra come spesso accade, polpo croccante e morbido.

Tutti questi antipasti sono stati accompagnati dalle bollicine del Crémant de Bourgogne. Un ottimo metodo classico, molto simile al Franciacorta (assaggio alla cieca), buonissimo rapporto qualità prezzo (22 €)

Linguine aglio, olio, peperoncino, battuto di gamberi rosso, zenzero ( 16 €). Ecco, questo è uno dei piatti di cui chiedere il bis: cremoso, equilibrato, fresco, piccante ma dolce quanto basta.

Ravioli con fragolino, crema all’acqua pazza, olive disidratate  (18 €). Delicato, forse troppo. “Acqua pazza” si sentiva poco, ma il ripieno mi ha convinta: niente ricotta né patate (come spesso accade), ma solo pesce.

Spaghettone artigianale con le vongole (14 €). Ed ecco il piatto che ogni anno scatena dispute e classifiche. Per me può salire sul podio.

Branzino scottato, crema di ostriche e patate, cime di rapa scottata (20 €). Come dire, il classico “pesce con patate” rivisitato con gusto.

I primi e il secondo (dopo il quale ho chiesto pietà) sono stati accompagnati da un piacevole rosé francese, che fa tanto estate e Provence.

Per finire, un cremoso di ricotta, crema inglese all’arancia e nocciole. Forse un piatto che mi ha convinto di meno, ma di solito i dolci io salto volentieri.

A Incannucciata si può chiedere anche uno dei menù degustazione (minimo per 2 persone):

Degustazione grandi classici (sauté di cozze, spaghetti alle vongole, frittura calamari e gamberi): 30 €
Degustazione Incannucciata (3 portate): 40 €
Degustazione tutto crudo (3 portate): 45 €
Degustazione dello chef (7 portate): 55 €

E se vi dicessi che Incannucciata è aperta a Pasquetta, rinuncereste al solito abbacchio per andare a mangiare pesce a Fiumicino? O avete altre preferenze sul “mare di Roma”?

Incannucciata. Piazza Grassi 17. Fiumicino (Roma). Tel. +39 06 6506380

Di Giulia Nekorkina

Moscovita di nascita, romana da 25 anni, Rossa di Sera da 10 anni, innamorata della vita, appassionata di bollicine, adora cucinare e mangiare. Il miglior museo è un mercato, il miglior regalo è un viaggio.