mulino caputo farine per pizza, pane e dolci

Dieta. La variabile Russell Crowe che mangia prodotti per celiaci e dimagrisce

venerdì, 08 Febbraio 2013 di

Gluten free è la dicitura che appare sui prodotti alimentari destinati al consumo di chi è affetto da celiachia. Russell Crowe, l’attore premio Oscar protagonista di film tra cui i recenti Les Misérables e Broken City, ha dichiarato di non essere celiaco, ma di aver perso 8 chili in 105 giorni. Che le ragioni della dieta avessero coinvolto gli alimenti anti celachia non è un fatto nuovo, ma come si prevedeva è diventata una moda che potrebbe arrecare qualche danno a chi di celiachia soffre per davvero.

In Italia aumenta il numero delle persone, che pur senza essere intolleranti al glutine, consumano pane, pasta e pizza “speciali”. Nel 2012 sono stati 600 mila gli Italiani che hanno comprato un prodotto gluten free convinti di una loro maggiore salubrità che si accompagna alla capacità di far dimagrire. L’effetto Crowe, ovviamente, non è secondario anche se i nutrizionisti avvisano che più di un dato scientifico siamo in presenza di una credenza popolare.

L’aumento di vendite c’è stato come registra l’Associazione italiana celiachia e 1/3 dei 237 milioni di euro incassati dai produttori non è transitato per le Asl che danno i buoni a chi è affetto dalla patologia. Ciò vuol dire che qualcuno ha superato il tetto del buono mensile (100 €), qualcuno li ha comprati perché ha intolleranze minime non registrate dai normali test. Tutti gli altri emulano il Gladiatore.

Crowe è in compagnia di altri famosi sulla strada del gluten free. La bionda Gwynet Paltrow e Miley Cyrus, per esempio, che ne propagandano i benefici dimagranti al punto che negli Stati Uniti è stato calcolato che il 35% dei clienti di ristoranti e negozi gluten free li ritengono più salutari, al passo con un modello di vita sano ed equilibrato. E in grado di far dimagrire senza rischi. Aiutati in questo da uno sportivo come il tennista Novak Djokovic, celiaco ma convinto che la sua forma fisica sia dovuta alla pasta senza glutine.

Il pericolo del diffondersi di una moda che coinvolga anche le persone non celiache in questa corsa all’alimento dimagrante è il rischio che si perdano le garanzie del tartassato sistema sanitario a favore dei veri celiaci. Chiedere rimborsi per moda anziché per conclamata necessità avrebbe un effetto disastroso per i celiaci.

[Link: Repubblica]