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Milano. Ghe Sem, ristorante cinese con i ravioli più fusion del mondo

mercoledì, 22 Giugno 2016 di

svinando

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Ghe Sem: in milanese, ci siamo, eccoci, siamo arrivati.

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Dim Sum: in cinese, tipo di cucina della Cina meridionale, che comprende una vasta gamma di piatti leggeri da servire insieme al tè (cinese).

Sem chì al Ghe Sem a mangia’ i Dim Sum: frase un po’ fusion che potrebbe diventare idiomatica a breve, visto il successo del posto che è  pieno tutte le sere.

Ghe Sem è aperto da un paio di mesi in via Vincenzo Monti – strada della Milano bene, vecchi palazzi e vecchi platani a creare un’atmosfera di bellezza un po’ d’antan.

E una miriade di ristoranti, pizzerie, bar, enoteche e così via, a sottolineare il fatto che ci stiamo (probabilmente) avviando verso una civiltà di mangiatori in esterni, senza più cucine nelle case.

Qui in Vincenzo Monti l’offerta gastronomica è variata: si va da Smøøshi, locale fushion tra sushi e smørrebrød, agli ormai classici hamburger di Fatto Bene (al sesto posto nella nostra classifica degli hamburger 2016).

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E adesso Ghe Sem. Il nome è, come detto, milanese; lo chef, Daniele Ferrari, viene dalla Trattoria La Pesa di via Fantoni, mentre Fabrizio Casolo, uno dei titolari, è socio fra l’altro del Bento Bar e dell’Osteria Brunello in corso Garibaldi.

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Un giovane cuoco cinese si occupa dei ravioli; il barman Giovanni Parmeggiani invece dei cocktail, molti ideati ad hoc per il menu.

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Menu che comprende circa 20 tipi di di ravioli all’insegna della contaminazione fra la tradizione orientale, gli ingredienti mediterranei e le suggestioni del moderno.

La carta non è ancora definita: si prova, si sperimenta, si sostituisce, si toglie si reinserisce. Si va da quelli di carne a quelli di gamberi al vapore e alla griglia, alle verdure, ai funghi, fino ad accostamenti più curiosi e insoliti: asparagi e patate, fassona e cipolla caramellata, spinaci e scamorza, capasanta e pomodoro, pollo e curry, nduja e mascarpone.

Serviti a due a due, i ravioli di Ghem Sem costano dai 3 € ai  7 €, fatta eccezione per quelli con gambero che costano 4 € l’uno. Fino ad arrivare a un “prezioso” storione e caviale Calvisius Da Vinci (2 pezzi, 8 €).

Ci sono anche alcuni piatti (tartare di salmone, passion fruit e cetriolo sesamo nero, 10 €; carpaccio di salmone con salsa ponzu, 12 €; Hiyashi Wakame, 5 €; insalata misticanza sedano e gamberi alla piastra, 15 €).

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Invitato a un assaggio, ne ho appunto assaggiati un po’: mi è rimasta la curiosità per storione e caviale, ma anche per fassona e cipolla.

Mi sono piaciuti, quelli ai gamberi molto. Per altri avrei preferito un sapore un po’ più deciso o magari una creazione più originale.

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Come originale è la scelta dei cocktail (tutti a 8 €): Il Milione di Marco Polo (liquore ai fiori di sambuco, prosecco, sciroppo di rosa, bitter al tè), Wasabi Mary (sakè, lime, wasabi, salsa di soia), Chinese Whisper (vodka al limone, liquore al lichis, homemade sour mix, sciroppo di zenzero), e così via, sempre giocando sulle note orientaleggianti.

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Infine: i dolci. Che vengono da Sugar, la pasticceria che si trova esattamente a fianco di Ghe Sem: ho assaggiato ripetutamente un’ottima cheesecake alla maracuja, come ottima era la mousse di cioccolato con cuore di zenzero e menta; non amo molto le torte frangipane, ma questa, con crema di lime e mandorle, non mi è dispiaciuta.

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Il locale comunque è piacevole (bella la scelta dei colori alle pareti), una trentina di posti dentro e altrettanti fuori; ideale per aperitivi lunghi, scegliendo qua e là fra le varie voci del menu e della carta dei cocktail.

Dopo il primo assaggio il prezzo potrebbe rappresentare un problema, perché una volta partiti diventa difficile fermarsi, anche se forse è adatto alla zona e ai probabili frequentatori.

Ghe Sem. Via Vincenzo Monti, 26. Milano. Tel. +39 0245374300

 

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.