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Cotoletta milanese

L’Osteria Brunello va forte con la cotoletta milanese

mercoledì, 12 Febbraio 2014 di

svinando

Andrea Alfieri

C’è uno chef, Andrea Alfieri, che si aggira per Milano. Si manifesta all’improvviso – una cena a più mani, un corso, una lezione, un intervento, una consulenza, uno show cooking, una carta. C’è lui dietro i menù di due ristoranti diversissimi fra loro, situati pressoché l’uno di fronte all’altro: l’Osteria Brunello (Cucina italiana contemporanea) e Bento Sushi Bar.

L’Osteria Brunello può contare su Alfieri come consulente anche per i menù “speciali”: San Valentino e Identità Milano.

Lo abbiamo provato, chiedendo una sostituzione: cotoletta alla milanese per alcuni di noi.

fonduta

In apertura abbiamo assaggiato una fonduta di taleggio, cioccolato bianco, germogli, pezzetti di castagna.

cannolo frutta secca

Per antipasto un cannolo di frutta secca con paté di vitello alla milanese, pera dolce forte e riduzione di Campari. Pareri contrastanti al tavolo. Al primo boccone forse la riduzione risulta un po’ troppo amara, ma per me il contrasto ci sta.

tortelli di ossobuco

 

Interessante il primo: tortelli di ossobuco con brodo di riso e zafferano, gremolata e polvere di liquirizia. Qualche tocco di liquirizia in meno avrebbe giovato al piatto.

rostin negàa

A me è piaciuto molto il secondo del menù Identità: “Rostin negàa” di guancia di vitello con purea di patate alla vaniglia e verze stufate al cumino. Il rostin negàa (“arrostino annegato”, in origine un nodino di vitello cotto lungamente al forno), realizzato con la guancia, e con un contorno di verze, quindi sapori di stagione e di territorio.

cotoletta milanese

I commensali romani hanno votato in massa per la cotoletta milanese: col “manico”, circa 250 grammi impanati nel pan carré e cotti nel burro chiarificato. Già solo il colore, la vista davano l’idea di casa. Comunque due secondi piatti caratterizzati ad alto tasso di milanesità.

meneghina

Il dolce: meneghina al Grand Marnier versione 2014: sfoglie di panettone, spuma di zabaione al Grand Marnier, infuso agli agrumi. La meneghina è un altro dolce tipico, qui rivisitato a base di panettone.

Abbastanza chiaro, quindi, che il “Brunello” dell’insegna è più un’affinità che lega la sommelier padrona di casa, Tunde Pecsvari (ungherese trapiantata da una quindicina d’anni in Italia) che non un richiamo a una cucina toscana.

Il menù Identità Milano è prezzato 40 €. La carta dei vini, interessante, curata da Tunde, propone sia i grandi classici che le nuove leve della vinicoltura. Per la cronaca, abbiamo esordito con un “bollicine” Leclisse, un Lambrusco di Paltrinieri, e proseguito con un Rabaja’ 2007 dei Produttori del Barbaresco.

Brunello Milano

 

Il menu normale dell’Osteria spazia fra tradizione e rivisitazione, con ingredienti ricercati la cui provenienza è indicata in carta – Carnaroli della Riserva San Massimo, mortadella Bonfatti, olio di Ciacci Piccolomini d’Aragona, fassona piemontese di Franco Cazzamali.

Troverete gli antipasti (“I Princìpi”) da 8 a 12 €: tartare, mortadella, flan di Parmigiano Riserva mostarda di pere mirtilli speziati, uovo cotto a bassa temperatura con fonduta di pecorino crema di nocciole, assaggi di pecorino toscano.

Primi fra i 10 e i 12 €: crema di ceci polpo al vapore olio al rosmarino, risotto carciofi e maggiorana, pici al ragù bianco di salsiccia e cavolo nero.

Secondi fra 14 e 22 €: stinchetto d’agnello al forno, strudel di verdure in fonduta di pecorino allo zafferano, trancio di baccalà in lenta cottura, filetto glassato al Brunello.

Menù “Libero pensiero” a scelta dello chef a 39 €, vini in abbinamento a 22 €.

E anche qui, in “concorrenza” con le decine e decine di locali che lo propongono, una buona versione dell’ ormai famoso hamburger Milano (il dirimpettaio Bento propone un “sushi burger”).

Che fate? Ci dite dove mangiate la cotoletta?

Osteria Brunello. Corso Giuseppe Garibaldi, 117, 20121 Milano. Tel. +39 02 659 2973

[Immagini: Daniele Amato. Ha collaborato Christian Sarti]

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.