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Cannavacciuolo: dopo il microonde, apro il ristorante low cost a 10 €

venerdì, 06 Giugno 2014 di

svinando

Antonino Cannavacciuolo microonde

Il grido di battaglia di Antonino Cannavacciuolo riportato da Dissapore era: aboliamo il microonde perché fa male ai bambini.

Non era vero, ha spiegato: uno chef tra il microonde e la pentola – nemmeno a pressione – preferisce sempre la cottura tradizionale.

filatura mozzarella Cannavacciuolo mozzarella ostrica caviale mozzarella Cannavacciuolo

Abbiamo scavato per voi nel recente passato e infatti abbiamo trovato Antonino Cannavacciuolo che armeggia al microonde addirittura per trasformare – sacrilegio – la mozzarella di bufala: un bocconcino di un paio di giorni è finito nel microonde per 5 minuti, filato e lavorato per avvolgere un’ostrica ed è stato abbinato alla salsa al cetriolo, al caviale e allo yogurt di bufala (ehi, ma mozzarella e ostrica non lo faceva un altro chef televisivo, sempre due stelle Michelin e pure televisivo?)

ostrica-mozzarella-Carlo-CraccoCannavacciuolo forno microonde

Vorrei far partire una petizione per sostenere tutti quelli che si sbattono a cercare la migliore mozzarella di bufala o a gridare ai quattro venti che meno la si manipola meglio è.

Tutta questa lunga premessa perché la notizia del giorno che vola di bocca in bocca è che Antonino Cannavacciuolo aprirà un ristorante low cost. E possiamo crederci come è vero che il superchef utilizza appunto un banalissimo forno a microonde.

Il ristorante low cost di Antonino Cannavacciuolo

La Stampa rivela il progetto dello chef mattatore di Cucine da Incubo e, soprattutto, formidabile due stelle Michelin che fa strage di cuori e di palati nel suo – vogliamo dire splendido – ristorante della moresca Villa Crespi.

“Ristorante con menu da 10 a 50 euro”, titolano al giornale.

Teatro Coccia NovaraBar Coccia Novara

Antonino Cannavacciuolo ha risposto al bando del Comune di Novara che mette a disposizione lo storico bar Coccia nell’edificio che ospita il teatro di città (canone annuo complessivo a base di gara di 378 mila euro dopo una ricerca avviata l’anno precedente).

Apprendiamo che il menu, non solo i singoli piatti, avranno un prezzo accessibile a tutti e gli chef cucineranno e porteranno i piatti in sala perché, come spiega Cannavacciuolo, non ci deve essere “nessuna parete, muro o vetro tra cucina e sala: bisogna essere una squadra sola, perché vince sempre il gruppo”.

Gruppo che è già in fase di formazione (sono partite le ricerche di personale e per chi manderà il CV a Villa Crespi sarà fondamentale ricordare questa affermazione di Cannavacciuolo: E’ importantissima la presentazione dei piatti e fondamentale il lavoro dei camerieri. Non sono dei “portapiatti”, come pensano i cuochi: un sorriso può coprire l’errore della cucina) e anche se ci sono altre tre proposte per rilevare il bar, difficilmente l’amministrazione comunale si priverà di un richiamo forte come quello di Antonino Cannavacciuolo (un grande acquisto per la città, si è subito sbilanciato il sindaco Andrea Ballarè).

Lui è fiducioso di poter realizzare il ristorante su tre piani già dal prossimo autunno con la partenza della stagione teatrale del Coccia e con la moglie Cinzia Primatesta e un architetto ha fatto un primo sopralluogo.

La divisione degli spazi è già nella mente dello chef e si potrebbe scommettere su una cucina a vista per far continuare lo spettacolo nel dopo teatro.

Tra le clausole del bando, infatti, c’è quella di predisporre un “dopo teatro”.

Suprema di piccione

Non si sa ancora quali piatti verranno serviti, ma portare in tavola il piccione in versione low cost dopo i cigni del palcoscenico potrebbe essere un’idea.

Vi riscoprirete tutti appassionati di dopo teatro?

[Link: La Stampa. Immagini: Luciano Furia, Andreas Praefcke, Archi&Design]