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Black Mamba. Novello. Berne 1 per evitarne 100

giovedì, 04 Novembre 2010 di

“San Martino ogni mosto è vino!”, narrava un detto popolare. Lo sapevate che a Roma l’11 Novembre è la festa dei cornuti? Sì che lo sapevate, non siate ipocriti! Presto affronterò questo argomento su un blog di settore più specifico e sarà mia cura inviarvi prontamente il link. Ma parliamo di vino perché sono convinta che a ognuno di voi sia capitato una volta nella vita di bere vino Novello e metto in conto che a qualcuno sia anche piaciuto. Non scherziamo, dai, non fate i furbi con Black Mamba!

BM novello s martino barilla

Come potete aver dimenticato quel vino così piacevole, fruttato, beverino, che scende giù come una gazzosa e che sullo stomaco si ferma, non vi molla più, si imparenta di primo grado, fino ad entrare diabolicamente nel vostro asse ereditario? Amici, quest’oggi vi esorto a non resistere alla tentazione così attuale di fare outing. Comincio io confessando di aver bevuto Novello almeno un paio di volte fino alla mia prima Comunione, ma prima di arrivare al punto di vergognarmi di me stessa, ho sospeso la pratica in via definitiva. Fino a poco tempo fa avevo addirittura rimosso l’esperienza. Badate bene, ho detto rimosso, non dimenticato! Tuttavia, grazie ai buoni uffici del mio psicanalista, l’inconscio è attualmente riemerso ed eccomi qui a parlarvi di vino novello, quindi peggio per voi! Ovviamente ho chiuso col mio psicanalista e in tempo reale riconvertito quegli 80 euro a seduta, in bicchieri di vino al Goccetto di Roma…seduta. Trascuriamo gli aspetti tecnici, non è mio compito erudirvi in materia, conoscete tutti la differenza sostanziale nel sistema di vinificazione dei vini novelli, che risiede nella fermentazione carbonica. In buona sostanza i grappoli non vengono pigiati ma utilizzati interi e la fermentazione dei lieviti avviene per via intracellulare.

s-martino-vino

Questa pratica fa sì che l’acido malico degradi e il risultato (Dio lo perdoni!) è un vino con bassa acidità e malolattica veloce, velocissima direi. Sotto il profilo gustativo ne risulta un prodotto che in un momento di particolare entusiasmo definisco vino ma che altro non è se non una bevanda al sapore di fragola e di lampone, ricca di sostanze aromatiche sempre uguali, omologate e indipendenti dal vitigno e dal territorio di provenienza. Il vino Novello continua la sua fermentazione, anche una volta ingerito, quindi attenti agli effetti collaterali che mi farete la cortesia pudica di non descrivere mentre sto mangiando. Attenzione anche alla data di scadenza, come la mozzarella, non cadete nella trappola del cesto con l’offerta di Aprile, prima della Santa Pasqua! Sappiate comunque, se questo in qualche modo può ristabilire il vostro umore, che bravi e noti produttori hanno venduto in anni passati questo vino, a partire da Gaja negli anni ’70 se non ricordo male e da Antinori che forse ha smesso pochi anni fa.

Insomma, facciamo outing, facciamolo tutti e purifichiamoci in coro ricordando un brano un po’ stagionato di un insolito trio: Luciano Ligabue, Piero Pelù e Lorenzo Cherubini, dal titolo “Il mio nome è mai più”. Novello: berne uno per evitarne 100!