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Vuoi vendere il tuo bar ai cinesi? C’è il sito che fa per te

venerdì, 22 Agosto 2014 di

svinando

Gianni YanGianni Yan ha un nome e cognome che chiarisce la sua origine. È nato in Cina, nella provincia di ZheJiang da dove proviene il 90% degli imprenditori cinesi, ma è residente in Italia da molti anni. La sua famiglia si è trasferita negli anni ’60.

E da subito, con la sua famiglia, si è dedicato alla gestione di bar, ristoranti e negozi.

Il suo nome è finito sulle pagine del Secolo XIX, il quotidiano di Genova, perché in città sono apparsi adesivi con un messaggio pubblicitario molto profilato: “Il primo portale di annunci gratuiti dove comprare e vendere bar – ai cinesi”.

Gianni Yan ha scoperto l’America lanciando il sito comprovendobar che promette di mettere in contatto venditori italiani, esercenti e proprietari che sentono aria d crisi, e i miracolosi compratori cinesi che le leggende metropolitane vogliono creatori di china town a colpi di valigette piene di soldi.

Il Gruppo Affari di Gianni Yan, che ha sede in via dell’Ombra, si pone quindi come intermediario tra due mondi che ancora faticano a dialogare: “Al fine di soddisfare le crescenti fortissime di richieste abbiamo creato un portale bilingue e un team di professionisti in grado di soddisfare ogni esigenza. Comprovendobar si occupa della pubblicazione e della traduzione del vostro annuncio ed è rivolto alla compravendita dei bar in Italia”, spiega il sito.

bar in vendita alessandria

L’annucio basic è gratuito e non comprende la traduzione in cinese e la pubblicazione su siti visitati da commercianti e cinesi residenti in Italia e in Europa. Che è invce prevista per gli annunci PRO (30 € per 3 mesi di visibilità su www.huarenjie.com) ed Extra (60 € per apparire anche su Europe China News).

L’idea funziona e le richeste di inserimento di annunci arrivano non solo da Genova ma dall’intera regione e dal basso Piemonte. E non riguarda solo i bar, ma anche altre attività di ristorazione e le sale slot.

Caffé Laiolo Genova

Un’opportunità per i commercianti italiani o una preoccupazione per una possibile ulteriore perdita di identità come rammenta il quotidiano che si chiede se domandarsi se “non siamo di fronte a un salto di qualità, una “escalation”, nel passaggio delle piccole attività commerciali da mani italiane a mani straniere”?

[Link e immagine: Il Secolo XIX]

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