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Le Iene e il servizio sul pesce crudo nel sushi e sashimi degli All You Can Eat che fa malissimo

lunedì, 06 Marzo 2017 di

svinando

Mangiare il pesce crudo alla giapponese allo sfinimento spendendo solo 20 €.

O anche meno, se si va a pranzo. Poco più di 8 € a uno dei tantissimi Alla You Can Eat di Milano che propongono la fortunata formula super low cost.

Ma possiamo stare tranquilli sulla qualità del pesce servito?

A guardare il servizio realizzato da Nadia Toffa per Le Iene c’è solo da rabbrividire. Ed essere più che preoccupati.

Eccolo, direttamente dalla pagina Facebook della trasmissione televisiva.

Che il “mal di sushi”, ovvero la sindrome sgombroide, fosse piuttosto diffuso ci avevano pensato i NAS a metterci su chi va là.

Ma la diffusione del pesce contaminato potrebbe essere maggiore anche in ragione dei 625 (!)  All You Can Eat presenti a Milano, 415 a Roma, 190 a Torino, 66 a Bologna, 50 a Napoli.

Una questione di proporzioni statistiche non danno tranquillità.

Le Iene hanno prelevato 8 campioni di pesce in altrettanti ristoranti All Can You Eat del capoluogo lombardo e li hanno portati in un laboratorio di analisi dopo una prova a tavola di un giovane sushi man che in qualche caso ha “rimesso” il salmone in un tovagliolino.

Immangiabile? Esagerazioni da cultore del sushi con la puzza sotto il naso?

Mentre si attendevano le analisi che porteranno a un risultato catastrofico (su 8 analisi, 3 sono passabili, 5 sono da semaforo rosso di cui 2 a forte rischio per la salute dei consumatori), Nadia Toffa cerca di offrire ai telespettatori le regole per distinguere un sushi commestibile da uno che ti porta in ospedale.

E va in uno dei ristoranti che propongono il sushi nippo-brasiliano.

Ecco come riconoscere un pesce buono da uno che bisogna rifiutare.

  1. Tutto il pesce deve essere lucido
  2. Il pesce fresco non ha odore
  3. Il pesce ha odore di pesce quando sta tanto tempo fuori dal frigorifero
  4. Il ristorante non deve sembrare una pescheria
  5. Toccandolo il pesce deve essere freddo
  6. Non deve essere appiccicoso
  7. Il pesce vecchio rilascia una specie di grasso che lo rende appiccicoso. Come se avesse su una specie di colla
  8. Il pesce deve essere liscio “come l’olio di oliva”
  9. Il colore del pesce fresco è brillante
  10. Per rendersi conto della freschezza del pesce, meglio osservare e assaggiare il sashimi, cioè il pesce non condito
  11. La salsa di soia copre i difetti, anche importanti, del pesce
  12. La consistenza: il pesce deve essere rigido, se si scioglie in bocca è vecchio (ammesso che vogliate insistere ad assaggiarlo dopo la prova della vista, del tatto e dell’olfatto)
  13. Il sushi può coprire i difetti del pesce
  14. Il sushi fresco avrà un pesce lucido. Il sushi vecchio avrà un pesce opaco
  15. Il sushi fresco ha un riso più bianco
  16. Nel sushi vecchio non si distinguono i chicchi di riso che sembrano fusi, incollati
  17. Gli All Can You Eat risparmiano sulla materia prima. Un salmone può costare al ristoratore 6, 10, 19 €
  18. Un salmone costoso dopo un paio di giorni costerà molto di meno, fino a un terzo in meno
  19. La differenza non è solo tra allevato, allevato biologico o selvaggio. Conta anche la freschezza
  20. Gli All Can You Eat risparmiano anche sul personale e sulla loro competenza, ad esempio i magazzinieri
  21. Un magazziniere poco professionale non controllerà la temperatura del prodotto con un termometro né presterà attenzione alle contaminazioni incrociate
  22. Appoggiare un cartone che stazionava in un deposito sul tagliere dove si prepara il sushi è una sicura fonte di contaminazione
  23. Uno chef professionale che lavora il pesce crudo si lava le mani ad ogni passaggio
  24. Osservare la vetrina del pesce è fondamentale: deve essere pulita e fredda
  25. Dare un’occhiata ai taglieri è importante: devono essere sterilizzati quotidianamente
  26. I taglieri devono essere perfettamente candidi
  27. Ovviamente tutto il pesce crudo deve andare in abbattitore per debellare l’anisakis

Arrivano i risultati delle analisi e non sono confortanti.

Ad esempio, i batteri che non dovrebbero avere valori superiori a 10.000 arrivano a quote impossibili: tra 520.000 e 860.000. E in 2 casi c’è anche l’istamina a preoccupare perché può portare alò soffocamento in soggetti allergici.

La Iena Toffa a questo punto va nel peggiore secondo le analisi, degli You Can All Eat testati. E forte delle raccomandazioni della guida stilata prova a fare un’analisi.

Terrificante. Dai taglieri sudici al salmone lasciato fuori dal frigo a quello che cade per terra nel lerciume e viene rimesso a posto.

E il proprietario interrogato? Chiama la polizia e l’avvocato.

E vuoi che non ci sia un cavillo burocratico che permetterà al “diligente” ristoratore (nei commenti su Facebook sembra che qualche cliente lo abbia riconosciuto) di continuare ad attentare alla salute dei clienti?