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Report. La goccia di latte che fa traboccare il vaso della mozzarella in Molise

martedì, 03 Dicembre 2019 di

Report ritorna con Rosamaria Aquino sulle tracce del latte straniero che diventa mozzarella, ma sarebbe più corretto dire fiordilatte, nel Molise.

Il carattere identitario italiano è l’arma su cui fa leva il marketing per vendere i suoi prodotti che in moltissimi casi sono realizzati a partire da latte dell’Europa se non direttamente dalla cagliata.

La giornalista ritorna in Molise dove l’avvio della precedente puntata che metteva sotto i riflettori le cisterne di latte dalla Germania in transito a Vipiteno per arrivare in Molise. Una delle regioni a forte vocazione casearia.

Non ci sta una casara che prende tastiera e social e dimostra analisi alla mano che il suo fiordilatte, i suoi bocconcini, sono di latte 100% degli allevamenti del Molise.

Ma è un’eccezione come l’allevatore e casaro che per salvare una mucca cade e muore in un dirupo.

Più conveniente importare latte da oltre confine, rectius, cagliata cioè la pasta già compatta pronta per essere filata. Si risparmia sui costi di trasporto.

C’è chi preferisce la cagliata polacca a quella tedesca. Migliore a suo dire.

E c’è il piccolo caseificio che denuncia l’arrivo del latte e della cagliate dalla Lituania immaginando il prossimo step di arrivi dalla Cina.

Attenzione, non è che il latte straniero sia cattivo, ma i caratteri del made in Italy si possono ritrovare in una mozzarella con ingredienti stranieri? Se la nostra forza è la lavorazione dei latticini, è possibile pensare che una cagliata già pronta all’uso sia portatrice di quei caratteri identificativi della lavorazione italiana che tutti i consumatori vorrebbero ritrovare a tavola?

Nel dubbio, Sigfrido Ranucci elenca tutti i grandi caseifici del Molise che fanno utilizzo di cagliata pur avendo in etichetta quel richiamo, quell’italian sounding che è la causa dei nostri mali agroalimentari.

Insieme, meglio ricordarlo, alla politica delle quote latte che ha desertificato gli allevamenti.

Ecco la puntata di Rosamaria Aquino con la trascrizione.

La goccia di latte

VALERIA ZICCARDI – CASARA MOLISANA

Era domenica, stavo qua e stavo allestendo il caseificio, quando all’improvviso mi iniziano ad arrivare tutti questi messaggi da parte di gente che mi conosce, proprio mi mandano il link del video.

ROSAMARIA AQUINO

Del video che è andato sui social.

VALERIA ZICCARDI – CASARA MOLISANA

Eh… quando l’ho visto ho detto oh mamma, che è ‘sta cosa? Qua mo’ iniziano a dubitare di noi, sicuro! Eh mi sono agitata e ho detto: qua bisogna fare qualcosa.

ROSAMARIA AQUINO FUORI CAMPO

Lei è Valeria, giovane casara di uno dei tanti laboratori che producono con latte molisano, all’indomani della notizia pubblicata da REPORT dei camion pieni di latte che passavo dal Brennero ha reagito così.

VALERIA ZICCARDI – CASARA MOLISANA su FACEBOOK

Sono Valeria del caseificio artigianale San Marco, sto facendo questo video in merito la questione che si è aperta ieri sul latte tedesco, per dimostrarvi che il nostro prodotto è fatto davvero dal cento per cento del latte. Vedete? Verbale di prelievo di campione di formaggio fresco a pasta filata, cioè è stato prelevato il nostro bocconcino. É stato attestato che quello che noi affermiamo nella nostra etichetta, vedete: “Solo latte italiano”, risulta regolare.

ROSAMARIA AQUINO FUORI CAMPO

E il padre Antonio rincara la dose. Per lui importare latte dall’ estero è un’onta. 

ANTONIO ZICCARDI – CASARO MOLISANO

É tutto latte di qua.

ROSAMARIA AQUINO

Che cosa c’ha di tanto buono questo latte molisano?

ANTONIO ZICCARDI – CASARO MOLISANO

Il sapore.

ROSAMARIA AQUINO

Cioè?

ANTONIO ZICCARDI – CASARO MOLISANO

Quando la mangiate la mozzarella la sentite di latte e non di plastica. Eccola qua, questi sono i bocconcini che facciamo noi. Quando apriamo il bocconcino, vedi… caccia il latte.

ROSAMARIA AQUINO

E questa è la dimostrazione che la mozzarella è buona?

ANTONIO ZICCARDI – CASARO MOLISANO

Indice di qualità.

ROSAMARIA AQUINO

Ma chi sono questi che utilizzano il latte straniero?

ANTONIO ZICCARDI – CASARO MOLISANO

Il latte straniero qua è sempre venuto, non è che…

ROSAMARIA AQUINO

E perché si compra il latte straniero invece di utilizzare il latte italiano e molisano?

