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Le 10 regole dello spumante fuori dal comune: d’Araprì sulle note jazz

martedì, 01 Gennaio 2013 di

svinando

Quella dei D’Araprì è una storia vera. Semmai in futuro sarà prodotto un film dedicato alla loro singolare esperienza, sono sicuro che inizierà nei titoli di testa con questa frase: “D’Araprì, spumante a sud-est”. I tre ragazzi di San Severo che suonavano il jazz nelle cantine della loro città, Girolamo D’Amico, Louis Rapini e Ulrico Priore, sono riusciti a creare in meno di una generazione (la loro…), un prodotto già da tempo considerato, a ragione, un classico tra gli spumanti italiani seguendo un preciso decalogo*.

Oggi D’Araprì è una realtà consolidata nell’agro di San Severo che produce spumante Metodo Classico rispettando severi processi etici e qualitativi. La qualità dei loro prodotti, inizia proprio dalle loro storie personali, ricordo che uno di loro, Louis, è nato proprio nella regione dello Champagne, suo padre lavorava alla produzione del famoso Champagne, gli altri due sono nati nel vino, come amano ripetere.

Sono nati in quel vino che una volta veniva utilizzato altrove per tagliare vini più “nobili”, perché da queste parti i “nobili”, i proprietari terrieri, non prestavano molta attenzione alle loro produzioni.  Almeno fino all’arrivo dei tre D’A-Ra-Pri, difatti perché negli ultimi anni il loro esempio è stato seguito da altre case vinicole che hanno iniziato a scommettere sullo spumante, creando così a tutt’oggi un vero e proprio distretto spumantistico, oggi paragonato per la sua qualità a quello di Franciacorta.

La cultura di questa città della Daunia ha subito l’influenza di tutte quelle genti che si recavano in Terra Santa, o che proprio quelle terre tornavano. Difatti furono proprio i Crociati ad impiantare il “Bombino”, l’uva su cui nessuno avrebbe scommesso sino a trenta anni fa, da cui oggi i D’Araprì ricavano il loro spumante. Una complessità storica di tale portata ha dato vita a un tessuto culturale del tutto originale, creativo, sintesi ne sono le loro prestigiose etichette, questo grazie anche ad un paziente e silenzioso lavoro, svolto nei maestosi sotterranei della città. Un “miracolo” che salvaguarda la storia, l’architettura e la vocazione di un territorio che ha fatto dello spumante di qualità una delle principali risorse culturali.

Vi propongo le caratteristiche di alcuni dei loro prodotti:

Pas Dosé. Gradazione alcoolica di 12,65°. Bombino bianco e Pinot Nero entrambi al 50%, 24 mesi sui lieviti, senza aggiunta di Liqueur d’Expedition. Colore giallo chiaro, profumo elegante, fresco, sambuco, agrumi, fiori bianchi, pesca con fondo minerale. Al gusto sentori di limoni, agrumi con carbonica molto presente, mandorla amara con finale tipico del Bombino e magari anche del Fiano.

Brut. Gradazione 12,5°. Bombino Bianco e Pinot Nero, 18 mesi sui lieviti. Liqueur 6g litro. Dal colore giallo paglierino, presenta un profumo dolce con note di pesca, mandorla e fiori gialli. Elegante. Al gusto è fresco, sapido, duro ma morbido al tempo stesso.

Brut Rosé. Montepulciano al 60% e Pinot Nero al 40%. Dopo un leggero contatto di poche ore con le bucce viene fatto riposare 24 mesi sui lieviti, liqueur 7g litro. Colore rosa antico scarico con profumi di mandorla, sambuco, fiori e fragoline di bosco. Fresco, secco con buona spalla acida.

Riserva Nobile 2006. Bombino Bianco, 4 anni sui lieviti. Colore giallo oro con sentori di pasticceria, uva spina, vaniglia e toni minerali delicati. Gusto pieno, complesso, acido/salino, rotondo, vivace, strutturato.

Gran Cuvée 2007. Bombino Bianco 60%, Pinot Nero 20% e Montepulciano 20%. Sosta 5 anni sui lieviti. Giallo oro con profumo fresco di gelso con leggero fumé di nocciola tostata. Pulito e netto al gusto, compatto, piacevole, morbido e strutturato con bocca più pronta del naso. Complesso.

Dopo ogni degustazione in cantina, Girolamo D’Amico, uno dei tre proprietari, ama declamare antichi modi di brindare, alcuni di questi risultano davvero incomprensibili perché resi in forma dialettale. Bene, ne conosco uno che credo risalga addirittura all’Ottocento, recitato in un latino molto maccheronico, Augurandovi, ed Augurando ai D’Araprì un nuovo anno pieno di successi, ve lo declamo:

“Acqua bene fecis
Ma non in corpure mei
N’fracita i legne a mare
Figurati l’ossa mei”

Auguri e Buon 2013! E non dimenticate di procurarvi una bottiglia di D’Araprì per brindare alla prossima occasione di festa!

Il Decalogo ovvero La Carta Etica e di Qualità d’Araprì

E’ un decalogo che fissa con la massima trasparenza i punti cardine del percorso produttivo chela casa d’Araprì rispetta, per mantenere intatta l’eccellenza e la personalità dei propri Spumanti Metodo Classico.

  1. Elaborazione in proprio di tutti i vini.
  2. Proprietà della maggior parte dei vigneti al fine di garantire costanza nello stile.
  3. Impiego esclusivo di uve dell’agro San Severo.
  4. Bombino Bianco o Montepulciano (almeno 60%) in tutte le Cuvée.
  5. Impiego del solo mosto fiore per la preparazione dei vini base.
  6. Fermentazione sempre a temperatura controllata sotto i 20° C:
  7. Tirage entro il mese di marzo dell’anno successivo alla vendemmia.
  8. Prolungata permanenza sui lieviti.
  9. Dosage contenuto.
  10. Utilizzo esclusivo di tappi in sughero birondellati di qualità extra.