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Com’è il Cornetto Algida di Isabella Potì Limited Edition

sabato, 20 Aprile 2019 di

Sono subito partito a caccia del “mitico” Cornetto creato dalla pastry chef Isabella Potì per celebrare i 60 anni del Cornetto Algida.

Non mi fidavo molto delle assicurazioni del social media manager della pagina Algida di Facebook, che sosteneva che sarebbe stato in vendita in un punto e momento imprecisato del continuum spazio-temporale.

E nel frattempo lanciavo appelli nell’etere socialmediatico: lo avete visto? sapete dirmi se è già in vendita? dove?

All’appello ha risposto quasi subito un’amica, Fabrizia, indicandomi la catena di supermercati in cui avrei potuto trovarlo – e sono andato, l’ho cercato, l’ho trovato, l’ho comprato, l’ho portato a casa, e l’ho mangiato.

La scatola, in una serie di sfumature giallo oro, scritte bianche, non è molto appariscente – continua a vedersi di più la scatola del cornetto classico. Ma soprattutto non si vede molto Isabella, il cui ritratto, in basso a destra, è in bianco, e decisamente poco appariscente. Solo il nome, in alto al centro, in colore blu (come lo slogan “60 anni insieme”), si legge bene: ma mi sembra uno spreco, avvalersi di una testimonial e non metterla in primo piano, è come se le patatine San Carlo avessero messo nella pubblicità Carlo Cracco con il cappello da cuoco tirato giù fin sul mento.

Sul retro della scatola, la spiegazione del cornetto:

Vi presentiamo una Limited Edition che vi farà battere il cuore. Un dessert formato Cornetto firmato da Isabella Potì. La giovane pastry chef d’eccellenza sta riscrivendo le regole della pasticceria segnando un nuovo corso che dà lustro all’Italia nel mondo, proprio come Cornetto. Isabella reinterpreta in chiave Cornetto la ricetta del suo dessert di successo, unendo così tradizione Algida e innovazione.

Tra frasi fatte e parole d’ordine un po’ abusate, si legge una notizia interessante anche se parziale: il Potì-Cornetto è una reinterpretazione (ahi) “del suo dessert di successo”. Che già dare per scontato che l’universo mondo conosca “il suo dessert” mi pare un po’ azzardato: ma l’idea è molto intrigante.

Comunque, sappiatelo: non sono andato a googlare l’eventuale ipotetico dolce che ha ispirato questo Cornetto: l’ho mangiato, e basta.

Ho preso la scatola da 5 (non c’erano altre versioni), e, giusto per fare un confronto, una scatola di Cornetto Classico, sempre da 5. (A proposito: nella mia foto della confezione si vedono solo 4 cornetti, ma sono 5: il quinto l’ho mangiato subito…)

Osservando le dichiarazioni nutrizionali, possiamo dire che in sintesi il Potì-Cornetto è leggermente meno calorico, meno grasso, con meno carboidrati, ma con un poco di sale in più rispetto al Cornetto Classico. Il prezzo della confezione da 5 (in un supermercato Simply-Auchan): 4,17 € il Potì-Cornetto, contro i 3,25 € del Cornetto Classico.

E finalmente – si mangia. Giusto per auto-crearmi un po’ di suspense, inizio dal Cornetto Classico: è come lo ricordavo (l’ultimo in realtà l’ho mangiato l’estate scorsa), gelato alla panna con vaniglia, con i classici intarsi di cioccolato e granella di nocciole, cono croccante, cioccolato nella punta del cono. Mi piace. 234 kcal a cornetto.

Sì, lo so, potete evitare di scrivermelo: è il figlio del demonio, è gelato industriale, finirò in forma di statua di sale come la moglie di Lot, mi verranno tutte e sette le piaghe d’Egitto – ma a me piace. Anche perché non faccio paragoni con il gelato artigianale, sarebbe come farlo con una panna cotta: non c’entrano, e non sono in contrapposizione. Se non per il prezzo: questi 5 cornetti mi costano suppergiù come una coppetta media di gelato artigianale.

E quindi passiamo al Potì-Cornetto. Che ha solo 225 kcal a cornetto, 11 g di grassi, di cui 8 saturi, e così via – che me lo rendono più simpatico. Ma è anche buono, molto buono – il limone a corona del gelato, che va a stemperare il caramello centrale, la panna-e-vaniglia…

Quale è meglio, quale è più buono? Niente classifiche, anche perché ci sono ragioni affettive che mi legano al Classico. Certo che è un bel match… sarà meglio assaggiarne un altro.

 

 

 

 

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.