ANTONIO ZICCARDI – CASARO MOLISANO

Perché il latte straniero ce n’è quanto, quanto e quanto ne vuoi, il latte molisano purtroppo ce n’è rimasto poco. La politica delle quote latte purtroppo ha distrutto le aziende che producono latte qua. Mo’ dal latte tedesco si è arrivato al latte della Lituania, fra un poco viene pure i cinesi. 

ROSAMARIA AQUINO FUORI CAMPO

Siamo in Molise, a chilometri di curve dalle autostrade, dalle grandi industrie. Qui, nella patria delle mozzarelle, dove le mucche ti attraversano la strada, dopo il nostro servizio si è fatto un gran parlare, anche e soprattutto tra chi compra materie prime straniere.

IMPRENDITORE INDUSTRIA CASEARIA

Io utilizzo, compro solamente cagliata. Cagliata tedesca e cagliata polacca. Vi dirò di più che preferisco la polacca e non la tedesca

ROSAMARIA AQUINO

In etichetta siete tutti bravi, no? Poi su ‘sti siti internet, che noi abbiamo visto.. Mo’ le leggo il suo… allora il suo dice nel caso della mozzarella sono importantissimi l’acqua di lavorazione e il microclima del luogo. Il luogo della Polonia?

IMPRENDITORE INDUSTRIA CASEARIA

No, però….

ROSAMARIA AQUINO

Ma sto sito lo cambiate però, perché sennò!

IMPRENDITORE INDUSTRIA CASEARIA

Ma guardi che per quello che ci riguarda il sito io forse sarà un anno che non lo guardo. Questa cosa che avete fatto voi è importante perché ci deve essere più una razionalizzazione delle etichette… chi lavora latte estero deve scrivere latte EU, io lo faccio. 

ROSAMARIA AQUINO

Ma perché, c’è gente che non lo fa?

IMPRENDITORE INDUSTRIA CASEARIA

Sicuramente sì.

IMPRENDITORE INDUSTRIA CASEARIA

Per sopperire le spese di trasporto, se io prendo una cisterna di latte, 300 quintali di latte dalla Germania, avrò un costo di trasporto che quando arriveranno qui 300 quintali di latte mi daranno X di pasta, per filare.

ROSAMARIA AQUINO

Ok.

IMPRENDITORE INDUSTRIA CASEARIA

Quindi comprare già la pasta filata, messa sotto vuoto, praticamente una pedana di cagliate sono sei sette quintali: è come 50 quintali di latte. 

ROSAMARIA AQUINO FUORI CAMPO 

A quel punto chiediamo al produttore, perché allora quel latte non se lo compra in Italia, magari in Molise. 

IMPRENDITORE INDUSTRIA CASEARIA

Qui relativamente le stalle buone sono poche, ma sono già occupate dal latte fresco, dai prodotti DOP. 

ROSAMARIA AQUINO

Sì, però lei sa pure che quando noi ci compriamo una mozzarella molisana speriamo che ‘sto latte sia molisano. 

IMPRENDITORE INDUSTRIA CASEARIA

Sì, io ce ne ho poco. Però purtroppo è una realtà. Se lei si va a fare un giro sopra ai colli qui intorno tu troverai le stalle abbandonate, perché ai tempi delle quote latte c’è stata gente che ha preferito abbandonare. 

ROSAMARIA AQUINO FUORI CAMPO

Stalle vuote o piccole stalle in cui il prezzo del latte di qualità è superiore a quello della media nazionale. 

ROSAMARIA AQUINO

A quanto lo vendete il vostro latte?

MINA PALLOTTA – ALLEVATRICE

Noi abbiamo una base di 48 e poi in base a tutte le caratteristiche che poi ha il latte viene definito il prezzo. Molto spesso ci dicono: “Eh però, voi qua siete fortunati, perché comunque avete un buon prezzo del latte, ci sono realtà anche nel basso Molise che conferiscono il latte ho sentito addirittura a 37 centesimi. Come fai a vendere un litro di latte a 30 centesimi? 

ROSAMARIA AQUINO FUORI CAMPO

In un contesto come questo dove il latte è a centimetro zero, c’è anche chi per le sue mucche perde la vita. Bruno Pallotta, 49 anni, allevatore, pochi giorni fa ne smarrisce una al pascolo e fa di tutto per ritrovarla. Ma la caduta da un burrone gli è fatale.

LUCA PALLOTTA – CASARO e nipote di Bruno

Sono diversi giorni che provo a ricoprire il suo ruolo, ma mi rendo conto che sono deficitario. Perché per me gli animali sono tutti uguali, lui invece li conosceva uno a uno: c’era quello più giovane, c’era quello più vecchio, c’era quello che aveva bisogno di più cure, c’era quello che era zoppo, c’era quello che magari aveva appena partorito ed era più delicato nel muoversi. Lui le conosceva una a una. Diceva sempre: a me non interessa quanto latte fa la vacca, a me interessa che quel poco che fa lo faccia buono, perché noi abbiamo il caseificio e quindi dobbiamo trasformarlo.