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Confronti. I vini fermi e gli spumanti de La Palazzola di Stefano Grilli

domenica, 14 Ottobre 2012 di

Emozioni, ragionamenti, vini e cibi buoni al ristorante l’Orologio di Fiumicino, in compagnia del titolare dell’azienda umbra La Palazzola, Stefano Grilli. Un confronto tra etichette di vini fermi e spumanti prodotte con lo stesso vitigno ma in fasi successive del progetto aziendale.

Il trittico di antipasti proposto dallo chef Marco Claroni (Il fritto, tagliatelle di seppia con spuma di peperone bruciato e insalatina di sedano, lustrino croccante e patate affumicate) è stato abbinato con il Riesling 1993 (non è un errore, un vino bianco dell’Italia Centrale con quasi 20 anni di invecchiamento!) e il Brut Metodo Classico Riesling 2008 (sboccatura 2011) con menzione per la bollicina con le tagliatelle di seppia e il Riesling d’antan con l’affumicato della crema di patate e lustrino (pesce azzurro).

I due intriganti primi piatti (zuppetta di lenticchie e cozze con polpettine di ‘nduja e il risotto di zucca, totanelli e porro croccante) sono stati a loro volta abbinati con 2 vini ottenuti da Pinot Nero ovvero lo spumante M.Cl. Grand Cuveè Brut 2010 e il Pinot Nero 1995: il piccante della n’duja ha creato qualche difficoltà di abbinamento anche allo strutturato spumante e al setoso ’95.

Terza doppietta con il Cabernet Sauvignon nella interpretazione con le bolle M. Cl Blanc de Noir 2010 e con una sontuosa versione del Rubino 1999 abbinati con esiti ugualmente soddisfacenti con una Scottata di Palamita alle nocciole della Tuscia, crema di broccolo e olive di Gaeta.

Riesling brut spumante metodo classico 2008. Subito una nota idrocarburica a ricordarci il vitigno ma anche, lo scopriremo durante la serata, il territorio, poi note di fiori gialli e bianchi (fresie). In bocca bella freschezza e sensazione vellutata grazie ad una grana fina delle bollicine, pesca gialla, cedro candito con chiusura salina. Godibile. 3 scatti e secchio

Vino da tavola Riesling 1993. Colore affascinante di oro antico, apre con note di idrocarburo, pietra focaia e grafite, poi dopo qualche minuto nel bicchiere ai naso si apre un ventaglio di sensazioni con note di erbe officinali, timo e ginepro, frutta tropicale,  miele di zagara. In bocca ha raggiunto un equilibrio difficile da pronosticare dopo quasi 20 anni, la freschezza è ancora in grado di bilanciare la ricchezza di sensazioni e il calore dell’evoluzione. Evoluto. 3 scatti

Spumante metodo classico Gran Cuvée Brut ( pinot nero 85% ) 2010. Bolle pungenti anche se non invadenti, acidità ancora prepotente; olfatto di muschio e fragoline acerbe, mela renetta in un effluvio di agrumi e fiori bianchi con erba cedrina. In bocca, pompelmo e mandarino cinese con una nota iodata a chiudere. Verde. 2 scatti 

Umbria rosso: Vino da tavola (oggi IGT) Pinot nero 1995. Rubino trasparente a gridare forte Pinot Noir, note evolutive con tanti frutti rossi, spezie (chiodi di garofano), sottobosco e grafite con note di tabacco dolce al naso. In bocca, morbido con prugna, fragola matura e ciliegia, sentori ematici e ferrosi e finale di arancia sanguinella. Affascinante. 3 scatti e secchio

Spumante metodo classico Blanc de noir 2010 ( a base di cabernet sauvignon: presentato in anteprima). Bolle leggermente ruvide ma di carattere con un profilo di mineralità e di sapidità che ne consigliano l’uso a tutto pasto, con note olfattive di mela verde e macchia mediterranea, pesca e sciroppo di sambuco. In bocca bella sapidità e anche toni agrumati (buccia di limone e mandarino) insieme a prugna scura appena acerba. Strutturato. 2 scatti 

Umbria rosso IGT Rubino 1999. Apertura all’olfatto con importanti note di peperone arrosto, di fungo e di prugna e poi ancora viola e susina matura; emergono anche in questo caso note fumè e di tabacco scuro. Ritroviamo al gusto sensazioni fruttate di visciole e di susina con cenni tabaccosi. Strutturato ma non pesante, nel finale qualche nota amarognola e tannica. Importante. 3 scatti 

Umbria bianco IGT Vinsanto 2003. Una versione molto piena e potente di vinsanto da trebbiano e malvasia, con forti sentori di smalto e resina al naso insieme a miele di castagno e mallo di noce. In bocca, albicocca candita e tanta frutta secca, in particolare noce e pinoli per un impatto un po’ troppo dolce e leggermente scomposto. Ricco. 2 scatti

[La Palazzola: note di degustazione a cura di Carlo Bertilaccio, Stefano Ronconi e Maurizio Valeriani]