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Miracolo a Milano/1 La ricerca inizia: la Cantina di Manuela

mercoledì, 21 Dicembre 2011 di

Finalmente! Dopo tanto tempo, finalmente Totò è tornato a Milano. Un vero e proprio miracolo, direi, visto che se ne è andato al volo, tanto tempo fa…

Il suo primo desiderio è stato quello di ritrovare i sapori della sua città, la Milano di un tempo, i piatti che fanno Milano – anche se, ai tempi, non entravano certo nel suo menu quotidiano…

Allora lo porto alla  Cantina di Manuela, che non è certo un locale della vecchia Milano, ma è un punto di riferimento per la cucina di qualità. Il primo locale risale alla fine degli anni Ottanta, in via Cadore, con la formula enoteca con cucina; in seguito sono stati aperti nuovi locali in franchising, a Milano e a Saronno. Uno di questi si trova in via Procaccini – ed è lì che ci dirigiamo. Ho già mangiato qui, come in via Cadore  a suo tempo: una cucina decisamente buona, attenzione ai prodotti, una cantina – ovviamente – ben fornita (e, facendomi consigliare sui vini, mi sono sempre trovato bene…).

Mezzogiorno, menu a prezzo fisso interessante – ma ci fermiamo sul menu milanese, 25€, risotto e cotoletta, ovviamente: come altrimenti si potrebbe festeggiare questo “miracoloso” ritorno in città? A dire il vero si potrebbe (cassoeula, ris e luganegh, busecca, barbajada, panettone…), ma forse questa è una vera e propria epitome di milanesità.

Diciamo che il risotto è un po’ pallido. Il giro di sugo sopra mi dice poco –un sugo di carne? brasato o simili? – non è necessario. Cottura bene, ma forse un sapore poco definito, non so. Il riso mi piace comunque, anche in bianco senza niente – ma stavolta…

Vediamo. Ho assaggiato il risotto alla milanese del Marchesino di Gualtiero Marchesi (chef Daniel Canzian) al Taste of Milano, quindi in una cucina diciamo da campo, o quasi. Era una meraviglia – l’ho mangiato in piedi, caldo, in un piattino e con una posata di plastica riciclabile (ma davanti a Marchesi seduto a chiacchierare a un tavolino, che mi ha dato un che di emozione in più, forse), e aveva tutti i sapori che doveva avere, sentivi il brodo, i condimenti, la giusta proporzione di tutto quanto: era veramente una cosa da ricordare, commovente.

Un altro che ricordo con piacere è quello che ho mangiato da Il gusto di Virdis (sì, il calciatore), qui vicino, in via Pier della Francesca: non per niente la cuoca, che è sua moglie, è stata a scuola da Marchesi. Il suo risotto giallo è buonissimo, diverso da quello del Marchesino, ma ricco di sapori. Ecco: questi li ricordo, avevano una loro personalità. Questo invece è abbastanza anonimo.

A Totò piace, e meno male – è sincero, e in effetti non è che sia cattivo, anzi, forse sono io che avevo aspettative eccessive…

Ma è arrivata la cotoletta: con l’osso, come è giusto che sia. Bela granda, il commento di Totò.

Le patate al forno hanno un’aria un po’ così anche loro, a dire la verità, però… non sono male, ecco, cotte bene, discrete, buone. La cotoletta è bella sottile, e l’impanatura è fatta bene, si vedono le briciole grosse di pane. Carne buona, forse un po’ troppo cotta. Niente di straordinario, buona.

Come pranzo di ritorno, anzi di bentornato, lascia un po’ a desiderare, diciamolo. Buono, sì, abbastanza – e basta. E tutto sommato anche Totò è d’accordo: la tua cucina, nella tua città, ti deve in qualche modo emozionare – a prescindere dal fatto che tu manchi da tempo da casa, o meno: è l’espressione di quello che sei, lì e adesso e prima, è come quando torni a mangiare dalla nonna, o dalla zia, in campagna, e tutto deve corrispondere ai tuoi ricordi, e ai tuoi sapori, e alla tua storia. Non è stato questo il caso.

Ricordi, Totò? Quando eri giovane volevi cercare un posto dove «Buongiorno voglia davvero dire buongiorno». Lo troveremo, vedrai.

La Cantina di Manuela. Via Procaccini 41. Milano. Tel. +39 02.3452034 – Cell. 366.5810365

 

 

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.