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Nuova ordinanza per ristoranti e bar in Friuli, Veneto, Emilia Romagna

La nuova ordinanza delle regioni gialle Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Veneto prevede regole più stringenti per la ristorazione
giovedì, 12 Novembre 2020 di

Una nuova ordinanza regionale che restringe ulteriormente le possibilità di esercizio per bar e ristoranti in Veneto ed Emilia Romagna. Anche se a firmare una nuova ordinanza è anche il governatore del Friuli Venezia Giulia.

La mappa a zone dell’Italia si va complicando con le eccezioni previste per evitare il lockdown generalizzato di tutta l’Italia.

Le tre regioni, anche restando ognuna del colore meno restrittivo, cioè il giallo, hanno specificato una serie di norme. Norme che è bene ricordarlo, si sommano al coprifuoco dalle 22 e alle regole nazionali già previste per le zone gialle.

La novità precede di qualche ora la decisone del governo, presa in base all’aggiornamento dei dati relativi ai contagi da coronavirus, sullo spostamento di nuove regioni dalla zona gialla a quelle a rischio maggiore. Cioè arancione e rosso.

Ricapitolando occorrerà guardare a 3 livelli di ordinanza.

  1. Ordinanza del Governo che domani stabilirà eventuali nuovi colori per le regioni che potranno cambiarlo. Si prevede l’ingresso in zona arancione di Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. E in zona rossa della Campania.
  2. Ordinanza della Regione. Proprio come quelle delle tre regioni che hanno già avuto il via libera dal ministro della Salute Roberto Speranza.
  3. Ordinanza dei sindaci. Le ordinanze dei primi cittadini non necessitano del passaggio al ministero della Salute e in zona gialla possono prevedere misure restrittive e chiusure più forti rispetto a quelle nazionali.

Le ordinanze regionali di Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna sono simili.

La nuova ordinanza per bar, ristoranti, caffè, pizzerie, pub

bologna ordinanza

Ma per Veneto e Emilia Romagna c’è una norma che riguarda in particolar modo bar e ristoranti.

I bar e i ristoranti restano aperti fino alle 18, ma dalle 15 si può consumare solo seduti, dentro o fuori dai locali (Veneto). Validità della nuova ordinanza dal 13 novembre almeno fino al 3 dicembre.

I bar e i ristoranti restano aperti fino alle 18, ma dalle 15 si può consumare solo seduti, dentro o fuori dai locali, e in posti «regolarmente collocati» (Emilia Romagna). Validità della nuova ordinanza dal 14 novembre almeno fino al 3 dicembre.

Insomma il pranzo è ancora salvo al contrario del caffè che dopo le 15 potrà essere consumato solo da seduti. In Friuli Venezia Giulia, invece, è ancora permesso. Validità della nuova ordinanza dal 14 novembre almeno fino al 3 dicembre.

Le altre regole

La necessità di evitare assembramenti ha portato a scrivere altre nuove regole.

Non è permesso passeggiare nelle strade e nelle piazze dei centri storici, delle città e nelle aree affollate. Niente “vasca” ha commentato Luca Zaia, governatore del Veneto.

Nei giorni festivi è vietato ogni tipo di vendita, anche dei piccoli negozi e dei negozi di vicinato, ad eccezione di alimentari, farmacie e parafarmacie, tabaccherie ed edicole.

Nei negozi può entrare una persona per nucleo familiare e nei centri commerciali e nei supermercati va favorito l’accesso degli anziani oltre i 65 anni nelle prime due ore di apertura (ma non è un obbligo).

La consumazione di alimenti e bevande è sempre vietata in area pubblica o aperta al pubblico (solo in Emilia Romagna)

Il mercato all’aperto è vietato se non nei Comuni in cui i sindaci abbiano approntato un piano che preveda la perimetrazione dell’area all’aperto, un unico varco di accesso e uno di uscita, ci sia una sorveglianza che verifichi le distanze, l’assembramento e il controllo dell’accesso.

Le mascherine vanno portate sempre, anche all’aperto, salvo che da parte di bambini al di sotto dei 6 anni, di chi compie attività sportiva intensa, disabili, assistenti e persone che non possono portarle per motivi medici. In caso di abbassamento per assumere cibo o fumare, dovrà essere assicurata la distanza di un metro. L’uso è obbligatorio nei mezzi di trasporto pubblici, e in quelli privati se non ci sono conviventi.