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Birra. Il primo brewpub di Roma è a Eataly e vorrei dire: tanta roba

Guida alle birre di Eataly, primo brewpub di Roma che ha sugli scaffali molte etichette e appunto un laboratorio per la produzione in casa
sabato, 23 Giugno 2012 di

svinando

Inaugurato e subito pronto a scoprire “BIRRERIA” il primo Brewpub della Capitale….Eh?
(voce fuori campo): e allora Tur..*
Ho detto il primo brewpub della Capitale!
(voce fuori campo): e allora il B..*
HO DETTO IL PRIMO brewpub della Capitale!
(voce fuori campo): E allora…*
HO DETTO IL PRIMO BREWPUB DELLA CAPITALE!!!!!
Uffff…..!
Dicevamo; il primo Brewpub DEGNO di portare questo nome nella Capitale, Birra del Borgo, Baladin e Dogfish Head ci mettono la faccia,  le aspettative sono alte, e fortunatamente non sono disilluse,  contestualizzando il luogo e il target di riferimento.

Eataly Roma è una figata pazzesca, un centro commerciale della gastronomia prêt-à-porter e non, per quanto riguarda la birra un piccolo paese dei balocchi. Si inizia a bere alle 12, vai a ordinare da mangiare in uno dei ristoranti (io mi sono dato a un frittino ino ino), gli dai il numero del tavolo, e te lo portano in BIRRERIA.

Tanta roba, qualche scelta che fa storcere il naso ai palati più raffinati ma che comunque ci può stare visto che si parla di birre non comuni o comunque non da supermercato sotto casa. Per fare un esempio, c’è tutta la serie poliluppolata della Poretti.
Ma noi siamo venuti per berci birra
A: seria,
B: fatta in casa.

Il laboratorio entrerà in funzione a breve, le birre comunque sono disponibili e momentaneamente preparate a Borgorose, come ci spiega Brooks Carretta, colui che si occuperà del ciclo produttivo nel laboratorio a vista dell’ex Air Terminal Ostiense; vecchia conoscenza di Birra del Borgo che dopo aver condotto il micro-birrificio all’interno di Eataly New York è tornato a casa.

3 sono le ricette autoctone, una Golden Ale (Buonissima recita l’etichetta) una Dark Mild e un’ambrata speziata.

Iniziamo con la BIRRERIA Golden Ale, “birra dorata buonissima” da 4°, color oro con un cappello bianco mediamente persistente, al naso è buonissima proprio come scrivono, erbacea e resinosa che poi ritroviamo all’ imbocco, fresca beverina e dissetante il giusto: se proprio gli devo trovare una pecca, scarso retrogusto e corpo praticamente non pervenuto, ma proprio come dicevo all’ inizio, contestualizzando il luogo e il target, potrebbe essere un pregio, lascia la bocca pulita e per un non habitué delle birre artigianali può essere un buon prodotto per fargli capire che non si trova di fronte ad un import premium lager del cavolo, senza esagerare e lasciarli “traumatizzati”.

La seconda, la Tina, è una Dark Mild da 4.3°, prodotta con malti tostati, un filino sotto una porter, forse un po’ troppo sbilanciata sul tostato ma come per la BIRRERIA, corpo nullo e bocca pulita, pronti a ripartire di slancio.

Terza brassata a Eataly, la Urma, una ambrata da 6.4° speziata al coriandolo e buccia di arancia con una luppolatura e speziatura costante per 45’. Ormai siamo abituati al corpo vacuo, comunque si sentono i valori aggiunti di questa birra e anche in questo caso palato pulito.

A queste 3 se ne accompagnano altre 7 più complesse, passando dall’Imbranata di BdB (Belgian Ale) fino ad arrivare alla Geuze (acida) di Cantillon.

A tutto questo fa da contorno un reparto birra nazionali e estere; come venivano indicate sui vecchi listini nei bar, quelli con le lettere mobili; ben fornito per tutti i gusti. Ovviamente di Baladin e Bdb c’è tutta la produzione.

DOVETE ANDARCI!

Ho chiuso il mio viaggio con un piacevole acquisto inaspettato, mi sono trovato di fronte allo scaffale appena rifornito di ReAle7 normale e oak aged….

Non mi sono potuto esimere, chiudendo il tutto con un set da 6 bicchieri serigrafati “BIRRERIA”.

Ad majora