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Milano. Il sushi all’italiana di Kitchen Society

mercoledì, 05 Febbraio 2014 di

kitchen society milano

Kitchen Society è in una viuzza minima anonima di traverso a via Pier della Francesca, pressoché invisibile (e questo ovviamente è un neo: ma almeno praticamente non c’è passaggio di auto). Uno spazio semi-interrato chiuso da ampie vetrate, luminoso, con soppalco. Arredi chiari, banco centrale, prosciutti appesi al soffitto. Spazio esterno con qualche tavolo nella bella stagione. Una volta era un (bellissimo) negozio di brocantage e antichità chincaglierie varie, poi divenuto ristorante sotto la gestione del gruppo Roialto, che comprende appunto Roialto, Milano, e Honky Tonks. Chiuso da qualche mese, riapre in questi giorni, rinnovato, soprattutto nella cucina (e sì, immagino anche nei prosciutti appesi).

Alex Seveso

Il nuovo chef è Alex Seveso – meglio semplicemente “Chef Alex”. Viene dal Lago Maggiore (dove ha un ristorante, a Ispra), famiglia di ristoratori, ha lavorato al Tweed e allo Shiki. Qui propone il suo “sushi italiano”. Me lo ha spiegato così: “Il punto di partenza risiede nell’orbita tracciata dall’arte del gusto giapponese, costituita da elementi chiave come l’uramaki e il roll, ai  quali poi vengono aggiunti come condimenti prodotti tipicamente italiani e in particolare mediterranei, come  l’olio extra vergine d’oliva, il basilico, i capperi, le olive e così via. Anche la presentazione è differente, perché io non sono solito servire soia, wasabi e zenzero, cioè i classici condimenti della cucina sushi giapponese: la portata viene proposta già condita, con emulsione di soia, olio extra vergine d’oliva e altri freschi aromi della macchia delle nostre coste».

I punti di forza del locale sono appunto il sushi italiano e il Pata Negra. Ques’ultimo fa bella mostra di sé appeso in giro per il locale e viene proposto così com’è, oppure in un piatto “España 100%” con acciughe del Cantabrico, aioli e pan y tomate, o con sashimi di ricciola, orata fusion e caprese di tonno rosso.

burger fish milano

C’è anche un mini hamburger, giusto per fare un giochino (ham come prosciutto..), con lattuga maionese di pomodoro e crema di avocado. E ci sono tartare e burger di manzo.

E poi c’è la parte in cui Chef Alex si è sbizzarrito: sashimi, tartare, uramaki, fish burger eccetera. Ma anche piatti originali, sempre caratterizzati dalla filosofia “fusion”.

Roll-Kitchen-Societyhamburger di salmone

Mi ha invitato, e sono stato a trovarlo in un intervallo pranzo. Gli ho chiesto di farmi assaggiare lui qualcosa, così a caso, dalla sua carta, ormai pressoché definita. Si sono rapidamente succeduti, per una breve permanenza sul piatto:

  1. Carpaccio di Orata Fusion con emulsione di olio evo, soia, semi di sesamo tostati, scorza di lime, pepe rosso disidratato
  2. Tartare di Tonno “Alex”, con crema di Avocado e riso basmati caldo
  3. Hamburger di Salmone scottato con alghe
  4. Seppie e peperoni in mini hamburger con bufala filante
  5. Roll di tonno scottato con patè di olive taggiasche e basilico
  6. Roll di “Kitchen Dragoon”, con gamberi, peperone e acciuga
  7. Roll di Gambero rosso, olive e alghe.

Se l’idea di “rinnovare” il sushi con inserti mediterranei suona bene, la realizzazione mi è suonata buonissima: ogni portata era una piccola deliziosa sorpresa.

I prezzi. I piatti di Pata Negra vanno dai 20 € (per due persone) del solo prosciutto tagliato al coltello ai 30 € di prosciutto + preparazioni di pesce (15 € il mini-hamburger). Il manzo dai 13 ai 16 €. Gli altri piatti dai 10 ai 16/18€, gli uramaki dagli 8 € per quattro pezzi ai 15 € per otto. Menu degustazione da 40 € e da 50 € (circa). In arrivo proposte su misura per la pausa pranzo.

Kitchen Society. via Chizzolini 2 ang. Piero della Francesca. Tel. +39 340 676 3939

 

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.