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Umbria. 10 etichette per conoscere il Sangrantino di Montefalco

martedì, 26 Febbraio 2019 di

Tra tante anteprime e degustazioni non poteva mancare quella del Sagrantino di Montefalco.

Pochi vini in Umbra riescono a rappresentare il concetto di terroir come il Montefalco Sagrantino DOCG che può essere prodotta esclusivamente nel territorio collinare di Montefalco e in parte nei comuni di Bevagna, Castel Rifaldi, Giano dell’Umbria e Gualdo Cattaneo. Il vitigno Sagrantino ha molta storia alle spalle: già nel 1088 si scriveva di terre piantate a vigna in Montefalco.

Il nome Sagrantino sarebbe riconducibile ai Sacramenti in quanto l’uva era coltivata dai frati che ne ricavavo un passito destinato ai riti religiosi. E anche se la storia già remota del Sagrantino è legata alla produzione di vini dolci, è la sua versione secca, più recente, ha consacrato questo vino sulla scena dei grandi rossi. Così, nel 1979 il Sagrantino ha ottenuto il riconoscimento DOC, e la DOCG nel 1992.

Gli esperti affermano che il 2015 è una grande annata, addirittura fantastica dal punto di vista qualitativo. Per questo sono andata all’Anteprima Sagrantino 2015 per scoprire cosa mettere di buono in cantina.

Dopo essermi assicurata di reggere gli assaggi grazie ad un panino con la porchetta, sono andata a selezionare per voi (e per me) 10 etichette, tra realtà storiche e nuovi arrivati.

Montefalco Sagrantino DOCG è un vino di grande struttura, ottenuto esclusivamente da uva Sagrantino. Essendo ricco di polifenoli e di tannini, questo vino ha una longevità straordinaria. Necessita, quindi, di un lungo periodo di affinamento nel legno prima, nella bottiglia dopo. Quindi non aspettatevi il vino di pronta beva, ma lo dovrete mettere da parte per almeno un anno. 

Le caratteristiche organolettiche del Sagrantino generalmente sono queste.

Color rosso rubino intenso, con qualche sfumatura violacea, tendente al granato nell’invecchiamento. Al naso si sentono i piccoli frutti rossi, specialmente le more di rovo, ma anche la violetta, e qualche nota balsamica. In bocca è asciutto, armonico, ampio, persistente, quasi invadente, ma  da giovane è decisamente tannico.

1. Arnaldo Caprai 

Valdimaggio è una nuova etichetta della storica cantina, un cru. E’ fresco, ma profumato, rotondo e già abbastanza equilibrato.

2. Antonelli

Certo, assaggiando il “nuovo arrivato”, bisogna avere una buona dose di immaginazione (e di esperienza) per capire che il vino diventerà uno splendido rappresentante di Sagrantino, come questo 2001. Un po’ di pazienza però ci vuole!

3. Cocco 

Cocco è, forse, la cantina più giovane presente all’evento, con la prima uscita ufficiale che risale a dicembre 2017. Eppure il suo Sagrantino Phonsano 2015 ha sicuramente del potenziale, i profumi di violetta e buona struttura fanno immaginare un vino elegante.

4. Colle Ciocco

L’annata 2014 di questo Sagrantino ha preso ben 90 punti da Gilbert & Gaillard, e anche quest’anno ha tutti i numeri in regola per riprovarci. Tannini notevoli, profumi di frutti rossi. Sarà sicuramente un buon affare.

5. Di Filippo 

Anche Di Filippo non scherza. Produzione biologica da anni, belle etichette, dedizione in ogni dettaglio. 2014, dicono i produttori, non è stata un’annata perfetta, per questo il vino, invecchiato 2 anni nel legno, è ancora tannico e leggermente amarognolo. Invece il 2015 in confronto èmeno agressivo, ma profuma di fiori bianchi.

6. Fattoria ColSanto

DI questa azienda ne ho assaggiati ben tre, per capirne l’evoluzione. Profumi di fiori, crema, vaniglia dell’annata 2015, frutti rossi fermentati e grande struttura del 2008, per arrivare all’eleganza indiscussa dai tannini domati del 2003. Assolutamente da comprare.

7. Lunelli 

Non sono riuscita a trattenermi di assaggiare le 3 annate di Carapace, prodotto in una bellissima cantina di design della famiglia Lunelli. L’ultima annata di Sagrantino, la 15, è stata curata da un enologo nuovo, e il vino risulta fin da subito molto rotondo e piacevole. Nel 2014, a distanza di un anno di di cambio della mano, si sente l’evoluzione notevole. Invece il 2009 è molto elegante e sofisticato che non è un termine che generalmente si addice al Sagrantino.

8. Lungarotti 

Un’altra storica cantina, Lungarotti, ha fatto del 2015 un vino interessante, anche se molto tannico, da smussare i sentori di legno. Aspetto grandi cose.

9. Perticaia 

Ho assaggiato due vini, 2014 e 2015. Ed è incredibile come un solo anno cambia tutto: la freschezza floreale unita ai tannini, diventano struttura e profondità. Da provare.

10. Romanelli

Da Romanelli mi sono data alla pazza gioia: 6 Sangrantini, due per annata: uno classico e un Cru Medeo, 2011, 2012 e 2015. Sono rimasta piacevolmente colpita dall’arte di questi vignaioli. Profumi, sapori, sfumature insoliti. Procuratevi qualche Medeo 2015 e avrete delle bellissime soddisfazioni!

Di Giulia Nekorkina

Moscovita di nascita, romana da 25 anni, Rossa di Sera da 10 anni, innamorata della vita, appassionata di bollicine, adora cucinare e mangiare. Il miglior museo è un mercato, il miglior regalo è un viaggio.