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Milano. Le 5 migliori pizze di Pizzium che apre una nuova sede in via Anfossi

mercoledì, 13 Settembre 2017 di

Pizzium, nuovo concept di pizzeria nato da un’idea di Giovanni Arbellini e Stefano Saturnino imprenditore milanese nel settore food retail (Panini Durini), aprirà domani la sua seconda pizzeria a due passi dal Cinema Colosseo, in via Augusto Anfossi 1, nel cuore di Milano.

In soli sei mesi dal lancio del primo locale in via Procaccini, Pizzium è prima su Tripadvisor tra le
pizzerie milanesi e ha servito oltre 60.000 pizze. “I numeri ci dicono che la nostra pizza arriva al cliente senza artefatti e sperimentazioni, come vuole la tradizione napoletana. Nei nostri locali ti senti a casa,
l’atmosfera è rilassata e la qualità del prodotto alta: una combinazione che è piaciuta al punto tale da
dover aprire velocemente la seconda pizzeria per smaltire la fila di clienti in attesa”, spiega Giovanni – Nanni – Arbellini.

Tre ingredienti: acqua, farina e lievito per una vera pizza napoletana dall’impasto molto idratato. I grani sono 100% italiani, i pomodori San Marzano DOP Agrigenus, il fior di latte del caseificio Fior d’Agerola dei fratelli Fusco e l’olio pugliese del Frantoio di Molfetta. Questo il segreto dichiarato della pizza di Pizzium.

“Pizzium celebra l’italianità della pizza con 14 proposte regionali alla scoperta di diversi sapori in grado
di rievocare i ricordi della propria terra in un giro di pizza”, spiega la nota dell’ufficio stampa che ha messo in fila le preferenze dei clienti.

  1. Il podio della top five delle pizze regionali, secondo i milanesi, se lo aggiudica il Lazio con Fior di latte Caseificio Fior d’Agerola, guanciale Salumificio Villani, pecorino romano Dop Caseificio La Rinascita,uovo e pepe nero.
  2. Il secondo posto va alla Puglia con stracciatella Antica Fattoria, pomodorini gialli e olive nere.
  3. Terzo posto invece per la Toscana con Fior di latte Caseificio Fior d’Agerola, prosciutto crudo toscano sgambato e marmellata di fichi.
  4. Segue l’Abruzzo, con Pomodoro San Marzano Dop Agrigenus, fior di latte Caseificio Fior d’Agerola, guanciale Salumificio Villani, pecorino romano Dop Caseificio La Rinascita e pepe nero.
  5. Chiude la Top Five la Liguria con Fior di latte Caseificio Fior d’Agerola, pomodorini gialli e rossi e pesto di basilico fatto in casa.

La pizza di Pizzium, così come il design dei propri locali, ci avvertono che sono stati studiati per adattarsi al centro urbano, alle zone più periferiche e persino ai centri commerciali per diffondersi in modo capillare sul territorio italiano. La road-map di questa “startup della pizza” prevede almeno 7 nuove aperture dirette – escluse quelle in franchising – tra il 2017 e 2019.

C’era la porta aperta, c’era il forno acceso, c’era dentro Giovanni – Nanni – Arbellini, che mi ha fatto cenno di entrare – è così ho assaggiato la nuova sede di Pizzium, in via Anfossi, appunto.

Avranno fatto, mi ha detto Nanni, una quarantina di pizze prima della mia: non era un’apertura, nemmeno una presentazione, e chi passava di lì (compreso passanti e gente dei portoni a fianco) veniva invitato a entrare e gli veniva messa una fetta di pizza in mano. O fatto sedere a tavola, con una pizza intera. A gratis, era una prova della pizza, del forno, del locale, ancora in parte incompleto. Ma bello, spazioso – ci saranno una settantina e passa di posti a sedere –, mattoni a vista e scaffali di prodotti in attesa di finire sulle pizze.

E come sono le prime pizze di Pizzium 2? Al netto del forno acceso da poco (Ernst Knam, vicino di casa, ha commentato che la pizza era buona considerato che il forno era in funzione da non molto tempo), e quindi con quel sospetto di crudità che avevo già notato il primo giorno di Pizzium 1, la mia marghertita era buona – buona come quella assaggiata qualche mese fa (solo qualche mese fa: ci sono voluti solo sei mesi perché Pizzium lievitasse e raddoppiasse…).

 

Il menù è come quello dell’altra pizzeria: una serie di pizze classiche, e la serie di “regionali” con tutta la Top Five, che cambieranno periodicamente (presto il nuovo menù, in entrambi i locali). Sono anche cambiati alcuni dei “piatti d’appoggio”, fritti eccetera, che in realtà credo di aver assaggiato solo di sfuggita: grave lacuna, da colmare. Non sono invece cambiati i bellissimi piatti da portata: Deruta artigianali, fatti a mano.

Sarà necessario ripassare.

[Ha collaborato Federica Caretta. Immagini: Federica Caretta, Emanuele Bonati]

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.